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La Vitamina K: proprietà, benefici e controindicazioni

La Vitamina K: proprietà, benefici e controindicazioni

La Vitamina K è una vitamina che si scioglie nei grassi, cioè liposolubile, la quale coordina il corretto funzionamento di alcune determinate proteine presenti nel nostro organismo, in particolare, quelle che vanno a sostegno delle ossa.
Nonostante ciò, bisogna dire però, che la funzione principale della Vitamina K nel nostro organismo è quella di favorire la coagulazione del sangue, prevenendo il rischio di emorragie. Averne una giusta quantità del nostro corpo in modo da raggiungere uno stato di salute è semplice: basterà seguire una dieta sana ed equilibrata.

Struttura chimica e composti della Vitamina K

struttura vitamina k

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Per quanto concerne la struttura chimica della vitamina K bisogna prima di tutto dire che essa comprende diverse forme, tutte derivanti da quella principale del 2 metil 1,4 nastro chinone, ottenute attraverso il legame con il c-3 del naftochinone di una catena laterale insatura, tenuta insieme dall’isoprene.
Tra vari composti abbiamo:

  • Vitamina K1, che viene chiamata comunemente fillochinone,  sebbene il suo nome chimico sia 2 metil 3 fetil 14 naftochinone; essa è di origine vegetale, ed è quella che viene più comunemente e frequentemente assunta con la dieta.
  • Vitamina K2, che vine conosciuta sotto il nome di menachinone; essa viene sintetizzata nel corpo umano dai batteri presenti in esso, come ad esempio le Escherichia coli.
  • Vitamina K3, il cui nome chimico è 2 metil 1, 4 naftochinone, ma è più comunemente conosciuta come menadione; essa è di origine sintetica e, a differenza delle altre forme di vitamina K, non è liposolubile, bensì idrosolubile.

Metabolismo della Vitamina K

Il processo di demolizione della vitamina K è simile a quello dei lipidi. Infatti, in quanto entrambi in liposolubili, essi devono prima di tutto essere resi idrosolubili all’interno dello stomaco, attraverso l’azione di succhi gastrici e micelle, per poi venire definitivamente digeriti.

Si stima che in una sana dieta alimentare siano presenti menadioni e fillochinoni, i quali devono essere assorbiti tra il 40% e lo 80%. In particolare, i fillochinoni vengono digeriti attraverso i meccanismi attivi dell’ intestino tenue, mentre i restanti due composti vengono digeriti e assorbiti per diffusione passiva nel colon, spiegandone così anche l’origine e batterica e sintetica

Trasporto e assorbimento della Vitamina K

Una volta sciolto e presente nello stomaco, la vitamina K entra a far parte dell’aggregato di chilomicroni, i quali trasportano le sostanze nutritive in tutto l’organismo, attraverso il sangue, in particolare al fegato, attraverso le  VLDL (lipoproteine) e gli LDL colesterolo, facendole penetrare nei tessuti punto. Tra le varie strutture della vitamina K, quella che sembra circolare nel nostro organismo in misura maggiore è il fillochinone. I tessuti e gli organi che li ricevono in particolare sono il fegato, le ghiandole surrenali, i polmoni, il midollo spinale, e l’iride. La vitamina K, inoltre, ha anche il vantaggio di avere un turn over molto veloce, ciò vuol dire che essa viene espulsa dal nostro organismo molto velocemente.

In particolare il menadione viene espulso attraverso le urine sotto forma di menadiolo fosfato, solfato e glucaramina.
I fillochinoni e il menadione vengono invece eliminati più lentamente: infatti, subiscono prima all’interno dello stomaco un processo di B-ossidazione, per poi essere trasformati in glucaramina ed essere espulsi sotto forma di urine.

Funzioni della Vitamina K

Dopo la digestione la vitamina K viene trasformata nella forma attiva dell’idrochinone, un fenolo, attraverso l’azione di una reduttasi, un enzima quale ha come con fattori il NADH2 e i gruppi sulfidrilici.
Nel momento in cui entra in contatto con una carbossilasi, un ulteriore enzima, viene catalizzata la reazione che trasforma alcuni residui di glutammato in gamma carbossiglutammico. Sono diverse le proteine che subiscono tale reazione ed esse sono:

  • I fattori II (ossia la protrombina) VIII, IX, X, i quali sono coinvolti nella coagulazione.
    In particolare, il fenomeno della coagulazione nel nostro organismo avviene per la concatenazione di più reazioni, attraverso un effetto domino, di cui la fase finale è quella che prevede la trasformazione del fibrinogeno in fibrina.
    Tutto inizia con l’attivazione del fattore IX grazie all’azione dell’enzima tromboplastina plasmatica, il quale con il fattore VIII e i fosfolipidi attiva il fattore X. Una via alternativa per attivare il fattore X, e anche quella di in parlo attraverso il fattore VIII, che a sua volta viene attivato dall’enzima tromboplastina tissutale. Una volta attivato il fattore X, si libera l’energia necessaria per creare un legame tra ioni calcio e fosfolipidi. Tale reazione viene resa possibile l’attivazione del fattore II, che da protrombina si trasforma in trombina e in tal modo si ha la trasformazione del fibrinogeno in fibrina, fino alla formazione del coagulo.
  • Proteine plasmatiche C,S,Z,M
    Anche in tal caso tali proteine reagiscono tra loro in una sorta di reazione a catena. La proteina C ha un effetto anticoagulante, ed è attivata in presenza della trombina e della trombomodulina, che generalmente si trova nelle cellule epiteliali. La proteina C, poi,  agisce con la proteina S, disattivando i fattori coagulanti V e VIII, ciò spiega anche perché le persone con carenza di vitamina C sono ad alto rischio di trombosi.
  • Osteocalcina, la quale è fondamentale per le ossa
    L’Osteocalcina viene anche chiamata proteina GLA dell’osso. Essa è sintetizzata degli osteoblasti e si occupa della regolazione del livello di fosfato di calcio nelle ossa. Essa è presente prevalentemente nella dentina diretto nei reni, nello sperma, nei mitocondri del fegato, nelle urine e nei tessuti calcificati.

Un basso livello di vitamina K, quindi, potrebbe probabilmente portare a patologie come artrosi, fratture ossee osteoporosi.

Carenza o eccesso di Vitamina K

Generalmente negli uomini adulti è rara la possibilità di carenza di vitamina K, in quanto l’organismo ne necessita in dosi minime e la reduttasi la produce molto velocemente. In ogni caso, se tale condizione dovesse verificarsi, essa sarebbe causata da:

  • un mal funzionamento dell’apparato gastrointestinale
  • riduzione della secrezione di bile
  • malattie del fegato
  • utilizzo di farmaci anticoagulanti.

Nei neonati invece, una possibile carenza di vitamina K sarebbe più grave e sarebbe causata da:

  • trasporto in placenta
  • intestino sterile durante i primi giorni di vita
  • insufficiente sintesi dei fattori coagulanti
  • carenza di vitamina K nel latte assunto dalla mamma

In entrambi i casi la carenza si manifesta con emorragie.
Nel caso se ne assuma più del dovuto, invece, bisogna ricordare che fillochinoni e manachinoni non sono tossici, mentre il menadione può portare ad anemia emolitica, ittero ed elevate dosi di bilirubina nel corpo.

Come assumere Vitamina K attraverso la dieta

E? possibile assumere regolarmente la vitamina K introducendola nella nostra dieta, principalmente grazie a:

La razione consigliata è di 1mg/kg al giorno circa, per un adulto medio in salute.

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