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Linfedema: che cos’è, cause, sintomi e possibili cure

Linfedema: che cos'è, cause, sintomi e possibili cure

Il linfedema è una patologia che ha come sintomo principale e più evidente il gonfiore degli arti (superiori o inferiori), dovuto all’accumulo e al ristagno di liquido nell’organismo.

Sintomi del linfedema

L’arto superiore o inferire affetto da linfedema appare gonfio e turgido alla vista, talvolta è di consistenza fibrosa e dolorante. Ciò è dovuto all’accumulo di liquido linfatico nei tessuti.

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Altri sintomi potrebbero essere: alterazione del colore della pelle; difficoltà nella mobilità dell’arto; prurito e turgidità della zona colpita; potrebbe essere accompagnato anche da ipercheratosipapillomiinfezioni fungine.

Cause dei linfedemi

Il linfedema è causato ma un malfunzionamento dei linfonodi che non drenano la linfa.
In particolare, il linfedema primario è causato da un cattivo funzionamento del sistema linfatico.

Il linfedema secondario, invece, può avere svariate cause. A seconda della causa scatenante, quindi, si distingue tra linfedema primario e secondario.

Linfedema primario

La cui causa principale è l‘ipoplasia linfatica (o il rallentamento delle funzioni dei linfonodi); possono essere dovuti a mutazioni genetiche dei recettori coinvolti nella crescita vascolare.
Alcuni esempi sono la sindrome delle unghie gialle; la sindrome di hennekam (che comporta disturbi intestinali, deformazioni della faccia e ritardo mentale).

Si distinguono tre tipologie di linfedema primario, a seconda dell’età in cui si manifesta:

  • Linfedema congenito: costituisce il 25% del totale dei casi di linfedema primario. Esso è evidente fin dalla nascita del bambino, ed in particolare colpisce le femmine. Si sviluppa maggiormente negli arti inferiori. Le forme congenite potrebbero essere causate da una malattia ereditaria di Milroy
  • Linfedema preococe: costituisce il 60% del totale dei casi di linfedema primario. Può comparire dal momento della nascita fino ai 35 anni. Generalmente i primi sintomi iniziano a farsi sentire durante la fase della pubertà
  • Linfedema tardo: costituisce il 10% del totale dei casi di linfedema primario. Si tratta di quei rari casi in cui il linfedema compare dopo la nascita

Linfedema secondario

E’ causato da interventi chirurgici con dissezione, radioterapia, ostruzione tumorale, insufficienza venosa cronica.
In caso di tumore (frequentemente cancro alla mammella), ad esempio, i linfonodi non svolgono la loro funzione perchè sono stati asportati; la radioterapia non inibisce quanto rallenta l’attività dei linfonodi.

Il linfedema secondario potrebbe essere causato anche da patologie (disfunzione sopravvenuta dell’apparato linfatico), come:

  • adenopatia
  • diabete
  • cancro alla gola, colon, ovaie, utero
  • linfonodi ascellari, cancro al seno
  • cancro alla prostata, testicoli
  • linfangite
  • cellulite batterica
  • erisipela
  • obesità patologica (i vasi linfatici vengono schiaccati dall’adipe)
  • ustioni gravi
  • coaguli di sangue causati da particolari farmaci

Stati dei linfedemi

Il linfedema non resta sempre uguale nel tempo, il gonfiore ed il dolore possono mutare nel tempo, ed in questo cambiamento i dottori sono riusciti ad individuare delle fasi certe di sviluppo: gli stadi.

Naturalmente, uno stato più avanzato corrisponde ad una condizione più aggravata dello stadio precedente.

Al primo stadio il linfedema è curabile manualmente dal medico ed il problema più essere risolto in qualche ora.

Al secondo stadio, l’infiammazione si è già trasformata in fibrosi, per cui è troppo tardi per curare manualmente il linfedema. C’è bisogno di altri tipi di interventi.

Al terzo ed ultimo stadio il linfedema si è ormai indurito, ed è irreversibile, data la completa fibrosi dei tessuti.

Possibili cure per il linfedema

Non esiste, in realtà, una cura definitiva per l’edema, ma è possibile attuare svariate accortezze che vi aiuteranno a convivere meglio con questo problema.

Sicuramente mobilitare la zona colpita dall’edema, compiendo dei movimenti meccanici per evitare che il liquido linfatico ristagni, può aiutare.
Esistono dei veri e proprio massaggi manuali linfodrenanti, i quali vengono esercitati da professionisti.

Un’altra opzione potrebbe essere quella di utilizzare sul linfedema impacchi di argillla verde, con bendaggi specifici volti a drenare e compattare i ristagni. L’arto ne uscirà decongestionato e sicuramente meno infiammato.

Sotto indicazione del medico fisioterapista si può anche svolgere esercizio fisico, secondo un programma predeterminato sulla base dello stadio del linfedema. Da esso, infatti, dipendono l’ampiezza e l’intensità dei movimenti che si possono compiere.

Se il linfedema interessa gli arti inferiori, si consiglia di dormire con le gambe leggermente sollevate rispetto al bacino, in modo tale da non schiacciarlo e provare dolore.

Ultima, ma non per importanza, c’è l’alimentazione da tenere sotto controllo. E’ meglio evitare l’assunzione di latte, derivati, carni rosse, carboidrati, zuccheri industriali, merendine confezionate, bevante gassate, alcool (e fumo).
Tutti questi alimenti, infatti, potrebbero peggiorare l’infiammazione dei tessuti, facendo ristagnare le tossine e portandoli in acidosi.

Fatta eccezione per questi rimedi, non esiste, in realtà una vera propria terapia di guarigione per il linfedema; quelle consigliate sono quelle decongestive da fare periodicamente come linfodrenaggio, bendaggio, pressoterapia, tutori.

Si può ricorrere alla chirurgia soltanto in casi estremamente gravi.

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