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Caffeina: che cos’è, proprietà, effetti e dove trovarla

caffeina che cose proprieta effetti e dove trovarla

Sostanza derivante della famiglia degli alcaloidi (ossia un gruppo di sostanze diffuse maggiormente nelle piante) è la caffeina.

Così come gli alcaloidi (e dunque atropina, nicotina, stricnina, morfina ecc..), anche la caffeina è testata sugli animali in concentrati bassi e viene utilizzati probabilmente sulle piante al fine di allontanare e dunque difenderle dall’attacco degli erbivori.

Nella stessa specie umana, la caffeina è un’ottimo ascendente per quanto concerne le reazioni biologiche. In particolare, alcune reazioni biologiche sono importantissime per l’organismo contrariamente ad altre causa di effetti collaterali.

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Appartenente alla famiglia degli alcaloidi purinici, come la teofillina (dal tè, Camellia Sinensis, fam. Theaceae), la teobromina (dal cacao, Theobroma, famiglia Sterculiaceae), la stessa caffeina viene estratta specialmente dal caffè, Coffea Arabica della famiglia Rubiaceae.

Non presente solo nel caffè ma anche in diversificate tipologie di piante e/o alimenti è la caffeina. Esempio è dato dalla coca-cola, dall’erba mate, dal cioccolato, dalle bevande energizzanti ricavate dalla cola, dai prodotti di erboristeria (ad esempio il guaranà) nonchè analgesici, prodotti di cosmesi anti cellulite e farmaci per curare malattie causa raffreddamento. É opportuno però evidenziare che così come le foglie di tè, anche in questo caso vi è un contenuto di caffeina doppio (pari al 2-4%) contrariamente ai semi di caffè (che ne contengono 1-2%). Dunque, il differente metodo di estrazione, permette infusi contenenti una quantità inferiore di caffeina del percolato.

Effetti derivanti dalla caffeina

struttura molecolare caffeina

Farmaco psicoattivo maggiormente usato al mondo è la caffeina la cui struttura chimica è favorevole per colloquiare con recettori biologici specifici la cui azione è quella di regolare il normale funzionamento del sistema cardiovascolare, endocrino e nervoso.

L’intestino tende dunque ad assorbire la caffeina in maniera rapida portando i picchi di concentrazione plasmatica ad essere facilmente rintracciabili solo dopo 1 ora dalla sua assunzione. Il metabolismo di conseguenza si presenta veloce e superiore contrariamente ad ulteriori stimolatori (ad esempio l’amfetamina). Infatti, successivamente alle 3-6 ore dall’ingestione tali livelli plasmatici della caffeina tendono a diminuire di circa il 50%.

La caffeina, poichè si presenta come lipofila, presenta la capacità di attraversare in maniera rapida la barriera emato-encefalica (ossia una tipologia di parete virtuale situata nel sistema nervoso, la cui azione è quella di impedire che le molecole trasportatrici di sangue passino).

Ciò nonostante, la caffeina ha la capacità di diramarsi e giungere anche nella placenta nonchè nel latte materno. Specialmente durante la fase della gravidanza e dell’allattamento è opportuno diminuire la somministrazione di caffeina nonchè di alimenti contenenti tale ingrediente.

Numerosi sono gli effetti di tale sostanza. Maggiormente diffusi sono effetti stimolanti della caffeina che hanno la capacità di appunto stimolare l’intero organismo.

Sistema Nervoso

Comporta maggior eccitabilità, migliorano i riflessi nonché la capacità di concentrazione e di azione analgesica.

Azione causa di interazione con recettori biologici (dunque sistema cardiocircolatorio e respiratorio).

Mediante il ruolo di antagonista competitivo in interazione coi recettori dell’adenosina, tale caffeina tende ad avere la capacità di rilasciare due ormoni denominati adrenalina e noradrenalina.

Le stesse catecolamine tendono a favorire non solo l’accrescimento del metabolismo ma anche della frequenza cardiaca, della pressione delle arterie e del quantitativo di atti respiratori (tendendo dunque ad accrescere l’ossigenazione del sangue).

Funzioni più importanti

Tende inoltre ad aumentare la sintesi acida dell’apparato gastrico e l’aumento della diuresi.

