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Dieta Iperproteica: che cos’è, come funziona, cosa mangiare e menù di esempio

Dieta Iperproteica: che cos'è, come funziona, cosa mangiare e menù di esempio

Il programma alimentare iperproteico risulta essere un caratteristico programma che prevedere una bassa consumazione di carboidrati connessi ad un alto contributo proteico e di grassi.

Pertanto, risulta opportuno sottolineare l’importanza della proteine e dell’azione che queste svolgono all’interno del corpo umano, precedentemente all’analisi delle qualità e delle lacune di tale programma alimentare.

Come funziona la dieta Iperproteica

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Le proteine o protidi presentano al loro interno un esteso complesso di composti organici costituiti da una serie di aminoacidi connessi tra di loro mediante nessi peptidici.

La peculiare azione delle proteine risulta essere quella di approvvigionare i tessuti degli aminoacidi importanti per i procedimenti di mutamento cellulare. Le proteine presentano specialmente presupposti energetici, seppur all’interno di un programma alimentare bilanciato codesta funzione risulta  marginale.

Codesto procedimento risulta contrariamente attivo nel decorso del digiuno prorogato o nel corso di un’attività fisica ardua prolungata. In ambo i casi gli aminoacidi a catena ramificata prevedono una degradazione energetica.

Cosa mangiare con la dieta Iperproteica

Gli specialisti della nutrizione raccomandano la consumazione di un quantitativo proteico del 15/20%. Codesto dosaggio è strettamente connesso ad un contributo di proteine equivalente agli 0,8-1,2 g di proteine per peso. Al fine di assicurare una valida funzione organica e dunque salvaguardare l’organismo da determinate patologie, tali quantità proteiche devono essere ricavate da 2/3 di alimenti animali e 1/3 di alimenti vegetali (tra cui legumi).

Quest’ultimi risultano difatti cibi aventi un elevato quantitativo di fibre e vitamine capaci di regolarizzare la normale funzione dell’intestino salvaguardando l’organismo da sostanze nocive e sa rimanenze dannose, il più delle volte presenti all’interno delle carni. Tale programma alimentare iperproteico è capace di fornire all’organismo un elevato quantitativo proteico pari a 1,8-2,2 g/kg.

Eccedenza proteica all’interno del programma alimentare iperproteico

L’elevata consumazione proteica varia a seconda del quantitativo complessivo energetico immesso nel decorso quotidiano. Specialmente, nel quantitativo calorico assimilato mediante la somministrazione di carboidrati e di lipidi risulta bastante la copertura energetica e dunque, l’eccedenza proteica tramuta in adiposità di rimessa (programma iperproteico ed ipocalorico).

Nel caso in cui ciò non dovesse accadere, l’eccedenza proteica tende ad essere adoperata al fine di ottenere livelli energetici (programma iperproteico ipocalorico). Ciò nonostante, gli stessi procedimenti accrescono la funzione dei reni fondamentale per quanto concerne la rimozione di azoto presente all’interno delle proteine. Dunque, risulta alquanto fondamentale collegare il programma alimentare iperproteico all’equo contributo di acqua (dunque bere 2 lt. giornalmente).

Benefici del programma iperproteico ed ipocalorico

Un programma alimentare avente un elevato contenuto proteico salvaguarda in maniera costante il quantitativo di insulina, accrescendo l’anabolismo basale e dunque incitando la lipolisi e la perdita di peso. Un programma alimentare iperproteico conferisce l’essudazione di ormoni anabolici (tra cui testosterone e GH). Tale processo risulta fondamentale specialmente per i soggetti che svolgono attività fisica di potenza (come rugby, sollevamento di pesi, gare di sprint, culturismo, ecc..).

Difatti risultano questi stessi soggetti i migliori paladini del programma alimentare iperproteico. In effetti, un similare programma presenta una peculiare efficienza per quanto concerne l’agevolazione dell’accrescimento di massa muscolare e la diminuzione di grasso.

Al fine di proteggere lo stato salutare del corpo risulta dunque fondamentale che l’iperproteicità non si presenti come un punto peculiare di tale programma e che dunque tale nozione non sia spinta ai limiti massimi. Qualsiasi programma alimentare capace di acutizzare tale nozione maschera difatti pieghe non positive. Pertanto, risulta opportuno sintetizzare le basi peculiari del programma alimentare iperproteico evidenziando il tutto in maniera igienista:

Il soggetto, prima di seguire un recente programma iperproteico, deve consultare uno specialista che controlli le corrispettive pericolosità. Tale programma non è consigliato nel caso in cui il soggetto manifesti patologie epatiche e renali (come insufficienza renale, nefropatia diabetica, ecc…). Inoltre non è consigliata a soggetti che svolgono attività fisiche basate sulla riluttanza (tra cui corsa e ciclismo).

Il soggetto deve ridurre la somministrazione di zuccheri (come dolciumi, bibite ricche di zuccheri, ecc..) così come cibi aventi un elevato tasso glicemico.

Deve inoltre ridurre la somministrazione di pane, pasta, riso, cereali prestando attenzione ad assimilarli specialmente in una stessa pietanza. Deve invece somministrare frutta e verdura, che essa sia cruda o cotta.

Il soggetto deve inoltre accrescere la somministrazione di proteine e di grassi all’interno di un programma alimentare seguendo tali nozioni:

Menù esempio della dieta Iperproteica

 

  • preferire la carne bianca (e dunque pollo, tacchino, coniglio) alla carne rossa (e dunque manzo e maiale) prestando attenzione però a non eliminare la consumazione di carne rossa del tutto;
  • diminuire la consumazione di formaggi ricchi di grassi preferendo formaggi magri (tra cui ricotta piemontese, mozzarella, robiola, crescenza, certosina, fiocchi di latte, ecc..);
  • ridurre la consumazione di insaccati e di carne serbata, specialmente carne grassa e al cui interno presenta composti come nitriti;
  • fare sempre colazione e spuntini;
  • 3 volte alla settimana assumere pesce al posto di carne;
  • 3 volte alla settimana consumare legumi al posto della carne;
  • accrescere l’ausilio di grassi all’interno di un programma alimentare accrescendo la consumazione di frutta secca accostata ad una frutta;
  • all’interno dei pasti condire con olio evo ed evitare burro, uova e grassi saturi (come yogurt il quale deve essere magro e non con pezzi di frutta, poiché ricchi di zuccheri);
  • non assimilare acidi grassi o acidi idrogenati (presenti all’interno della margarina, del burro di arachidi e di cibi da forno);

 

 

 

 

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