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Eleuterococco: che cos’è, proprietà, utilizzi e controindicazioni

Eleuterococco: che cos'è, proprietà, utilizzi e controindicazioni

L’eleuterococco, il cui nome botanico è Eleutherococcus senticosus, è un arbusto appartenente alla famiglia delle Araliaceae, nativo della Siberia e della Mongolia. Questa pianta è altresì nota come ginseng siberiano a cause delle sue proprietà energizzanti, grazie alle quali l’eleuterococco è ampiamente utilizzato in caso di influenza, per riprendersi durante una convalescenza, per contrastare la stanchezza cronica e per aumentare la resistenza fisica alla fatica.

Non solo, l’eleuterococco vanta anche proprietà adattogene; il vocabolo “adattogeno” fu coniato da un gruppo di scienziati nel 1970 per indicare la particolare proprietà di donare una migliore capacità di adattamento allo stress e ad un qualsiasi disagio psicofisico. A questo punto non ci resta che scoprire insieme le proprietà, le controindicazioni ed i modi d’uso di questa pianta!

Proprietà e benefici dell’eleuterococco

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La radice di eleuterococco, altresì noto come ginseng siberiano grazie alle sue proprietà energizzanti, viene largamente impiegata in fitoterapia a causa delle sue proprietà toniche ed adattogene, in grado di migliorare, in chi fa uso di questa pianta, la resistenza dell’organismo all’attacco dei patogeni esterni favorendo l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Non solo, all’interno di questa preziosa pianta è possibile trovare un’importante miscela di eleuterosidi, steroli, glucosidi, cumarine, acidi fenolici liberi e saponine, in grado di stimolare il metabolismo ed equilibrare l’energia; proprio per questo, l’utilizzo di questa pianta è caldamente consigliato ai soggetti in forte stato di stress o di stanchezza, durante le convalescenze e quando è richiesta una grande capacità di rendimento nelle attività sportive o intellettuali.

Particolarmente utile anche nella prevenzione delle malattie infettive e delle forme influenzali, l’eleuterococco è largamente impiegato nel contrastare le malattie grazie alla sua ricchezza di polisaccaridi, che gli conferiscono una grande capacità immunomodulante in grado di aumentare il numero di linfociti T e rinforzare l’attività dei globuli bianchi.

Non tutti sanno che l’eleuterococco è anche conosciuto con la denominazione di “Ginseng delle donne”, poiché il tipo di principi attivi contenuti al suo interno, che svolgono attività toniche, sono più adatti all’organismo femminile di quanto non lo siano a quello maschile: infatti, quando poste sotto forte stress, le donne sono più inclini agli stati d’ansia o depressione.

In questo caso, un tonico forte, come potrebbero essere il ginseng o il guaranà, potrebbe aumentare la tensione nervosa, mentre l’eleuterococco migliora la prestazione fisica e mentale senza indurre nervosismo o agitazione e senza turbare il sonno.

L’eleuterococco vanta anche proprietà afrodisiache, poiché ha la capacità di ottimizzare la secrezione degli ormoni, stimolare le ghiandole surrenali e sessuali, con un conseguente aumento della libido, migliorare la circolazione sanguigna e trova perciò impiego nel trattamento delle turbe sessuali e nella frigidità femminile.

Come usare l’eleuterococco

Esistono diverse modalità attraverso le quali è possibile utilizzare l’eleuterococco nella propria quotidianità, scopriamole:

  • Assumere la tintura madre di eleuterococco nel dosaggio di 30-40 gocce in poca acqua appena svegli o in tarda mattinata;
  • Assumere dai 400 agli 800 mg al giorno, preferibilmente al mattino, di estratto secco nella forma di compresse o capsule.

Controindicazioni ed effetti collaterali dell’eleuterococco

Non sono stati riscontrati particolari effetti collaterali legati all’utilizzo di eleuterococco nei giusti dosaggi, tuttavia esistono degli effetti collaterali che potrebbero insorgere in seguito ad un abuso di eleuterococco, ossia:

  • Cefalea;
  • problemi legati al sonno;
  • disturbi digestivi.

Vi sono, inoltre, diverse categorie di individui che dovrebbero astenersi dal consumo di questa pianta poiché potrebbero risultarle particolarmente sensibili ad essa, vediamo di quali si tratta:

  • Soggetti affetti da ipertensione;
  • soggetti affetti da diabete;
  • soggetti affetti da insonnia;
  • donne incinte e in fase di allattamento;
  • soggetti in età neonatale e pediatrica.

Inoltre, per i soggetti che si stanno sottoponendo ad una terapia farmacologica, è necessario consultare il proprio medico curante prima di procedere all’utilizzo della pianta, poiché l’eleuterococco potrebbe interferire con i farmaci prescritti.

C’è da dire che il rischio di interazione è solitamente basso, tuttavia nel mondo scientifico sussistono dei dubbi in relazione all’influenza delle piante nei confronti, in particolare, degli anticoagulanti e dell’insulina. Sarebbe opportuno consultare il proprio medico di base, nella fattispecie, in presenza diabete mellito tipo 2 o ipertensione poiché diversi dati suggeriscono che l’eleuterococco potrebbe alterare i parametri della glicemia e della pressione sanguigna.

Habitat e descrizione della pianta

L’eleuterococco è una pianta che cresce spontaneamente nel Nordest dell’Asia, in Siberia, Mongolia, Cina (soprattutto nella zona della Manciuria e nella provincia dello Heilongjiang), in Corea del Sud ed in Giappone ad un’altitudine di circa 800 metri, prediligendo climi temperato-freddi.

L’eleuterococco si presenta come un arbusto spinoso di altezza tra 1,5 metri e 2 metri. Talvolta può raggiungere anche i tre metri.
La corteccia presenta un colore grigio-marrone. Le foglie della pianta di eleuterococco sono palmato-partite, con un margine seghettato e spine minuscole lungo le venature. I fiori sono estremamente piccoli, di colore giallo o violetto a seconda del sesso (giallo quelli maschili e violetto quelli femminili), e sono riuniti a ombrella.
Il frutto dell’eleuterococco si presenta come una drupa carnosa di colore nero-rossastro, al cui interno è possibile trovare cinque semi.

Curiosità e cenni storici

Il nome originario affibbiato dai botanici russi a questa pianta nel 1856, fu Hedera senticosa; tuttavia, solo tre anni dopo, il botanico russo Karl Ivanovič Maksimovič, che passò gran parte della sua vita a studiare la flora dei paesi dell’estremo Oriente, tolse la pianta dal genere Hedera e creò per lei un nuovo genere: Eleutherococcus, denominando la pianta Eleutherococcus senticosus. Nello stesso anno, i generi Eleutherococcus ed il genere Acanothopanax, un subgenere del Panax, furono uniti. Anche se la maggior parte dei botanici ora utilizza il genere Eleutherococcus, in ambiente tedesco e cinese la pianta è riconosciuta come Acanthopanax senticosus.

Il suo nome scientifico deriva da due lingue, cioè il greco antico ed il latino, infatti:

  • Eleutherococcus deriva dal greco e significa “libero”;
  • Senticosus deriva dal latino “sentis”, un aggettivo che significa “spinoso” o “pieno di rovi o spine”.
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