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Acido Fitico: che cos’è, a cosa serve, benefici, dove si trova e controindicazioni

Acido Fitico: che cos’è, a cosa serve, benefici, dove si trova e controindicazioni

Sebbene venga considerato negativamente da molteplici soggetti dati gli effetti anti-nutrizionali, l’acido fitico risulta essere al centro di molteplici discussioni all’interno dell’ambito scientifico.

Che cos’è l’Acido fitico?

Risultante essere una sostanza che porta il fosforo all’interno dei vegetali che hanno al loro interno enzimi (denominati fitasi) che tendono a degradarlo nel corso dello sviluppo, conferendo alla pianta di beneficiare del fosforo opportuno per il corrispettivo sviluppo è l’acido fitico.

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L’essere umano risulta essere sprovvisto sebbene le fitasi presenti all’interno dei legumi e dei cereali deglutiti permettono di mettere in azione all’interno del campo acido dello stomaco, decorando una ridotta quantità di Acido fitico che conferisce la somministrazione del fosforo. Il quantitativo restante raggiunge l’intestino e permette di assimilare i corrispettivi nutrienti.

Dove si trova l’acido fitico?

Alquanto presenti all’interno della crusca dei cereali ed all’interno dei legumi (soprattutto nelle foglie embrionali) è l’acido fitico ed i fitati. Tuttavia, risulta totalmente mancante nel latte e nei corrispettivi derivati così come nelle uova, negli oli e nei grassi animali.La somministrazione di 100 g. di acido fitico sono ricavabili mediante la somministrazione di:

Benefici dell’acido fitico

Avente caratteristiche benefiche antiossidanti e dunque favorenti la conserva della salute organica è l’acido fitico. Il consumo permette di:

  • Agevolare la prevenzione del cancro, data la funzione antiossidante, causa del sequestro di ferro, che conferisce all’acido fitico la capacità di salvaguardare la produzione di tumori. Difatti, tende ad accellerare la produzione dei ROS, specie reattive di ossigeno che tendono ad ossidare i lipidi della membrana, deteriorando le proteine e gli acidi nucleici, ad esempio il DNA. I danneggiamenti al DNA, laddove non dovessero ottenere riparazioni, accrescono le percentuali di subentro dei tumori.
  • Abbassare la produzione di calcoli renali, date le caratteristiche benefiche chelanti, permette di abbassare l’assimilazione del calcio fondamentale per la produzione dei calcoli renali.
  • Abbassare le chiazze della cute, avente la funzione di abbassare la produzione e di rendere chiare le macchie cutanee mediante un duplice meccanismo: inibitore del riassunto della melanina e inibitore dei processi ossidativi della melanina. Tende ad essere utilizzato il peeling, e dunque tecniche specifiche aventi la funzione di eliminare le sostanze impure e gli inestetismi cutanei. Risulta essere tuttavia un peeling leggero avente la funzione di eliminare discromie ed ulteriori tracce del photoaging e dunque del deterioramento causa dei raggi solari così come dei segni di acne (e cioè infiammazione cutanea causa dell’accrescimento della secchezza sebacea e della crescita cellulare epidermica) così come i punti neri (noti come comedoni) e pustole.

A cosa serve l’acido fitico

Codesto acido tende ad essere utilizzato sotto forma di conservante data la funzione di contenere i metalli e contrastare la loro capacità di compromettere ulteriori sostanze. Le elevate caratteristiche antiossidanti permettono allo stesso di essere utilizzato nel campo della dermatologia, dell’estetica e della cosmesi.

La compresenza di fitati all’interno dei cereali, dei legumi e di ulteriori cibi risulta essere ridotta mediante pratiche specifiche che risolvono la problematicità. Bisogna difatti:

  • Porre all’interno di acqua rovente legumi e cereali e lasciarli in ammollo con aggiunta di succo di limone per circa 12 ore. Successivamente procedere al processo di cozione cambiando l’acqua;
  • Porre in ammollo con un elevato quantitativo d’acqua la frutta con guscio ed aggiungere 1 cucchiaino di sale da tenere per circa 12 ore. Porre al dì sopra uno straccio e far seccare all’interno del forno a 65°C per poi mantenere il prodotto a temperatura ambiente;
  • Porre all’interno di acqua la crusca e frullare il composto affinché si rimuova la crusca e si ottenga una crema ai cereali similare alla crema di riso;
  • Sottoporre a processo di lievitazione il pane integrale con pasta madre;
  • Supplementare la pasta integrale ed il pane integrale con la sementa integrale;
  • Deglutire agrumi, in quanto la presenza di vitamina C permette di accrescere l’assimilazione di ferro;
  • Consumare fibre solubili, alquanto presenti all’interno della frutta, la quale tende ad essere sottoposta a processo di fermentazione dalla microflora intestinale con la formazione di acidi grassi a corta catena, che permettono di eliminare i metalli permettendo l’assimilazione di acido fitico.

Controindicazioni dell’acido fitico

L’acido fitico ed i corrispettivi benefici risultano connessi alla struttura, e riguardano:

  • Effetti antinutrizionali, poichè ritenuto una sostanza antinutrizionale cooperante con l’assimilazione dei nutrienti organici mediante una doppia meccanizzazione della funzione, e dunque: Funzione chelante, data la compresenza di un pH alcalino, l’acido tende ad incollarsi ai minerali abbassando l’assimilazione e causando una mancanza. Fra i minerali maggiormente compromessi troviamo: Zinco (estremamente presente nella carne, nel pesce, nelle uova, nel latte e nei cereali), ferro, calcio (essenziale per la mineralizzazione ossea e la trazione dei muscoli), magnesio (particolarmente presente nei legumi, nei cereali e nella frutta con guscio), rame (ottimale al fine di produrre energia), manganese (essenziale per la funzione degli enzimi), proteine (connesso alle proteine vegetali ne abbassa la funzione digestiva e pertanto il consumo).
  • Inibizione enzimatica, avente la funzione di interdire enzimi essenziali per la funzione digestiva dei nutrienti, ad esempio: α-amilasi (enzima salivare essenziale per la funzione digestiva dell’amido), β-galattosidasi (essenziale per la funzione digestiva del lattosio), Tripsina e pepsina (essenziali per la funzione digestiva proteica).

Tuttavia, nei soggetti che sono soliti seguire un regime alimentare salutare e regolare, la somministrazione di acido fitico non causa mancanze. Ciò nonostante, è essenziale tenere sotto controllo il regime alimentare di determinati soggetti, come:

  • Bambini e donne in fase di gestazione, in quanto la somministrazione di fitati risulta tossica per i soggetti infanti ed i soggetti femminili in fase di gestazione in quanto necessitano di un elevato apporto di ferro, calcio e zinco.
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