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Crusca di Avena: che cos’è, valori nutrizionali, utilizzi e controindicazioni

Crusca di Avena: che cos’è, valori nutrizionali, utilizzi e controindicazioni

Risultante essere una scoria dei processi di raffinazione dell’avena, e dunque un cereale colto nel continente Europeo e nel Medio Oriente, è la crusca d’avena.

Quest’ultima risulta essere un prodotto il quale, similmente a molteplici cereali, tende ad essere presente nei regimi alimentari dei popoli di basso rango oppure degli animali, contrariamente al frumento, il quale tende ad essere adoperato al fine di alimentare i popoli più ricchi.

Che cos’è la crusca di avena?

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Per quanto concerne l’avena, risulta essere sprovvista di glutine, ed il suo qualitativo nutrizionale risulta pari e spesso maggiore al frumento. Tuttavia, per quanto concerne la crusca, presenta un elevato quantitativo di fibra alimentare e proteica, un ridotto quantitativo di acidi grassi polinsaturi e un favorevole apporto di magnesio e niacina.

Ciò nonostante, affinché si possa apportare nel soggettivo regime alimentare, un corretto apporto di crusca, risulta opportuno svolgere una suddivisione tra i vari tipi di crusca maggiormente presenti sul mercato, e dunque: la crusca di frumento e la crusca di avena.

Primaria differenziazione risulta essere legata all’apporto di vigore totale, poiché la crusca d’avena conferisce un maggior apporto chilo calorico a differenza della crusca di frumento. Per quanto concerne i macronutrienti, la farina d’avena presenta una quantità lipidica e proteica maggiore, sebbene abbiano entrami livelli pari di acidi grassi saturi e monoinsaturi.

Contrariamente, per quanto concerne i grassi polinsaturi risultano pari alla crusca di frumento. I glucidi, invece, risultano compresenti in quantitativi ridotti all’interno della farina di avena. Per quanto concerne il ferro e il magnesio, la crusca di frumento conferisce quantitativi raddoppiati a differenza della crusca d’avena, contrariamente all’apporto vitaminico, il cui parallelismo risulta maggiormente complesso.

La crusca di frumento vanta quantitativi elevati di tocoferolo, contrariamente alla crusca d’avena, la quale presenta dosaggi maggiori di Tiamina. Ulteriore differenziazione consiste nell’apporto di fibre, sebbene risulti opportuno precisare che la crusca di frumento presenti quantità triplicate contrariamente alla crusca dell’avena.

Ciò nonostante, la crusca d’avena rientra tra le sorgenti migliori di fibre solubili, poiché maggiormente benevola a differenza di ulteriori varietà di cereali. Inoltre, la crusca di avena risulta essere un alimento che supplemento oppure congiunge la crusca di frumento. Ovviamente, avendo al suo interno quantitativi di fibre ridotte, risulta ottimale nei regimi alimentari dei soggetti che non hanno bisogno di integrare alti quantitativi di fibre affinché si possa regolamentare la funzione dell’intestino.

Pertanto, risulta possibile affermare che:

  • cibi aventi un elevato quantitativo di fibre insolubili (quali la crusca di frumento), tendono a tenere in sé l’acqua e accrescono la massa fecale velocizzando il decorso intestinale. Risultano pertanto consigliati nelle situazioni di stiticheria e costipamento
  • cibi aventi un elevato quantitativo di fibre solubili (quali la crusca di avena), tendono a produrre una massa gelatinosa e vischiosa, causa dell’accrescimento di appetenza e dell’abbassamento dell’assimilazione lipidica e glucidica. Inoltre, agevolano i quantitativi glicemici

Valori nutrizionali

Al fine di prediligere la tipologia di crusca da comperare sul mercato, affinché si possa congiungere al proprio regime alimentare, risulta consigliabile differenziare i corrispettivi valori nutrizionali delle crusche maggiormente rintracciabili sul mercato, e dunque: crusca di frumento e crusca di avena.

