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Erisipela: che cos’è, cause, sintomi, diagnosi e possibili cure

Erisipela: che cos'è, cause, sintomi, diagnosi e possibili cure

L’erisipela è un’infezione acuta, causata dallo, interessa gli strati meno superficiali della cute, in particolare le ghiandole linfatiche.

L’infezione generalmente si presenta come un arrossamento ed un ingrossamento dei linfonodi.

Cause dell’erisipela

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La principale causa dell’erisipela è l’attacco all’organismo da parte dello Streptococco β emolitico di gruppo A. Tuttavia questo non è l’unico batterio in grado di causare l’erisipela, ci sono anche gli stagilococchi, l’Haemophilus influenzae e l’Acinobacter.

E’ molto frequente, infatti, che tutti questi microorganismi raggiungano il nostro organismo penetrando attraverso la nostra pelle, ed in particolare grazie a: ferite, traumi, punture di insetti o altri tipi di infezioni che causano una lacerazione della cute (soprattutto quelle fungine).

Altri possibili fattori di rischio per l’insorgenza dell’erisipela sono:

  • una cattiva circolazione della linfa nei vasi appositi
  • la sottoposizione a interventi chirurgici, come asportazione della vena safena (in caso di insufficienza venosa)
  • il diabete

Contagio e trasmissione

Di per se’ l’erisipela non è contagiosa.
Ciò è avvalorato anche dal fatto che è un’infezione che colpisce gli astrati più profondi dell’epidermide, rendendo il contagio in ogni modo molto difficile.

Sintomi dell’erisipela

I sintomi di tale patologia si presentano al termine del periodo di incubazione, che generalmente dura 48 ore.
I principali sintomi che ci permetto di sospettare un’erisipela sono:

  • febbre alta (fino a 40°)
  • brividi diffusi in tutto il corpo
  • malessere generale
  • comparsa di chiazze, rigonfiamento di una zona della cute, la quale alla vista appare lucida ed al tatto molto liscia. Inoltre, questa zona lesa è ben delimitata
  • è possibile che sulla chiazza si formino delle bolle di sangue (erisipela bollosa)
  • è possibile che il tessuto colpito vada in necrosi (erisipela gangrenosa). Questa condizione si verifica principalmente negli individui con difese immunitarie basse
  • se l’erisipela colpisce gli arti inferiori, uno dei sintomi può essere anche il rigonfiamento della zona posteriore al ginocchio (cavo popliteo)
  • se l’erisipela colpisce il volto, uno dei sintomi può essere anche il rigonfiamento dei linfonodi posteriori alle orecchie
  • E’ possibile che l’erisipela guarisca in una zona del corpo e compaia in un’altra. (erisipela migrante)

L’erisipela si può diffondere in qualsiasi zona del corpo, sebbene gli arti inferiori e superiori siano quelli maggiormente colpiti.

Diagnosi dell’erisipela

Il principale metodo di diagnosi dell’erisipela, condotto dal medico, è l’analisi a livello clinico delle alterazioni cutanee e dei sintomi.

Possono esser predisposti anche degli esami di laboratorio, ma essi sono in realtà poco utilizzati in quanto vengono considerati una perdita di tempo: non vanno altro che confermare quanto è già stato osservato con l’esame clinico.

Tuttavia, l’esame di laboratorio può tornare utile per distinguere l’erisipela da altre due patologie che presentano sintomi simili ad essa:

  • l’eritema nodoso, che interessa l’ipoderma, infiammandolo; esso tuttavia non prevede la febbre come sintomo
  • la tromboflebite, ossia un’infiammazione delle vene che blocca i flussi sanguigni. Ciò ha come conseguenze rossori, eritemi e gonfiori

Complicazioni dell’erisipela

Se viene prontamente individuata e curata l’erisipela non comporta alcuna controindicazione, avendo anche un processo di guarigione molto veloce.

Se, invece, non viene repentinamente e adeguatamente curata l’infezione si può estendere fino alla fascia muscolare sottocutanea e provocare la necrosi dei tessuti.
Queste complicazioni sono particolarmente pericolose per i neonati, gli anziani e i soggetti con basse difese immunitarie.

Possibili cure dell’erisipela

La principale terapia per l’erisipela è l’assunzione di antibiotici per combattere il batterio che ne è la causa (penicilline, cefalosporine).
Se la zona infetta dovesse risultare dolorante è possibile associare agli antibiotici anche degli antidolorifici.

I tempi di guarigione sono molto brevi: un giorno o due. Tuttavia risulta essere anche molto recidiva, e quindi è possibili che si ripresenti periodicamente.
Per evitare la recidiva si consiglia di avere un’attenta igiene locale della zona colpita e controllare i fattori a rischio.

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