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Dieta a Zona: che cos’è, come funziona, cosa mangiare e menù di esempio

Dieta a Zona: che cos'è, come funziona, cosa mangiare e menù di esempio

La Dieta a zone risulta essere un livello anabolico all’interno del quale il corpo opera nei massimi rendimenti di efficacia. All’interno di questo l’organismo funziona nel migliore dei modi: privo di colpi di appetenza, colmo di vigore e con l’elevata efficacia nel decorso dell’attività fisica.

Gli alimenti risultano essere i più dominanti farmaci presenti ed è opportuno somministrarli così come si presentano, in maniera ispezionata e negli opportuni dosaggi.
Codesti risultano essere i fattori perno di tale TIPOLOGIA DI DIETA, la cui alimentazione risulta essere la più dibattuta negli ultimi decenni.

Proprietà benefiche della Dieta a Zona

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L’iniziatore di codesta dieta, lo studioso di chimica biologica di nazionalità americana Barry Sears, ritiene che bilanciando i 3 macronutrienti (ossia carboidrati, composti proteici e grassi) è possibile giungere ad un livello fisico e psichico perfetto.

In aggiunta, l’area favorisce una considerevole diminuzione dell’adiposità corporea, eventualmente codesto risultasse in eccedenza.
Ciò avviene mediante una sotto ispezione degli ormoni interdetto dal regime alimentare.

Dieta a Zona ed ispezione degli Eicosanoidi

Tali Eicosanoidi raffigurano un insieme ormonale avente al suo interno prostaglandine, leucotreni e tromboxani, acidi grassi idrossilati ecc.., composti in minor quantitativo da ciascuna cellula dell’organismo. Risultano alquanto articolati e presentano una durata vitale ridotta: operano l’azione fisiologica e susseguentemente si rovinano autonomamente.

Molteplici risultano essere le corrispettive attività internamente al corpo. Così come qualsiasi ormone, gli stessi eicosanoidi, non solo risultano essere dei ambasciatori chimici, ma svolgono anche funzione antagonista. Ossia, ci sono eicosanoidi “benigni” e “maligni”.

Dato che nell’organismo vivente stabilità risulta essere equivalente di buona condizione, contrariamente al termine sbilanciamento il quale è equivalente di patologia, l’area è capace di giungere all’ottimale stabilità fra la formazione di eicosanoidi oppositori, poiché gli stessi hanno la capacità di svolgere le azioni connaturate dell’organismo.

Dieta a Zona ed ispezione ormonale insulinica e del glucagone

Generata dal pancreas, l’insulina, risulta essere un potente composto ormonale metabolico il quale svolge l’azione di accumulare i composti nutritivi internamente alle cellule.

Nel momento in cui ci si alimenta, si manifesta un elevamento glicemico nel flusso sanguigno il quale incentiva la cooperazione insulinica. Quest’ultima, a sua volta, propaga i composti nutritivi all’interno delle cellule, riconducendo regolarmente lo strato ematico di glucosio.

Nel momento in cui si assimilano elevate calorie e specialmente nel momento in cui codeste giungono dai carboidrati, si manifesta un vigoroso innalzamento glicemico, provocando di conseguenza un riscontro insulinico alto il quale, susseguentemente all’aver colmato i rifornimenti epatici e muscolari, ammassa qualsiasi carboidrato in sovrabbondanza all’interno delle cellule grasse. In senso stretto: sovrabbondanza insulina comporta l’accumulazione di adiposità.

Contrariamente, il glucagone, risulta essere l’oppositore insulinico, ossia colui che sollecita la mobilitazione degli accumuli energetici ammassati. Questo tende ad essere sollecitato da un programma alimentare colmo di composti proteici e scarso di carboidrati. Anche il glucagone, così come l’insulina, nel momento in cui tende ad essere prodotto in sovrabbondanza comporta disfavori al corpo.
L’area sorveglia codesti due ormoni mediante una ponderazione fra carboidrati, composti proteici e adiposità, reprimendo l’ondeggiamento sproporzionato glicemico, garante dell’aumento di peso e di molteplici patologie.
In aggiunta sul primario saggio di Barry Sears, dal titolo “come raggiungere la Zona”, visibili sono ricerche le quali dimostrano codesto programma alimentare capace di rigenerare lo stato psichico e fisico di soggetti affetti da patologie grevi tra cui il diabete.

