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Pectina: che cos’è, proprietà, controindicazioni e dove trovarla

Pectina: che cos’è, proprietà, controindicazioni e dove trovarla

Corrispondente ai carboidrati non digeribili, la pectina consiste in un polisaccaride presente internamente alla facciata delle cellule dei tessuto delle cormofite. Costituita da anelli l’uno dentro l’altro di molecole semplici di acidulo galatturonico, legati l’uno all’altro da catene di tipo a-(1-4), la pectina si presenta come una vera e propria fibra scioglibile. É nota per essere utilizzata al fine di ottenere varietà di marmellata nonchè gelatina a base di frutti, seppur contiente al suo interno molteplici proprietà favorevoli per il dimagrimento.

Giornalmente, si ingeriscono pochi grammi di tale polisaccaride (2-6 grammi in base ai programmi alimentari seguiti). Essa si ottiene dalla coltivazione di frutti e ortaggi (specialmente mele, prugne, mele cotogne, agrumi e uva spina). Presentatosi come la più facoltosa sorgente, l’albedo (meglio identificabile come pelle bianca), tende a depositarsi intorno agli agrumi succivamente all’eliminazione della scorza.

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Per tali motivazioni, gli specialisti della nutrizione pongono al primo posto la predilezione ai frutti veri e proprio e non ai frutti adoperati per creare succhi a base di frutta o spremiture, contenenti un elevata presenza di zuccheri ed uno scarso quantitativo di fibre.

I frutti maturi presentano una diversificata presenza di pectina, questo perchè spesso tale tipologia di frutti vengono adoperati al fine di produrre gelatine sublimi, contrariamente ad altri frutti adoperati per produrre marmellate più liquide, che vedono pertanto l’opportuna agglomerazione di pectina a base di sfarinatura o l’aggiunta di ulteriore frutta ricca di tale sostanza (come possono essere le mele cotogne e/o le scorze degli agrumi). In questo ambito, l’abilità di produrre gelatine eccellenti è maggiore per quanto concerne l’utilizzo di frutti agri, in quanto quest’ultimi a differenza dei frutti maturati presenta nella pectina un minor grado di idrolisi enzimatica.

Utilizzi

In ambito dell’industria, tale sostanza viene spesso ottenuto naturalmente (poichè contenuta nelle mele, nella sansa, nel bianco della scorsa di agrumi e generalmente dai prodotti ricavati dall’estratto di succhi a base di frutta).

Nell’ambito dell’industria, nel campo nutrizionale e in quello ipocalorico-farmacologico, le proprietà della pectina sono le medesime. Accostata all’acqua, tale sostanza di presenta sotto forma di materiale solido elastico, reso più forte dato il quantitativo di acido e di zuccheri. Nel campo microscopico, ciò da vita ad un reticolato a tre dimensioni, dove restano bloccate molecole d’acqua e sostanze diversificate.

Per i benefici del ventre

Caratteristiche gelatinizzanti e decongestionanti appartengono alla pectina e risultano essere particolarmente efficienti al fine di normalizzare la funzionalità dell’intestino. In caso di dissenteria, similmente alla marmellata estremamente liquida, tale sostanza tende ad accrescere la solidità degli escrementi. Contrariamente, in caso di stitichezza, la pectina in aggiunta ad acqua, comporta il normale flusso, apportando un’elevata malleabilità nella zona delle feci spiegando la colica intestinale (che funge da ottima sollecitazione al fine di apportare contrazioni e dunque conferire lo sgombrero).

In caso di colesterolo elevato

Tale sostanza viene inoltre adoperata al fine di produrre medicinali che fermino il riflusso, seppur il loro ruolo primario risulti essere legato all’ambito ipocalorico. Per quanto concerne il ventre, la pectina, relativamente pesante e pertanto non riassorbibile, tende a bloccare un elevato quantitativo di acidi biliari, andando dunque a contrastare il regolare assorbimento agevolando l’abolizione mediante la funzione delle feci. Tali acidi biliari, vedono in tale categoria lo stesso colesterolo, i quali insieme tendono a compire la funzione primaria per quanto concerne procedimenti di assimilazione ed ingestione di lipidi. Lo stesso utilizzo di medicinali e/o integratori tendono a circoscrivere l’assimilazione, da parte del ventre, di acidi biliari andando pertanto a esortare l’estratto ex-novo di quest’ultimi. Dato che tali procedimenti vedono l’uso del colesterolo, tali sostanza tendono a diminuire il concentramento di Colesterolo LDL nel flusso sanguigno, andando contrariamente ad innalzare il Colesterolo HDL. In questo caso il tesauro di resina incamera gli acidi biliari (noti come Eztimibe) nonchè la stessa sostanza di pectina, la quale svolge una funzione fondamentale per quanto concerne la cura di aterosclerosi e ulteriori patologie (quali cardiopatia ischemica, infarto, ictus, problemi alle arterie occlusive-periferiche, ecc..).

Sotto forma di prebiotico

Normalmente, l’assimilazione di pectina nell’intestino mediante l’endoparassita intestinale, non solo comporta la propagazione di germi positivi ostacolando dunque i germi cattivi, ma genera acidi grassi la cui funzione è quella di alimentare la mucosa intestinale conferendo in aggiunta una riduzione del livello di colesterolo, proteggendo da eventuale formazione di tumori all’apparato digerente.

In caso di diabete

La pectina assimilata in un’alimentazione ricca comporta la diminuzione di eventuali problemi che riguardano cuore e vasi sanguigni. Ciò è dato anche dalla sua funzione di catturare zuccheri presenti nell’intestino, andando dunque a rallentare l’assimilazione. Tale stabilizzazione risulta essere fondamentale al fine di curare eventuali problemi di diabete di tipo II cosi come di ipertrigliceridemia.

Dosaggi ed utilizzi

Studi scientifici che vedono dosi di pectina hanno attestato le caratteristiche che tale sostanza comporta, attraverso l’assimilazione quotidiana di 15 grammi.

Nella normalità dei casi, non è opportuno valersi di integratori caratteristici, salvo prescrizione di medico e/o specialisti che raccomandano l’utilizzo. É pertanto opportuno essere a conoscenza di quanto sia importante assimilare frutta e verdura in un’alimentazione quotidiana (all’incirca 5/6 frazioni giornaliere), le quali non solo si presentano abbienti di tale sostanza ma in più presentano sostanze aventi proprietà sinergiche.

Consumando giornalmente una porzione costituita da due mele e un’arancia permette di apportare nell’intestino circa 10 grammi di pectina. Dunque maggiormente rilevante rispetto all’apportare nell’intestino 20 grammi di pectina attraverso l’assimilazione di cibi con un basso contenuto vegetativo.

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