Pertanto se utilizzata sulla cute mediante prodotti di cosmesi specifici (quali creme, gel e patch) può essere altrettanto utile per trattare le adiposità localizzate.

Caffeina nello sport e nel doping

Se assimilata in dosi massime la caffeina può risultare un ottimo aiuto data l’azione positiva sull’attività sportive del maggior numero di sportivi. Ciò nonostante, anche la somministrazione di dosi moderate (circa 200/400 mg), da assimilare 1 ora prima della performance tendono ad avere la capacità di migliorare l’attenzione, la concentrazione nonchè la resistenza. Pertanto, data l’ottima variabilità individuale è sempre opportuno sperimentarne il sufficiente beneficio durante l’allenamento precedentemente alla competizione.

Durante il controllo antidoping spesso l’atleta risulta positivo quando la quantità di caffeina presente nelle urine tende a superare i 0.012 mg/ml (=12 mcg/ml). Ciò nonostante, non è facilmente rintracciabile con esattezza la dose da assumere al fine di superare la soglia massima. Si consiglia infatti di non somministrare, precedemente alla competizione, più di 6-8 tazze di caffè o due/tre tazze di caffè tradizionale.

La caffeina e la perdita del peso

Dato l’elevato contenuto nella caffeina, nel tè e nel caffè, spesso viene consigliato al fine di favorirne il dimagrimento (in aggiunta ad una regolare dieta). Studi molteplici hanno attestato tali proprietà benefiche, specialmente rintracciabili nell’effetto stimolatorio in maniera specifica sul metabolismo basale. Nello specifico, 500 mg di caffeina (e quindi circa 5/6 caffè) tendono ad aumentare il metabolismo basale del 10/15%. Detto in parole povere, un livello tale di somministrazione ha la capacità di ridurre dalle 100 alle 500 calorie al giorno (in base alla taglia corporea e alla massa muscolare del singolo).

Dunque, la caffeina si presenta come un particolare ingrediente utilizzato nella produzione di prodotti di cosmesi al fine di trattare la cellulite e le corrispettive adiposità localizzate. Se infatti essa viene applicata sulla cute, tende a favorire lo spostamento dei trigliceridi presenti nel tessuto adiposo sottocutaneo condizionato dalla lipasi lipolitica.

Favorevole è anche il masticare dai 1 ai 2 chicchi di caffè al fine di aiutare a pulire l’alito successivamente ad un pranzo generoso. É opportuno però specificare che il caffè non stimola la digestione, anzi, se assimilato con tanto zucchero o con l’aggiunta di panna e/o alcolici anzichè stimolarla la diminuisce. Effetti stimolanti della caffeina dunque possono conferire una sensazione di digestione maggiormente favorevole.

La caffeina e i suoi effetti negativi

Il caffè tende a ridurre il normale assorbimento e la Biodisponibilità di determinate sostanze:

Pertanto, una intossicazione causata da caffeina e dunque dall’abbondante consumo di tale sostanza (dunque oltre 500-1000 mg in relazione alla sensibilità individuale) tende a causare una maggior eccitazione smodata, maggior nervosismo, problemi di insonnia e tachicardia.
Dunque, la caffeina deve essere consumata in maniera regolare, specialmente in determinati momenti come:

Problemi di esofagite e reflusso gastroesofageo (aumentando di conseguenza il potere lesivo dei succhi gastrici). Questo perchè la caffeina tende a rilassare lo sfintere esofageo (e dunque una tipologia di valvola che ostacola la salita del contenuto gastrico nello sfintere esofageo);

  • Problemi di ulcera allo stomaco;
  • Anemia;
  • Problemi di ipertensione;
  • Tachicardia, aritmie e problemi cardiaci in generale;
  • problemi di osteoporosi;

Utilizzare in tempi prolungati la caffeina tende inoltre ad attenuare i normali effetti benefici e pertanto, se assimilata in dosi elevate, comporta l’accentuazione degli effetti collaterali (quali acidosi, edema polmonare ed allucinazioni).

Studi molteplici e diversificati hanno inoltre identificato la presenza di una leggera sindrome da astinenza.

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