Utilizzi

Ottimali al fine di ovviare la stipsi ed incentivare il corretto reflusso, sono le fibre. Questo perché, quest’ultime incentivano la contiguità fecale, agevolandone la robustezza ed ovviando l’eccedenza di calmanti.

Al fine di appagare il corretto apporto del fabbisogno giornaliero di fibre, si consiglia di consumare frutta e verdure, congiuntamente a pane e cereali integrali, noci oppure mandorle e crusca d’avena, insieme ad un po’ di yogurt, una macedonia di frutta oppure un piatto di verdure. Ulteriore beneficio è legato alla funzione sul colesterolo cattivo (LDL), poiché la crusca permette la mancata assimilazione del colesterolo.

Inoltre, si richiede l’accostamento ad un regime alimentare differenziato e regolare, delimitano la consumazione di cibi dall’alto quantitativo di grassi saturi. Risulta inoltre ottimale per coloro che sono affetti da diabete di tipo 2, nei casi in cui il soggetto deve controllare la glicemia svolgendo un regime alimentare regolare, dal ridotto apporto di zuccheri e di materie grasse, e svolgendo esercizio fisico. Questo perché le fibre solubili presenti all’interno della crusca d’avena incentivano la rimozione del colesterolo, ostacolando l’accrescimento dei livelli di zucchero all’interno del sangue susseguentemente alla consumazione delle pietanze.

Opera azione di salvaguardia per quanto concerne il contrasto del cancro al colon-retto. Le corrispettive fibre agevolano la salvaguardia del cancro al colon. Determinate ricerche hanno affermato che popoli che tendono a consumare 50 g di fibre al dì tendono ad essere meno affetti dal tumore al colon. In aggiunta, la crusca permette di agevolare la sazietà, in quanto nel momento in cui giunge allo stomaco, tende ad essere imbevuta di acqua. Pertanto, permette di dissolvere completamente la sindrome della fame nervosa, eliminando problemi di sovrappeso e obesità.

Al fine di agevolare la sazietà, risulta raccomandabile assimilare la crusca di avena congiuntamente a un abbondante bicchiere di acqua, affinché si possa sgonfiare lo stomaco, rimuovendo dunque l’appetenza. Le fibre della crusca d’avena abbassano le percentuali di grasso assimilate dall’intestino tenue, contrastando il subentro di patologie cardiovascolari. Ciò nonostante, risulta opportuno affermare che non è un cibo che opera miracoli, sebbene abbia la capacità di abbassare le problematicità salutari.

Mediante le fibre solubili, la crusca d’avena risulta essere il peculiare ingrediente dei biscotti calmanti, gustosi ed ottimali al fine di comportare in rinvenimento dell’intestino pigro e contrastare stipsi.

Controindicazioni

La crusca d’avena risulta essere sconsigliata a soggetti affetti da intollerabilità al glutine e soggetti celiaci. Questo perché il glutine risulta essere una proteina presente all’interno della sementa dei cereali, di cui l’avena. Risulta essere una gliadina, e dunque una zona del glutine rintracciabile all’interno del grano, causa di reazioni nei soggetti.

La consumazione di glutine, comporta pertanto fastidi all’intestino. Ad oggi, non vi sono cure specifiche al fine di trattare la patologia. La sola terapia curativa richiede lo svolgere un regime alimentare sprovvisto di glutine. L’avena non presenta al suo interno gliadina, altresì avenina, e dunque una molecola similare.

Sebbene determinati soggetti sottolineano la tollerabilità alla crusca d’avena nei soggetti affetti da intollerabilità al glutine, l’AFDLAG (e dunque l’Associazione Francese di Intolleranti al Glutine) afferma che: “Non è da escludere che nel ciclo di confezionamento si possa ritrovare qualche chicco di grano, con una percentuale marginale ma problematica per chi è intollerante al glutine“.

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