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Salice: che cos’è, proprietà, utilizzi e controindicazioni

Salice: che cos'è, proprietà, utilizzi e controindicazioni

Risultante essere un arbusto rientrante nel gruppo delle Salicaceae, il salice tende ad essere conosciuto per le caratteristiche antinfiammatorie, antinevralgiche ed antifebbrili, alquanto ottimali per contrastare reuma, mal di testa e febbre.

Proprietà del Salice

Il salice presenta un tegumento avente al suo interno glicosidi fenolici, aldeidi, acidi aromatici, flavonoidi e tannini. Raffigurante il principio attivo peculiare dell’arbusto date le caratteristiche che esso svolge è la salicina.

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Tutte queste caratteristiche lo rendono ottimale da essere adoperato sotto forma di integratore biologico. Ottimo per combattere ulteriormente nevralgie e patologie connesse al raffreddamento. Così come la spirea, i fitocomplessi presenti all’interno del tegumento di tale pianta svolgono funzione in minor misura indisponente per la mucosa gastrica, contrariamente all’acido acetilsalicilico.

In aggiunta, la presenza di flavonoidi svolge funzione vasoprotettiva ed antinfiammatoria. Laddove venga utilizzato esternamente, l’acido acetilsalicilico tende ad essere adoperato per la produzione di pomate e lozioni per appunto curare molteplici malattie dermatologicamente testate come, acne, fosfora, psoriasi, dermatite seborroica, durone, calli e verruche, in quanto capace di operare in maniera cheratolitica.

Utilizzi

Internamente, il salice viene adoperato sotto forma di insolvente. Basta difatti porre un cucchiaio di tegumento di salice all’interno di una tazza di acqua. Porre il tegumento precedentemente frammentato all’interno di acqua gelida e porre sulla fiamma portando ad ebollizione. Nel momento in cui inizia a bollire spegnere la fiamma. Porre un coperchio e lasciare ad infusione per una 10ina di minuti. Depurare il composto e abbeverarsi.

  • 30 – 40 gocce di tintura madre all’interno di un po’ d’acqua e bere 2-3 volte al dì susseguentemente ai pasti;
  • 1 o 2 pillole di estratto essiccato da prendere 2 volte al dì susseguentemente ai pasti;

Controindicazioni

L’acido salicilico svolge funzione antiaggregante piastrinica, e dunque non obbligatoriamente si vede somministrato da soggetti che seguono trattamenti anticoagulanti. Pertanto si consiglia di prestare attenzione ai dosaggi specialmente se il soggetto è affetto da allergia ai salicilati e si sconsiglia la somministrazione a soggetti in fase di gestazione ed allattamento.

Arbusto di Salice

L’arbusto di salice presenta una criniera schiusa e una ramificazione affusolata, elastica e rigida capace di giungere a 25 metri di altura. Ha un tegumento di tonalità giallognola o spesso grigiastro-rosso. Il fogliame giovanile risulta essere strettamente ellittico, con estremi appuntiti e stipole instabili e di piccola dimensione con frastagliature aventi peluria su entrambi i poli, contrariamente al fogliame maturo che ha un lato sovrastante avente pochi peli mentre quella sottostante si presenta completamente piena di peli capaci di donare una tonalità biancastra.

La ramificazione si presenta composta da amenti differenziati a seconda del sesso. Nel caso degli amenti maschili hanno una lunghezza che raggiunge i 7 cm con un doppio filo e un antere giallognolo. Mentre gli amenti femminili risultano essere maggiormente peduncolati e minuti. Il frutteto risulta composto da chiusure imberbe e remunerative che si schiudono in un doppio frammento lasciando cadere della sementa cotonosa. La categoria salix ha al suo interno all’incirca 300 varietà aventi una dinamica crescita ed un insufficiente vita.

Proveniente dal continente europeo, asiatico ed africano, si sviluppa in aree inumidite e nel decorso delle sorgenti sino a 1000 m. di altezza.

Il denominativo Sal-lis si traduce come vicino all’acqua e ciò appunto è connesso all’habitat del salice, ossia in terre inzuppate d’acqua o lungo le aree melmose. Il nome alba sta probabilmente a rappresentare il fogliame e la corrispettiva tonalità tendente al grigiastro-argenteo con una percettibile presenta di peli sottostanti che conferiscono alla criniera un profilo biancastro-argento. Le proprietà terapiche svolte dal tegumento si conoscono sin dai tempi antichi. Difatti, tale allucinogeno era presente all’interno dei testi di Ippocrate, di Dioscoride e di Plinio durante il I secolo d.C. che conferiscono alla pianta caratteristiche febbrifughe ed analgesiche.

Durante il Medioevo l’uso tende ad essere più scarso, in quanto la ramificazione tende ad avere una maggiore elasticità che la vede adoperata per produrre ceste ed ulteriore oggettistica di vimini. Tale denominativo risale al gruppo Salix viminalis, la cui ramificazione risultava essere particolarmente adoperata. Durante l’epoca Normanna, la scuola medica Salernitana conferisce al salice caratteristiche anafrodisiache capace di impedire la libidine e dunque la formazione. Le ricerche storiche su tale pianta si sono aggiornate il 20 giugno del 1803 collocando l’interruzione dell’import di ciascun prodotto originario delle comunità dell’Inghilterra.

Tutto ciò comportò il blocco dell’import dal continente Americano ugualmente del tegumento di china e portando gli studi a prediligere l’uso di un farmaco autoctono europeo ossia il Salice. L’acido di salice difatti fu molto richiesto dalle aziende farmaceutiche del periodo. Fu durante il 1874 che Von Heyden pose un limite alla metodologia di sintesi industriale di tale acido, riducendo le spese e decifrando i rischi di rinvenibilità dell’acido salicilico.

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