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Demenza Senile: che cos’è, cause, sintomi, diagnosi e possibili cure

Demenza Senile: che cos'è, cause, sintomi, diagnosi e possibili cure

Già dopo i primi giorni dalla nostra nascita, iniziamo ad imparare varie abilità cognitive, prima di tutto piangere, dopodiché si passa a ridere, riconoscere i volti e gli oggetti circostanti, i loro nomi, poi camminare, mangiare, lavarci e curare il corpo, relazionarci, studiare e lavorare.

Succede in alcuni casi di cominciare a perdere nella propria memoria tutti questi avvenimenti, dimenticando mano a mano le proprie abilità, le proprie conoscenze ed addirittura di se stessi; è questo il fenomeno che i dottori definiscono demenza. 

Al termine demenza viene a volte affiancato qualche altro termine, come senilità, oppure demenza senile, pensando al fatto che si subisca un crollo mentale per via dell’invecchiamento; ciò risulta del tutto scorretto!

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E’ comunque vero che la demenza è una condizione clinica molto diffusa fra gli anziani, ma non assolutamente fisiologica, e quindi normale. La demenza è infatti una patologia cerebrale, o sindrome, quale insieme di sintomi, che prevede un decadimento della memoria e della facoltà di pensiero, influendo fortemente sulla quotidianità, sulle relazioni e sul lavoro.

Cause della demenza senile

E’ possibile suddividere le demenze in 2 principali gruppi, a seconda della causa all’origine, e queste sono:

  1. Demenze primarie
  2. Demenze secondarie.

Demenze primarie

Le demenze primarie hanno origine degenerativa sulle cellule cerebrali, meglio note come neuroni, le quali risultano essere talmente danneggiate da non poter più comunicare tra loro, portando la parte del cervello coinvolta ad un malfunzionamento, generando così nel soggetto disabilità e riscontri negativi nella quotidianità.

In genere, vengono danneggiate prima di tutto le cellule nervose dell’ippocampo, o per meglio dire, del centro di memoria ed apprendimento, motivo per cui il soggetto colpito manifesterà da subito dei problemi di memoria. Mano a mano anche altri neuroni di differenti aree verranno danneggiati, intaccando completamente la reti di comunicazione neuronale, all’origine di pensiero, movimento e sensazioni.

La forma di demenza primaria più diffusa è di certo la malattia di Alzheimer, che vedrà il danneggiamento di molteplici cellule cerebrali, per via di un’alta quantità di determinate proteine dentro di esse. Le forme più rare sono invece:

  • Malattia a corpi di Lewy
  • Demenza fronto-temporale
  • Malattia di Pick.

Anche altre patologie neurologiche, tipo il morbo di Parkinson, l’idrocefalo normoteso e la Corea di Huntington, possono generare l’insorgere della demenza.

Demenze secondarie

Al contrario delle demenze primarie, le demenze secondarie vengono provocate da alcune patologie e condizioni. Prime fra tutte sono di sicuro le patologie vascolari, tipo l’ictus, mentre non è da escludere la coesistenza di entrambe le forme demenziali, e quindi degenerativa e vascolare.

Secondo una stima effettuata, circa il 5-20% delle demenze è legata ad ulteriori patologie o condizioni reversibili, fra le quali possiamo notare:

  • malattie tiroidee
  • malattie delle ghiandole parotidi
  • sindrome di Cushing
  • morbo di Addison
  • encefalopatia in corso di malattia del fegato
  • insufficienza renale cronica
  • ipoglicemia
  • meningite
  • encefalite
  • sclerosi multipla
  • connettivite
  • malattia di Cretzfeld-Jacob
  • AIDS dementia complex
  • carenza di vitamine
  • sostanze tossiche, come:
    ⇾ alcool
    ⇾ metalli pesanti, tipo alluminio, piombo ed arsenico
    ⇾ farmaci
    ⇾ composti organici
    ⇾ agenti industriali ed inquinanti
  • tumore al cervello
  • ematomi ed ascessi al cervello
  • traumi al cranio, come la demenza pugilistica
  • anossia
  • radiazioni
  • sindromi paraneoplastiche
  • patologie cardiovascolari e respiratorie
  • depressione.

