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Kombucha: che cos’è, a cosa serve, benefici, utilizzi e come realizzarlo in casa

Kombucha: che cos'è, a cosa serve, benefici, utilizzi e come realizzarlo in casa

Risultante essere un tè dolce soggetto a fermentazione è il Kombucha. Il processo di fermentazione risulta essere una tecnica che ad oggi risulta essere conosciuta e prescelta date le proprietà benefiche che conferisce allo stato salutare del soggetto.

Risultano molteplici i preparati per il quale la si presceglie, e rientra in queste, il kombucha, alquanto approvato.

Che cos’è il Kombucha?

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Essendo un tè dolcificato sottoposto a fermentazione, e dunque una bibita alquanto asprognola e rinfrescante, alquanto similare al sidro di mele, è il kombucha. Per quanto concerne la sua conoscenza in antichità, svariate risultano essere le tesi a riguardo. Si conosce la provenienza e dunque il fatto che sia un tè asiatico, sebbene determinate sorgenti affermano che lo stesso sia stato ideato nel 220 a.C. in Cina e che anticamente venisse denominato “tè dell’immortalità“.

La fermentazione risulta essenziale al fine di produrre il tè, il quale tende ad essere ottenuto mediante uno SCOBY (Symbiotic Colony of Bacteria and Yeast, e dunque Colonia Simbiotica di Batteri e Lieviti) nota ugualmente col denominativo di madre. Questa difatti presenza una conformazione similare ad un disco di gomma che si mantiene a galla sul tè e presenta al suo interno un complesso di batteri e lieviti, i quali, in compresenza di ossigeno, mettono in moto il procedimento di fermentazione.

Al fine di produrre lo stesso presso la propria abitazione, risulta pertanto opportuno essere in possesso di uno SCOBY che risulta facilmente trovabile sui siti online oppure producibile presso la propria abitazione. Bisogna difatti porre il composto di kombucha all’interno di un contenitore dall’entrata allargata e pazientare per sette giorni al fine di evidenziare superficialmente la presenza di uno SCOBY.

Benefici del Kombucha

Così come ulteriori prodotti sottoposti a fermentazione, le proprietà benefiche di codesta tipologia di tè risultano connessi alla compresenza di componenti probiotici che permettono la nutrizione della flora batterica differenziandola.

Risulta tutt’oggi nota in ambito scientifico la rilevanza di una flora batterica salutare e differente, connessa allo stato salutare intestinale ed organico, essenziale al fine di rinforzare le difese immunitarie.

Determinati ricercatori affermano che codesta varietà di tè risulti similare alla panacea di qualsiasi malanno. Risulta difatti capace di curare:

  • Artrite;
  • Asma;
  • Spossatezza;
  • Dissenteria;
  • Compressione elevata;
  • Arteriosclerosi;

Ciò che però è opportuno affermare è che, così come qualsiasi cibo sottoposto a fermentazione, risulta vantaggioso per lo stato salutare della flora intestinale sebbene vi siano sintomatologie percepibili da chi risulta intollerabile al composto.

Per tale motivazione, in tal caso, si sconsiglia la somministrazione, in quanto i risultati risulterebbero avversi.

Utilizzi del Kombucha

In teoria il tè dolcificato fermentato risulta consigliato a qualsiasi soggetto, eccetto a soggetti che sono affetti da candida sistemica. Ciascun soggetto tuttavia risulta differente e deve seguire le proprie preferenze gustative. Dunque, laddove dovesse percepire malessere alla testa, laddove dovesse essere affetto da stitichezza oppure avvertire sintomatologie strane, risulta essere il tutto sinonimo ed accenno della mancata adattabilità delle colonie di batteri e lieviti rintracciabili all’interno del kombucha al nostro organismo.

Naturalmente, risulta opportuno pazientare per pochi giorni al fine di comprendere la compatibilità del prodotto, e nel caso in cui le sintomatologie dovessero essere contigue, risulta sinonimo di mancata compatibilità. Risulta essenziale tenere a mente che lo stesso presenta al suo interno zucchero, caffeina (la quale resta successivamente al processo di fermentazione seppur in quantitativi ridotti) ed un ridotto livello di alcol (il quale solitamente non raggiunge l’0,5%).

