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Frutta Sciroppata: che cos’è, valori nutrizionali, utilizzi e controindicazioni

Frutta Sciroppata: che cos’è, valori nutrizionali, utilizzi e controindicazioni

Per frutta sciroppata si vuole intendere un alimento dolce prettamente conservato, fatto proprio a base di frutta fresca. Sono in molti coloro i quali tendono a considerarla una variante invernale della frutta stagionale, nonostante non sia considerabile proprio la medesima cosa.

Prima di tutto, la frutta sciroppata contiene maggiori calorie, rispetto alla frutta fresca, e l’alto quantitativo in zuccheri semplici, e la lavorazione che subisce, lo rendono un alimento appartenente al gruppo dei dolci NON grassi, ma che contiene comunque molte calorie.

Originariamente, quando frigoriferi e celle ancora non esistevano, la frutta sciroppata, insieme a marmellate e confetture, rappresentava un valido metodo per la conservazione della frutta di stagione, così che potesse essere assunta durante tutto l’anno. E’ importante però sapere che vi sono delle differenze rispetto alle confetture e marmellate.

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La frutta sciroppata esige l’uso di frutta intera, tagliata a metà od in pezzi, magari senza ammaccature e/o abrasioni, e a media maturazione, ma anche quasi acerba. Per fare le marmellate, invece, possono essere adoperati indistintamente frutti sia buoni che “ammaccati”, frutta prettamente matura, o che si vuole riciclare. La frutta va poi tagliata in piccoli pezzi, cotta e all’evenienza passata.

Che cos’è la frutta sciroppata?

La frutta sciroppata è un alimento fatto di frutta fresca sia intera che a pezzi, posta poi a vari processi sia fisici che cimici, e quindi sterilizzazione, pastorizzazione e così via, cosicché possa esser conservata per molto tempo. 

Il metodo di fare la frutta sciroppata nasce dal passato, come unico metodo per conservare la frutta fino ai periodi invernali ed autunnali, periodi in cui questa scarseggiava, prima dell’arrivo di frigoriferi o celle.

In origine la tecnica veniva adottata soltanto in casa, dalle casalinghe, fino a svilupparsi nell’industria alimentare su scala internazionale. Al supermercato è oggi possibile trovare la frutta sciroppata chiusa sia in scatole di latte che di vetro, in differenti tipologie, come ananas, pesche, albicocche e ciliegie. Ulteriori frutti reperibili in scatola sono: fichi, uva, pere, banane, amarene, mirtilli e frutti di bosco.

Valori nutrizionali della frutta sciroppata

Lasciamo qui di seguito una tabella riportante quelli che sono i valori nutrizionali per ogni 100 g di parte mangiabile del prodotto:

Utilizzi della frutta sciroppata

La frutta sciroppata, per alcuni versi, risulta essere molto simile alla frutta fresca, nonostante conti più calorie ed un ridotto quantitativo di vitamina C, perduta nel processo di lavorazione ad elevate temperature.

In quanto più calorica, basti considerare che un ananas fresca conta solo 70 calorie, rispetto alle 70 calorie di quella sciroppata, la frutta sciroppata prevede utilizzi differenti dalla marmellata, considerata invece proprio un dolce.

Come produrre la frutta sciroppata

Prima di esser sciroppata, la frutta deve esser raccolta poco matura, soda e sana, prima di ammaccature, a dispetto della marmellata che prevede l’utilizzo di frutta matura, ma anche ammaccata. Si passa poi a lavare, pelare e denocciolare la frutta, che va lasciata intera o tagliata in grandi pezzi o a metà, come le pesche.

Si va a scottare la frutta ad una temperatura di 90/100° per alcuni secondi, così da ammorbidirla e neutralizzare gli enzimi, i quali hanno la capacità di far deteriorare la frutta, alterandone il colore. Da questa si passa alla sciroppatura, dove si pone la frutta nei barattoli, coprendola con sciroppo caldo.

Questo sciroppo si ha dall’unione di zucchero e succo della frutta, ma anche vino, grappa o soltanto acqua acidulata. All’interno dello sciroppo vi deve essere un massimo di 18/25% di zucchero, in quanto un quantitativo minore potrebbe farla fermentare, mentre un quantitativo maggiore potrebbe cristallizzarla.

I contenitori previsti previsti l’uso devono essere puliti, privati d’aria mediante getto di vapore e poi sterilizzati. La sterilizzazione può esser eseguita in casa ponendo i contenitori in pentole con acqua fredda fatta bollire a 100°C; il tempo varia in base a quanto sia grande il contenitore. NON li si deve immergere in acqua già calda, in quanto quelli di vetro potrebbero spaccarsi a causa della shock termico.

Effettuati i suddetti passaggi, si dovrà poi farli raffreddare e conservare la frutta sciroppata in un luogo asciutto e fresco, lontano da fanti di calore e luce.

Controindicazioni della frutta sciroppata

Sarà ormai noto a tutti il fatto che gli alimenti inscatolati non fanno bene, in quanto può esser prevista la presenza di conservanti, sale o zuccheri aggiunti. Un utilizzo abituale fa in modo che vi sia anche un incremento nel consumo di zuccheri, con conseguenze quali: aumento glicemico e del peso corporeo. Essi sono anche poveri di nutrienti, in quanto la maggior parte di essi va perduta durante la lavorazione, insieme al gusto originario.

Nel caso della frutta sciroppata, sappiamo essere un alimento molto zuccherato, calorico e quindi non ideale ad un uso frequente. Nel momento in cui la si va a cuocere, si va a perdere un alto numero di vitamine termolabili, come la vitamina C, e di antiossidanticome le sostanze fenoliche. Sospendendo poi la polpa nello sciroppo, per osmosi, si va a disperdere un gran numero di sali minerali, tipo potassio, con aumento di glucosio e fruttosio all’interno dello sciroppo.

La frutta sciroppata risulta quindi molto sconsigliata per:

  • diabete mellito
  • sovrappeso e/o obesità.

Per essere più pignoli, potremmo addirittura dire che essa può tranquillamente sostituire, in quanto a calorie, torte, pasticcini, budini o creme, ma non la frutta fresca. L’elevato quantitativo di zuccheri può infine comportare anche un incremento nel rischio di carie ai denti. 

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