Sintomi della demenza senile

I sintomi legati alla demenza variano in base alle cellule ed alle aree cerebrali coinvolte.
Ad ogni modo, i sintomi più comuni, risultano essere:

  • Perdita della memoria, sia breve che a lungo termine, e quindi dimenticando date, appuntamenti, eventi e nomi, andando a chiedere spesso informazioni appena assimilate. Diventa frequente dimenticare oggetti come le chiavi e dove le si è lasciate, ponendo delle note ovunque per ricordare le cose.
  • Difficoltà di concentrazione, calcolo ed attenzione, impiegando maggiore tempo.
  • Difficoltà nell’eseguire comuni mansioni, tipo il proprio lavoro, l’avvio di elettrodomestici, e così via.
  • Sbalzi d’umore e personalità, accompagnati da inspiegabile agitazione, ansia, irritabilità e sospetto. Il soggetto tende ad evitare le relazioni, gli hobby e gli sport, sviluppando magari maggiore aggressività verbale e fisica nei confronti di chi lo circonda.
  • Difficoltà nel parlare e scrivere, rinunciando a qualche discorso o non trovando le parole giuste per esprimersi.
  • Difficoltà visive, e quindi quando si legge, si guarda da lontano, i colori, le luci e le ombre. Vi sono difficoltà anche nel riconoscere se stessi allo specchio.
  • Confusione con tempo e luogo, e quindi non riconoscendo il giorno dalla notte, le stagioni o l’anno in cui si è, così come il posto in cui si trova.
  • Incapacità di giudizio, e quindi strani comportamenti, tipo lo sperpero di soldi o comportamenti stravaganti in pubblico, ma anche mancanza di igiene e cura di se.
  • Disturbi del sonno, come l’insonnia.

Diagnosi della demenza senile

Al fine di ottenere una diagnosi della demenza senile, ci si dovrà basare su 2 principali momenti, quali:

  • Anamnesi del paziente
  • Visita medica.

Il racconto del quadro clinico dovrà avvenire anche con l’ausilio dei familiari, i quali saranno tenuti a descrivere:

  • i sintomi e l’evoluzione
  • mutamenti cognitivi e del comportamento
  • abitudini, come fumare, alcool e droghe
  • patologie conosciute
  • farmaci in assunzione
  • precedenti casi in famiglia.

La diagnosi in se per se prevederà poi:

  • esame medico generale
  • visita neurologica
  • visita psichiatrica.

In aiuto a questi test diagnostici, potranno entrare poi ulteriori test neuropsicologici, i quali permetteranno di capire quale parte del cervello è stata colpita, e quindi:

  • attenzione
  • memoria
  • linguaggio
  • orientamento
  • capacità logiche e ragionative
  • disturbi comportamentali ed umore.

Il test più importante è di sicuro il Mini Mental State Examination. Al fine di diagnosticare una demenza primaria, annullando così le ipotesi di patologie varie all’origine, vengono richiesti i seguenti test:

  • Esami radiologici al cervello, quali:
    ⇾ TAC
    ⇾ risonanza magnetica
    ⇾ SPECT e PET
  • Esami del sangue, mediante:
    ⇾ emocromo completo
    ⇾ elettroliti
    ⇾ albumina
    ⇾ test di funzionalità epatica e renale
    ⇾ test per la sifilide
    ⇾ dose di ormoni della tiroide
    ⇾ livello di tiamina, vitamina B12 ed acido folico
    glicemia
    ⇾ test tossicologici
  • Esame delle urine
  • Analisi del liquido cerebrospinale.

Possibili cure alla demenza senile

Esistono determinate forme di demenza, tipo Malattia di Alzheimer demenza vascolare, le quali non posseggono una cura, e nemmeno farmaci in grado di bloccare la degenerazione neuronale. Ulteriori ricerche sono tutt’oggi in corso.

Nonostante la cura sia inesistente, è possibile però migliorarne i sintomi, ritardando la propria autonomia, mediante:

  • Farmaci come anticolinesterasici, memantina, antiossidanti, antipsicotici atipici ed antidepressivi
  • Fisioterapia
  • Terapia del linguaggio, tipo la logopedia
  • Terapia occupazionale, o meglio occupando la vita del soggetto con attività tipo disegno, pittura, carte o ceramica
  • ROT, o reality orientation therapy, cercando di riorientare il soggetto nei propri ambienti, oppure stimolandolo con ripetizioni verbali, visive, scritte o musicali.

Nel caso in cui si provi a curare una demenza secondaria, si dovrà passare allora anche alla cura della patologia che vi è alla base.

Quando si ammala un soggetto di demenza, il riscontrò ci sarà sull’intera famiglia e su chi gli vive accanto. L’esperienza non è molto semplice, in quanto si dovrà imparare a conoscerli in un’altra versione, portando magari maggiore pazienza nell’ascoltarne il linguaggio lento, i gesti e le nuove necessità non sempre espresse.

Laddove non si avesse la forza sufficiente ad affrontare questa “nuova vita”, è possibile scegliere di collocare il paziente in case di riposo, oppure chiedere assistenza a del personale competente.

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