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Sifilide nell’uomo: che cos’è, sintomi, contagio, diagnosi e possibili cure

Sifilide nell'uomo: che cos'è, sintomi, contagio, diagnosi e possibili cure

La sifilide, definita anche lue, è una patologia alla cui base vi è un batterio, Treponema pallidum, che genera infezione cronica progressiva, con probabili danni duraturi agli organi interni.

L’uomo può contrarre la patologi mediante rapporto sessuale non protetto con profilattico, sia genitale che orale, da soggetto già infetto. I sintomi della sifilide nell’uomo esordiscono dopo 3 o 4 settimane dal contagio avvenuto, sviluppando ulcere ferite tonde nell’area dove è stato “iniettato” l’agente patogeno; sarebbe a dire quelle aree entrate in contatto con il soggetto infetto. Queste lesione si vanno ad associare a rigonfiamento dei linfonodi regionali. 

Le lesioni da sifilide primaria sono sovente poste nell’area dei genitali, e prevalentemente:

  • pene
  • prepuzio, quale parte di cute che ricopre il glande
  • ano.
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Queste lesioni, se non vengono trattate, possono portare la patologia allo stadio secondario. Si passa alla sifilide secondaria dopo almeno 6 settimane che la lesione primaria è scomparsa, definita anche sifilona, mediante un’eruzione cutanea maculata, su arti e tronco; si possono manifestare anche febbre, stanchezza e perdita di capelli.

Nella fase di latenza, il soggetto non avrà sintomi, però la trasmissione della patologia è ancora possibile; per cui, se non si sarà guariti, si passerà alla sifilide terziaria, la quale può comparire anche dopo 30 anni dal primo contagio. La diagnosi avviene mediante dati clinico-anamnestici, identificazione al microscopio del batterio T. pallidum, ed indagini sierologiche. Il trattamento è di solito antibiotico-terapia, e si può prevenirne la comparsa prediligendo rapporti sessuali protetti.

Sintomi della sifilide nell’uomo

Il decorso della sifilide nell’uomo prevede 4 stadi evolutivi, quali:

  1. Sifilide primaria
  2. Sifilide secondaria
  3. Sifilide latente
  4. Sifilide terziaria.

Si tratta di una patologia abbastanza complessa, la quale se non trattata correttamente, può generare complicanze tipo cardiopatie e disturbi neurologici, fino a giungere alla morte.

Sifilide primaria

La sifilide primaria si presenta dopo 3 o 4 settimane dal contagio avvenuto, con comparsa di lesione papulosa locale, dal colore rosaceo e dalla forma circolare, con margini netti, o sifiloma, nel punto dove è entrato il batterio Treponema pallidum. 

La sifilide nell’uomo si localizza prevalentemente su:

  • cute scrotale, 
  • solco balano-prepuziale
  • sbocco dell’uretra sul pene
  • regione anale.

E’ meno comune la localizzazione della lesione su:

  • cute delle mani
  • interno del cavo orale, e quindi:
    ➜ labbra
    ➜ gengive
    ➜ faringe
    ➜ lingua.

Il sifiloma non si associa a dolore, ma si associa invece ad incremento del volume dei linfonodi regionali, che non provocano però dolore quando palpati. Nel giro di qualche tempo, la superficie della sifilide si ulcera, presentando un fondo dal colore rosso vivo, con fuoriuscita di essudato sieroso, il quale contiene treponemi.

I sintomi di tale stadio possono variare dalle 2 alle 6 settimane, e senza ricorrere ad un trattamento, questa potrà evolversi in sifilide secondaria.

Sifilide secondaria

La sifilide secondaria esordirà dopo 3 o 6 settimane, e sarà caratterizzata da eruzione maculare su varie parti della superficie corporea, legata a rigonfiamento delle linfoghiandole. La suddetta manifestazione può essere momentanea o variabile: può infatti presentarsi con screpolature tonde sui palmi delle mani e piante dei piedi, o in gruppi di macchioline rosacee su tronco ed arti, che fanno pensare all’esantema del morbillo.

Durante questo stadio, il soggetto presenterà disturbi sistemici simili all’influenza, causati forse allo sviluppo per via ematica e linfatica del batterio T. pallidum. Vi è la probabilità che compaiano:

  • febbre
  • astenia
  • cefalea
  • dolori muscolari
  • malessere generalizzato.

Ulteriori sintomi legati alla sifilide nell’uomo possono essere:

  • mal di gola
  • inappetenza
  • dimagrimento
  • disturbi alla vista
  • alterazioni di udito ed equilibrio
  • dolori alle ossa
  • perdita di capelli a ciocche
  • chiazze cutanee spesse, dal colore grigio o rosa, o condilomi.

