Le endorfine risultano essere ormoni risiedenti all’interno dell’organismo umano, e la loro funzione è quella di generare allegria e felicità.
Da ciò si evince che la loro presenza risulta essere fondamentale per noi, dunque scovare metodologie naturali per ottenerne di più non può essere che un bene.
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Cosa sono e dove si trovano le endorfine?
Le endorfine altro non sono che degli ormoni proteici, i quali operano in quanto neurotrasmettitori, o per meglio dire, subentrano nel momento in cui c’è da inviare un messaggio mediante sistema nervoso. Il termine vuol significare “morfine endogene“, dato che le si considera proprio degli oppiacei endogeni, vista la loro capacità di intervenire quando si percepisce dolore.
E’ possibile effettuarne una distinzione in classi:
- endorfine alfa, beta, gamma e delta, altresì denominate “endorfine ipofisarie” visto che vengono generate proprio dall’adenoipofisi, quale zona anteriore della ghiandola, e dunque l’ipofisi, presente ai piedi del cranio.
- Endorfine encefaline, generate direttamente all’interno del cervello.
Ulteriori cellule in grado di generare le endorfine risiedono lungo la zona gastrointestinale, ed anche all’interno delle ghiandole salivari e surrenali. Visto che stiamo parlando di molecole di segnalazione, le endorfine operano unendosi a dei recettori, cosicché questa unione possa riprodurre l’invio di un determinato messaggio.
Trovandosi alle giuste condizioni, le endorfine, insieme ai recettori, effettuano un viaggio nell’organismo, inviando così il messaggio appena ricevuto. Le endorfine si trovano in maggior numero prevalentemente in:
- Midollo spinale, dove giungono le fibre nervose, le quali hanno il compito di inviare sensazioni come il dolore, nell’intero organismo.
- Cervello, all’interno delle aree dove si sente ed invia il dolore, si tiene sotto controllo la respirazione, il riflesso di tossire e di tutte le emozioni.
Nel momento in cui il nostro corpo e la nostra mente vengono messi duramente alla prova, da condizioni come lo stress fisico e mentale, si manifesta un incremento della secrezione del CRF-Fattore di Rilascio Corticotropo, quale ormone che stimola l’ipofisi a generare endorfine, prevalentemente del gruppo beta, in grado di elevare la capacità nel sentire dolore e provare piacere.
Come si producono le endorfine?
Le endorfine, in quanto ormoni proteici, rappresentano una vera e propria categoria di proteine, composte da amminoacidi, per cui gli alimenti sono la fonte primaria per l’apporto di questi ultimi.
Alimenti
Esistono degli alimenti considerati proprio “del buonumore”, in quanto composti da amminoacidi che possono proprio consentire l’incremento delle endorfine; tra questi troviamo gli alimenti dolci e zuccherati, che consentono lo sviluppo delle beta-endorfine.
All’interno del cioccolato risiede un neurotrasmettitore alcaloide, ovvero la feniletilamina, in grado di apportare gioia e buon umore, che incrementano soprattutto negli innamorati. Strano ma vero, anche il peperoncino consente l’incremento di endorfine.
Integratori
Tra questi ritroviamo principalmente tutti quelli contenenti sostanze in grado di stimolarne la produzione, tra cui:
- caffeina, assunta specialmente prima degli allenamenti, pare sia in grado di consentire la naturale produzione delle proteine
- ginseng, che opera in maniera diretta sui luoghi implicati nella generazione di morfine endogene
- estratti vegetali, solitamente inseriti in antidepressivi omeopatici, tipo l’estratto di Rhodiola, che consente l’incremento delle beta-endorfine.
Sport
Durante l’attività fisica pare operino attivamente le beta-endorfine, capaci di apportare numerosi benefici, come:
- riduzione dell’ansia
- incremento dell’autostima
- controllo dell’appetito
Se dunque durante lo sport ci scarichiamo, ci sfoghiamo o semplicemente ci distraiamo, all’origine troviamo proprio le beta-endorfine. I suddetti ormoni, visto che elevano la percezione di dolore, ci consentono anche di resistere maggiormente agli sforzi, cosicché l’allenamento possa protrarsi più a lungo.
“Runner’s High”
O meglio lo “sballo del corridore” vuole intendere proprio l’euforia che si ha in seguito ad un esercizio dalla durata maggiore ai 30 minuti, e che sovente interessa maratoneti e ciclisti. a dimostrare questo rilascio delle endorfine è stato propri una ricerca condotta nel 2008, dove si è osservato gli atleti professionisti prima e dopo il loro allenamento.
Stupefacenti
Sono in molti a parlare delle endorfine come se fossero delle droghe naturali. Vogliamo ribadire che è possibile trovare anche delle endorfine sintetiche, o per meglio dire artificiali, inserite all’interno delle droghe, e causa di allegria, euforia, soddisfazione e sicurezza di sé.
Stiamo parlando di sostanze molto pericolose, le quali possono conferire danni a cervello e muscoli del cuore. Queste generano una dipendenza con conseguente riduzione della generazione endogena delle morfine; è da questo che deriva la depressione in cui ci si imbatte quando se ne blocca il consumo.
Controindicazioni delle endorfine
Anche se considerate proprio l’ormone della felicità, le endorfine al contempo possono manifestare anche degli aspetti negativi. Capiamo in che modo:
- Autolesionismo, ovvero quando si sceglie di far del male a se stessi, danneggiando e provocando dolore al proprio corpo, oppure imponendo cambiamenti radicali, come l’anoressia. Questi soggetti in genere si autolesionano mediante tagli e ferite, ed all’origine non è possibile rintracciare solo motivazioni psicologiche, in quanto infliggersi del dolore permette il rilascio delle endorfine che consentono di sopportare il dolore, per cui il soggetto continua a lesionarsi. Visto che le endorfine provocano proprio senso di piacere e rilassamento, questi soggetti non avvertono il dolore ma al contrario senso di compiacenza.
- Motilità intestinale dopo un operazione, in quanto questa può andare proprio a bloccare l’intestino, ma stress emotivo e fisico possono consentire il rilascio delle endorfine e dunque, visto che alcuni recettori sono proprio presenti nel tratto gastrointestinale, dove morfine endogene ed oppioidi iniettati in quanto antidolorifici, vanno proprio a rendere lenta la motilità dell’intestino. Non è un caso che il personale medico si avvalga sovente di medicinali che vadano a bloccare questi recettori, tra cui compaiono anche le endorfine.