Norme

  1. All’interno di qualsiasi pietanza è opportuno assimilare le opportune dimensioni di carboidrati, composti proteici e grassi (la relazione in calorie è pari al 40%-30%-30%);
  2. Tra una pietanza ed un’altra non devono trapassare più di 5 ore. Nel caso in cui trapassa una tempistica maggiore, è opportuno alimentarsi con uno spuntino. Così facendo il giorno prevede 3 pietanza peculiari e 2 spuntini;
  3. Risulta fondamentale diminuire la consumazione di dolciumi, pane, pasta, riso e cereali trattati ad elevato tasso di glicemia, ossia vigorosi esortatori dell’insulina;
  4. Risulta fondamentale alimentarsi di elevati quantitativi di verdura e frutta contenente un inferiore tasso di glicemia, ossia carboidrati che favoriscono l’incitamento progressivamente insulinico;
  5. Al fine di ricevere esito ormonale opportuno, è fondamentale che lo spuntino preveda perlomeno un blocco di carboidrati, di composti proteici e di composti adiposi;
  6. Conclusivo spuntino è quello della sera (precedentemente all’adagiarsi a letto), previa cena avvenuta all’interno dei 120 minuti antecedenti;
  7. Così com’è visibile, il regime alimentare a Zona si differenzia dalla tradizionale piramide nutrizionale la quale prescrive si base i carboidrati (pasta, pane, cereali ecc..). A differenza del programma alimentare mediterraneo, il regime alimentare a Zona diminuisce le cellule grasse e i composti proteici ad una minima quota, con un tasso glucidico pari al 40% (specialmente frutta e verdura), composto proteico pari al 30% (carne, formaggio magro, pesce, uova, ecc..) e composti lipidici pari al 30% (possibilmente monoinsaturi tra cui l’olio e.v.o);

Cosa Mangiare

In conclusione, tale regime alimentare a Zona favorisce la consumazione di determinati cibi seppur al tempo stesso ne dissuade lo stesso; gli alimenti raccomandati risultano essere quelli capaci di fornire un elevata quantità di composti proteici ad elevata valenza biologica (come carni magre, albume d’uovo, pesce, formaggi freschi magri, ecc..).

Composti lipidici insaturi (e dunque pesci aventi un elevato quantitativo di Omega-3, frutta essiccata avente un elevato quantitativo di Omega-6, olio e.v.o avente un elevato quantitativo di Omega-9, ecc..) e carboidrati aventi un ridotto fattore glicemico (tra cui frutta e verdure avente un elevato quantitativo di fruttosio e fibra).

Contrariamente, gli alimenti non raccomandati risultano essere quelli che arrecano elevati quantitativi di lipidi saturi e colesterolo (carni grasse e specialmente carni rosse, insaccati, carni salate, formaggi grassi, talune frattaglie, tuorlo d’uovo, burro, strutto, ecc..) e carboidrati raffinati (dolci aventi saccarosio e le sorgenti di carboidrati complessi come pasta, pane, riso, ulteriori cereali, legumi e patate).

Misurazione delle razioni nutrizionali

Il complesso del regime alimentare a Zona al fine di misurare le razioni nutrizionali efficaci al fine di “inserirsi in zona” usa due metodologie di misurazione:

  • Palmo di mano: a ciascun pietanza devono essere sciupati cibi ricchi di composti proteici pari alla grandezza del palmo di mano (eccetto le dita) non solo della superficie ma anche di grossezza susseguiti da una quantità di frutta della dimensione di due impugnature serrate;
  • Complessi di BLOCCHI: ciascun macronutriente d’energia raffigura 1/3 del blocco in quantità diverso dagli ulteriori blocchi; quest’ultimi sono pari alla compartizione d’energia di 40:30:30 e continuamente devono essere assimilati in corrispondenza di 1:1:1;

Alfine, al fine di apprezzare la porzione d’energia globale è opportuno:

  • Apprezzare la quantità senza cellule adipose (FFM), con metodologie indirette tra cui plicometria o BIA;
  • Misurare la porzione di proteine a seconda del fattore di esercizio;
  • Apprezzare il quantitativo proteico e successivamente, in proporzione, i corrispettivi blocchi di carboidrati e lipidi;
  • La compartizione energetica alle porzione risulta in modo approssimativo di:
    • Colazione: 25%
    • Spuntino: 10%
    • Pranzo: 30%
    • Spuntino: 10%
    • Cena: 25%
    • (Ipotetico 3’° spuntino: 10%, eliminando il fattore energetico a pranzo e/o a cena).

 

 

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