Solitamente, tuttavia, risulta possibile avere una bibita dal livello alcolico maggiore, specialmente se ha subito un’ulteriore processo di fermentazione. Per tale motivazione, si sconsiglia il consumo, dato l’elevato quantitativo di alcol e di caffeina, nei bambini. Per quanto concerne i dosaggi, risulta consigliabile avviare il trattamento con una ridotte dose per poi aumentare man mano. Laddove non si dovessero avvertire reazioni, risulta possibile accrescere sino al raggiungimento di ½ oppure di 1 bicchiere al dì.

Come realizzare in casa il Kombucha

La preparazione del tè dolcificato fermentato kombucha presso la propria abitazione risulta alquanto esemplificato e bisogna utilizzare contenitori e strumenti precedentemente sottoposti a sterilizzazione accurata in quanto il luogo che tende a crearsi nel corso del processo di fermentazione risulta essere specifico e dunque sfavorevole alla diffusione degli organismi patogeni.

Le esemplificate regole di igiene per quanto concerne il lavaggio di mani e contenitori nonché degli strumenti utilizzati, mediante utilizzo di un detergente risulta bastevole.

Al fine di preparare il kombucha risulta opportuno essere in possesso dei seguenti ingrenti di cui:

Procedimento

Innanzitutto risulta opportuno preparare il kombucha usando tè nero, tè verde e bianco, kukicha ed ulteriori tè senza aromi (come l’earl grey). Risulta possibile utilizzare tè in busta oppure in foglia. Successivamente alla preparazione del tè, risulta opportuno dolcificare il composto con aggiunta di zucchero bianco oppure di canna (all’incirca 100 g. per ogni litro di caffè).

Risulta possibile usare del miele, dello sciroppo d’acero oppure ulteriori dolcificanti. Bisogna poi far freddare il tè e riporre susseguentemente lo stesso all’interno di un contenitore dalla bocca allargata. Si consiglia la predilezione di contenitori in vetro ovviando l’utilizzo di quelli in metallo. Risulta essenziale agglomerare del kombucha preparato antecedentemente oppure acquistato al fine di rendere acido il tè.

Ciò permette la creazione di un luogo ristretto e rassicurante per il processo di fermentazione. Il quantitativo risulta differente a seconda della voluminosità. Codesto passo risulta essenziale. Successivamente all’aver deposto il tè, lo scoby tende a rimanere a galla. Inizialmente pare affondi, sebbene poi passate delle ore ritorna a galla. Laddove non dovesse accadere questo particolare, significa che lo stesso è deceduto e dunque risulta consigliabile gettare il composto. La fermentazione risulta consigliabile attuarla durante i periodi estivi, laddove la temperatura risulta essere rovente. Maggiore risulta la temperatura climatica e minori saranno i giorni di fermentazione. Tuttavia, la fermentazione non dovrebbe superare i 10 giorni e varia a seconda dell’acido.

Dunque, maggiore è l’acido e maggiore sarà la tempistica di fermentazione. Quest’ultima risulta essere aerobica e dunque il contenitore prevede copertura attraverso l’utilizzo di una garza al fine di far respirare il composto. Nel momento in cui il kombucha risulta essere acidognolo, risulta opportuno rimuovere lo scoby, prendere una ridotta parte e riporla in altro luogo per la susseguente fermentazione, e riporre il tè ottenuto all’interno di un altro contenitore con tappo. Durante il secondario processo di fermentazione, il tè diviene effervescente ed accresce la percentuale di alcol.

Bisogna pertanto prestare occhio affinché esso non si fermenti eccessivamente in quanto risulta possibile il pericolo che scoppi causa dell’anidride carbonica formata. Nel corso del secondario procedimento di fermentazione, risulta possibile l’aggiunta di frutta ed estratti di frutta nonché verdura (come barbabietola e zenzero, mela, pera e zenzero). Nel momento in cui il tè si presenta effervescente risulta opportuno porre lo stesso all’interno del frigorifero ed abbeverarsi giornalmente del prodotto.

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