Una forma più rara di sifilide nell’uomo può aversi mediante manifestazione di intensa balanopostite, od infiammazione a glande e prepuzio, in apparenza provocata da ulteriori agenti infettivi.

Sifilide latente

Quando termina la sifilide secondaria, si incorrerà in una lunga sifilide latente, la cui durata può essere di mesi od anni. Questa fase è legata al controllo immunitario della patologia; l’uomo non avrà alcun sintomo, però l’infezione sarà ancora attiva.

Sifilide terziaria

Dopo molti anni, si parla dai 10 ai 25 anni dopo il contagio, si entrerà nella denominata sifilide terziaria. Qui la patologia provocherà:

  • noduli indolori, o gomme luetiche, su cute o cervello, ossa ed articolazioni
  • compromissione degli organi interni, tra i quali abbiamo:
    ➜ fegato
    ➜ reni
    ➜ polmoni
    ➜ cuore.

Entrato ormai nella fase terza della sifilide, il soggetto potrà presentare:

  • alterazioni della personalità
  • graduale cecità
  • incapacità nel controllare movimenti muscolari
  • paralisi progressiva.

Solo se la situazione è davvero gravi, si può giungere al decesso del soggetto. Vi sono probabilità che la sifilide acceleri se coesiste con essa un’infezione da HIV; in tal caso, coinvolgimento oculare, meningite ed ulteriori complicanze nervose saranno più comuni e gravi.

Contagio della sifilide nell’uomo

E’ probabile che l’uomo contragga la sifilide mediante rapporti sessuali non protetti, siano essi genitali, con coinvolgimento di vagina od ano, che orali, con soggetto già infetto. E’ probabile che questa si contragga anche mediante petting privo di protezione,e quindi facendo entrare in contatto i genitali, e scambio di oggetti sessuali contaminati, come i sex toys.

E’ possibile che il contagio avvenga anche non sessualmente, e quindi mediante contatto diretto con ferite o ulcere di pelle e mucose, formatesi nelle aree dove comunemente si manifesta la patologia. Vi sono casi in cui queste manifestazioni non sono dolorose, passando così inosservate, per cui l’uomo sarà all’oscuro di essere infetto, con il rischio di contagiare anche la partner.

Talvolta la patologia si può trasmettere anche mediante trasfusioni di sangue, anche se molto raro. Parlando invece della forma congenita, vi sono probabilità che la madre infetti il bambino per via transplacentare. E’ importante specificare che la sifilide non è immune, per cui la si può contrarre più volte durante la vita.

Diagnosi della sifilide nell’uomo

E’ possibile diagnosticare la sifilide osservando soltanto segni e sintomi del soggetto durante una visita medica, e mediante osservazione al microscopio di materiale della lesione, riconoscendone così i treponemi. 

Insieme a queste indagini si possono accompagnare anche degli esami del sangue, così da rilevare presenza di anticorpi contro il batterio già in fase precoce, considerando che questi possono comparire in un periodo che va dalle 2 alle 5 settimane. Queste analisi si suddividono in:

  • Test non specifici per il Treponema, incluso il Venereal Disease Research Laboratory, o VDRL, quale scopo è quello di trovare l’antigene lipoideo che deriva dal batterio od interazione con l’ospite. Tramite queste indagini è possibile ottenere vantaggi per il controllo della patologia.
  • Test treponemici, tipo il test dell’agglutinazione passiva delle particelle di treponema, o TP-PA, o fluorescenza per ricercare l’assorbimento degli anticorpo anti treponema, o FTA-ABS. Questi esami permettono di stabilire il grado dell’infezione, così da scegliere la terapia adeguata.

Nel momento in cui il soggetto risulti essere infetto, si passerà a valutare anche i partner sessuali avuti negli ultimi 3 mesi, se si parla di sifilide primaria, o nell’anno precedente, se si parla di sifilide secondaria.

Possibili cure alla sifilide nell’uomo

Per trattare la sifilide nell’uomo è prevista la somministrazione di penicillina per via parenterale. 

I soggetti che presentano allergia al principio attivo, possono scegliere farmaci tipo doxiciclina e tetraciclina. Al fine di stabilire dose e durata della terapia, il medico dovrà osservare lo stadio della patologia, durante la diagnosi. Trattare velocemente la patologia permette la regressione delle lesioni, così da prevenire fase secondaria e terziaria, ed eventuali danni permanenti agli organi.

Mentre si sta effettuando il trattamento è bene seguire un periodo di astinenza da ogni rapporto sessuale, fino a quando non guariscono del tutto le lesioni da sifilide. E’ importante non dimenticare che sia ferite che ulcere cutanee possono trasmettere l’infezione, non solo durante il rapporto sessuale, ma anche con il contatto con le zone coinvolte.

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