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Efedra: che cos’è, proprietà, utilizzi e controindicazioni

Efedra: che cos'è, proprietà, utilizzi e controindicazioni

L’efedra, il cui nome botanico è Ephedra distachya, è una pianta appartenente alla famiglia delle Ephedraceae, originarie delle aree asciutte delle regioni temperate e tropicali in Nord America e Sud America, Europa, Asia e Nord Africa.

Questa pianta arbustiva, dal forte potere eccitante, vanta diverse proprietà ed è particolarmente utile nel trattamento dell’asma, della bronchite e delle congestioni nasali. Scopriamola!

Proprietà e benefici dell’efedra

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Nel fitocomplesso delle parti aeree dell’efedra sono contenuti alcuni importanti alcaloidi, tra i quali figurano l’efedrina (60-80%) e la pseudoefedrina (20-34%) che imitano l’attività simpaticomimetica dell’adrenalina, poiché posseggono una struttura similare all’adrenalina. L’effetto ipertensivo dell’efedrina è piuttosto durevole, ma meno intenso rispetto a quello provocato nell’organismo dall’adrenalina, poiché è dovuto ad una vasocostrizione per azione diretta sulla muscolatura liscia, sulla quale i principi attivi efedrina e pseudoefedrina hanno un potente effetto. Le stesse sostanze permettono all’efedra di essere utilizzata nelle terapie contro l’asma, la bronchite e le congestioni nasali, ma anche della sonnolenza e del sovrappeso.

L’efedra è anche un valido rimedio ad azione broncodilatatrice, e per questo è largamente impiegata anche in caso di disturbi respiratori. Questa pianta, infatti, è in grado di deprimere il tono dei muscoli bronchiali ed impedire la colinesterasi, risultando particolarmente utile in caso di asma allergica, dispnea, bronchiti croniche e pertosse; questo perché l’efedrina, fungendo da agonista adrenergico, favorisce la liberazione di noradrenalina terminazioni nervose ed interagisce con i recettori alfa e beta adrenergici.

Le conseguenze di questo processo sono la dilatazione bronchiale, un aumento della termogenesi e della pressione arteriosa.
Non solo, l’efedra è altresì utilizzata come tonico del sistema neuromuscolare al fine di potenziare il rendimento degli sportivi, infatti è annoverata tra le sostanze dopanti.

Come usare l’efedra

A causa del contenuto, nell’efedra, degli alcaloidi efedrina (50-90%) e pseudoefedrina, l’efedra trova il suo principale impiego in ambito medico. In passato veniva ampiamente utilizzata tra gli ingredienti degli integratori dietetici, tuttavia, in seguito a diversi decessi, è stata definitivamente ritirata dal commercio in alcuni paesi, come per esempio gli Stati Uniti.

Controindicazioni ed effetti collaterali dell’efedra

In quanto sostanza altamente eccitante, il consumo di efedra potrebbe avere notevoli effetti collaterali sull’apparato cardiocircolatorio e sul sistema nervoso; infatti, un consumo eccessivo e sconsiderato di questa sostanza potrebbe portare a fenomeni di eccitazione nervosa similari a quelle causati dagli stupefacenti, che comportano i seguenti sintomi:

In particolar modo, esistono categorie di persone che dovrebbero categoricamente astenersi dal consumo di efedra, vediamo quali:

  • Soggetti affetti da disturbi alimentari quali anoressia e bulimia;
  • Soggetti affetti da sindromi depressive e disturbi d’ansia;
  • Soggetti affetti da insonnia;
  • Soggetti affetti da ipertiroidismo;
  • Soggetti affetti da diabete;
  • Soggetti affetti da ipertrofia prostatica;
  • Soggetti affetti da glaucoma;
  • Soggetti affetti da disturbi vascolari;
  • Soggetti affetti da cardiopatie;
  • Soggetti affetti da ipertensione;
  • Anziani;
  • Neonati e bambini in età pediatrica.

L’efedra, oltretutto, non va assolutamente associata ad altre sostanze eccitanti quali la caffeina, la sinefrina, la teofillina e la reserpina per non incorrere nel rischio di potenziare eccessivamente la sua forte azione eccitante, che potrebbe sfociare, nei casi peggiori, in stati d’ansia ed aumento dei battiti cardiaci.

Si sconsiglia l’uso di efedra se ci si sta sottoponendo ad una terapia farmacologica a base di farmaci tiroidei, poiché altera il funzionamento della ghiandola tiroidea, o a terapie con effetti ipotensivi perché potrebbe sortire l’effetto opposto.

Habitat e descrizione della pianta

L’efedra cresce in tutto il mondo favorendo le zone temperate calde. Si presenta come una pianta erbacea a portamento prostrato-ascendente la cui altezza varia tra i 30 ed i 50 cm. I rami sono eretti di colore verde glauco, mentre le foglie sono squame nude opposto.
I fiori si presentano come scaglie florali arrotondante raggruppato in amenti peduncolati giallo-verdastro. I frutti, invece, sono carnose bacche rosse.

Curiosità e cenni storici

Il leggendario imperatore cinese Shen Nung, vissuto secondo la leggenda intorno a 5.000 anni fa, fu il primo non solo ad introdurre a introdurre nell’antica Cina le tecniche dell’agricoltura, ma anche a sperimentare gli effetti dell’efedra. Ne “L’origine delle piante”, cioè il primo trattato di argomento medico della storia, viene citata l’efedra con il nome di “Ma-huang”. Tuttavia solo nel 160 d.C. vengono riconosciute all’efedra le sue note proprietà antipiretica, diaforetica e sedativa e benefica per la tosse.

Nel mondo Occidentale, invece, il naturalista romano Plinio il Vecchio menzionò l’efedra nel libro XXV delle Naturalis Historiae a proposito dell’asma, dichiarando l’importanza dell’efedra nella cura di quest’ultima, soprattutto se finemente sminuzzata in vino nero secco.

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