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Enula Campana: che cos’è, proprietà, utilizzi e controindicazioni

Enula Campana: che cos'è, proprietà, utilizzi e controindicazioni

L’ enula campana risulta avere un elevato quantitativo di peculiarità benefiche, tra cui peculiarità mucolitiche e di diuresi, agevolando eventuali problemi di muco, chiragra e reuma. Molteplici sono le corrispettive peculiarità e le ipotizzabili pericolosità.

Che cos’è l’Enula Campana?

Codesta tipologia di pianta erbacea si presenta con un grande rizoma carnoso ricco di rami e con un tronco alquanto solido, il quale raggiunge un altura pari ai 100-200 cm. Si presenta colmo di peli e corimbo. Il fogliame risulta essere esteso, imberbe, con denti, in superficie scabroso e inferiormente ricco di peluria. Il fogliame sottostante si presenta alacre e quello sovrastante sessile. I boccioli presentano spunte di tonalità giallastro-dorate. Mentre il raccolto presenta acheni glabri senza trangugio.

Proprietà dell’Enula Campana

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Il bulbo di tale pianta erbacea presenta al suo interno olio essenziale (circa 1-3%), steroli, mucillagine, pectine, acido ascorbico e dunque tali composti lo presentano come una sorgente alquanto fondamentale in ambito medico.

L’olio essenziale presente al suo interno favorisce la funzione eupeptica adatta per risolvere problemi di brusca digestione ed disappetenza. Inoltre l’Enula Campana è nota per le peculiarità antisettiche, espettoranti e fluidificanti e dunque per risolvere problemi respiratori (specie in caso di catarro, bronchite cronica e/o acuta, dispnea ed enfisema).

Mescolanza di alantolattoni conferisce alla pianta erbacea note peculiarità antinfiammatorie ed antisettiche, elaborando funzione antifungina, antielmintica e di diuresi. Tali funzioni agevolano la rimozione di urea e cloruri, dando all’Enula Campana il ruolo che lo vede ottimo per contrastare la chirarga ed ulteriori patologie reumatiche.

Tisane e preparati risultano trattamenti favorevoli per risolvere problemi di pruriggine successivamente ad eczemi, dermatiti, herpes ed eczema della cute.

Utilizzi dell’Enula Campana

L’Enula Campana può essere adoperata sia internamente che esternamente.

Internamente, preparando tisane ed infusioni a base di essenza. Basta difatti miscelare all’interno di una tazzina di acqua 1 cucchiaio di bulbo di Enula. Bisogna dunque porre all’interno di acqua calda l’Enula e chiudere la fiamma. Porre un coperchio e lasciare il tutto all’incirca per una 10ina di minuti. Poi, depurare il composto ottenuto e sorseggiare l’infuso 3 volte al dì, al fine di placare eventuali problemi di catarro e dunque rimuovere eventuali acidi urici.

Oppure somministrare Tintura madre a base di Enula, circa 30 gocce da assumere 3 volte al giorno distante dal pasto.

Esternamente, bisogna assumere un insolvente (circa 10-30 gr. di bulbo) all’interno di 500 ml. di acqua. Bisogna porre il bulbo precedentemente frantumato all’interno di acqua gelida, accendere la fiamma e far bollire, dopo di che arrestare la fiamma. Porre un coperchio e lasciare il tutto all’incirca per una 10ina di minuti. Utilizzare sull’epidermide, solo dopo che si sia freddato il composto, al fine di placare e alleviare eventuale pruriggine e fastidi della cute.

Controindicazioni sull’Enula Campana

Tale pianta erbacea è capace di dare vita a dermatiti, pruriggine, arrossamenti della mucosa, nausea, dissenteria e spasmi. Ulteriori fattori sono connessi all’eccessiva sensibilità nei confronti di uno o più composti presenti all’interno del bulbo.

L’utilizzo di tale pianta risulta controindicato a donne in fase di gestazione e/o allattamento. Bisogna declinare l’utilizzo di merce avente al suo interno Enula Campana specialmente nel corso del trattamento con prodotti farmacologici favorevoli per la diuresi al fine di ovviare ad effetti collaterali ed influenza.

Abitabilità

Proveniente dal continente Asiatico, la pianta erbacea si sviluppa in maniera spontaneamente ugualmente nelle regioni europee, laddove tende ad essere raccolta per ragioni mediche diffondendosi in maniera spontanea nel Mediterraneo. É possibile rintracciare l’Enula Campana in molte zone italiane, specialmente laddove vi sono rovine e boschi inumiditi, aree tagliate e cavità, cosi come campi e distese igrofili.

Storicità

La denominazione Helenium si dice provenga dal denominativo Elena, la quale, secondo una leggenda, si dice avesse tra le mani questa pianta nel momento in cui si incamminò verso Troia. L’accostamento nel campo della scienza fu adoperato da Carl von Linné, intorno al 1753.

Secondo Plinio: “Si dice che l’elenio sia nato dalle lacrime di Elena e all’elenio si attribuiscono virtù cosmetiche: mantiene perfetta, nutrendola la pelle femminile, sia del viso che del corpo. Inoltre dicono che il suo impiego, conferisca alle donne bellezza e un fascino sensuale…” Visto che la pianta era in qualche modo collegata alle vicende di Elena di Troia, il grande storico e naturalista romano pensò di attribuire alla pianta virtù cosmetiche, anche se in realtà, non ha nulla a che vedere con la bellezza femminile.

Pertanto risulta essere ad oggi un prestigioso trattamento, accertato da tutti gli autori antichi e in qualsiasi Farmacopea date le peculiarità sedative connesse al catarro e alla diuresi.

Adoperata anticamente per produrre liquori (come il vino d’Enula adoperato sotto forma di aperitivo), ad oggi viene utilizzato ugualmente in Alzazia per produrre reps, ossia una bibita ottenuta dalla macinazione del bulbo all’interno del mosto. Difatti, anni fa il bulbo dell’Enula Campana tendeva ad essere adoperato in ambito medico sotto forma di Stomachica (al fine di svolgere azione digestiva), sotto forma di vermifuga (al fine di rimuovere vermi all’interno dell’intestino), tonica (fortificando l’organismo) e sotto forma di diuresi (favorendo la liberazione di urina).

Tendeva ad essere adoperata per pitturare indumenti di cotone e di lino di color blu e per tinture aggiungendo more di rovo. Ad oggi viene utilizzata all’interno dei parchi al fine di dare vita ad estese chiazze di colorazione.

Durante i primi anni del ‘900 fu separata dal fitocomplesso del bulbo l’inulina, apportante importanti peculiarità ristrutturanti della flora batterica, poichè capace di accrescere la consistenza di bifidobatteri e di ridurre la consistenza di batteri dannosi.

 

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