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Intolleranza al lattosio: che cos’è, sintomi, diagnosi e possibili cure

Intolleranza al lattosio: che cos'è, sintomi, diagnosi e possibili cure

Per intolleranza al lattosio si intende una situazione in cui consumare latticini e lattosio genera reazioni non allergiche, ma manifestazioni di problematiche a livello gastrointestinale del tipo gonfiori, dolori carpiformi e diarrea frequente.

Tutto ciò è causato da un mancato o ridotto numero di enzimi addetti nella digestione del lattosio, o per meglio dire, dello zucchero presente in latte e derivati. I suddetti enzimi di norma presenti all’interno dell’orletto a spazzola delle cellule dell’intestino e definiti lattasi, hanno il compito di scindere il lattosio in 2 zuccheri: galattosio glucosio

Il galattosio risulta molto importante per generare le strutture nervose negli infanti, mentre il glucosio forma il substrato energetico al primo posto nel corpo umano. Al fine di essere digerito, il lattosio necessita della scissione in queste unità semplici di zucchero.
Ad oggi, quella dell’intolleranza al lattosio, è una problematica che colpisce maggiormente asiatici ed orientali, mentre il popolo europeo tende a resistere di più.

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Vi sono rari casi in cui l’intolleranza da lattosio non è causata tanto da una mancanza di lattasi, ma più da una carenza in enzimi proteolitici, importanti per digerire le proteine del latte

Che cos’è il lattosio?

Per lattosio si suole intendere uno zucchero, carboidrato o glucide, generato dalla ghiandola mammaria di tutti i mammiferi. In quanto formato da 2 monosaccaridi, glucosio e galattosio, il lattosio in chimica viene fatto coincidere in oligosaccaride-disaccaride. 

Il lattosio si trova, in percentuali differenti, all’interno di tutti quegli alimenti appartenenti alla categoria “latte e derivati” facente parte del II Gruppo Fondamentale degli Alimenti – Classificazione SINU e INRAN.
In 1 litro di latte vaccino è possibile trovare fino a 50 grammi di lattosio, a differenza dello yogurt e dei formaggi freschi, ove tende a ridursi, fino a scomparire del tutto nei formaggi stagionati.

Nelle industrie moderne, si suole aggiungere il lattosio in molteplici alimenti, sia fresco, sia sotto forma di additivo alimentare. E’ questa la ragione per cui oggi giorno è possibile rintracciarlo in molti alimenti anche non latticini, come: salumi, gnocchi di patate, salse, budini, pane, inscatolati, prodotti da forno, pasticcini, minestre, cioccolato al latte o caramelle con la panna.

Il lattosio puro viene estrapolato, sempre a livello industriale, dal latte, e viene sovente adoperato in quanto eccipiente in alcuni farmaci. E’ questo il motivo per cui tutti i soggetti che presentano gravi intolleranze al lattosio, devono porre massima attenzione all’elenco degli ingredienti di tutto ciò che ingeriscono.

Che cos’è l’intolleranza al lattosio?

L’intolleranza al lattosio è una reazione, non allergica, al noto nutriente tipico del latte e derivati. I soggetti che ne soffrono, presentano in genere un mancato o ridotto numero di enzimi digestivi lattasi, perciò nel momento in cui si passa alla digestione del lattosio già ingerito, questo non viene scisso in 2 monosaccaridi.

Il disaccaride che non viene digerito, in quanto non assorbi-bile, prosegue il suo cammino verso il tubo digerente, fino ad arrivare al colon. Giunto all’intestino crasso, questo va a metabolizzarsi nella flora batterica intestinale, generando disturbi del tipo:

  • senso di pienezza
  • mal di pancia
  • gonfiore
  • diarrea.

E’ bene specificare che l’allergia al latte è ben altra cosa, in quanto riguarda propriamente le proteine dell’alimento e provoca reazioni ben differenti, addirittura del tipo anafilattico. 

Tossicità del lattosio nei soggetti con intolleranza

Per quanto riguarda la tossicità del lattosio, ci troviamo dinanzi ad un fattore molto soggettivo, visto che fino a 10 grammi di lattosio, un bicchiere di latte circa, vengono di norma tollerati bene.

Visto che il lattosio conta quasi gli stessi quantitativi in tutte le tipologie di latte animale, fatta eccezione per alcuni mammiferi marini, risulta del tutto inutile sostituire il latte di vaccino con altre tipologie tipo capra, pecora, asina, bufala o cavalla.
Quello che si evince, quindi, è che non è necessario eliminare completamente il latte dal vostro regime alimentare, a differenza se si soffre di vere e proprie forme allergiche. 

Il livello di lattosio non cambia  nemmeno in situazioni come:

  • trattamenti a caldo
  • livelli di scrematura

Secondo alcune statistiche è venuto addirittura fuori che combinare il latte con altri alimenti tipo cioccolato o cereali, migliora visibilmente la tollerabilità allo stesso.

Sintomi dell’intolleranza al lattosio

In mancanza di lattasi, congenita o acquisita, lo zucchero presente nel latte non riesce ad essere digerito nell’intestino, anzi, in quanto osmoticamente attivo, fa sì che vi sia un accumulo di liquidi. L’effetto è dovuto alla fermentazione della flora microbica locale, da qui nascono i fenomeni comuni all’intolleranza al lattosio come:

  • meteorismo
  • flatulenza
  • diarrea
  • nausea
  • spossatezza

Questi sintomi fanno la loro comparsa in maniera immediata all’assunzione degli alimenti con lattosio, come:

  • latte
  • creme
  • panna
  • burro non chiarificato
  • formaggi freschi vari
  • bevande con latte

Classificazione delle intolleranze al lattosio

L’intolleranza al lattosio può essere classificata in:

  1. Primaria.
  2. Secondaria e Transitoria.

L’intolleranza primaria è il caso in cui l’organismo non produce lattasi a causa di un difetto genetico, perciò i sintomi dell’intolleranza saranno ben evidenti già durante l’infanzia. 

Laddove questa mancanza si stoppi, si può dire che l’organismo soffre di intolleranza transitoriasecondaria, vista proprio la temporanea assenza dell’enzima lattasi. Infezioni, lesioni nel tratto gastrointestinale o cambiamenti dietetici possono a volte essere causa di questa condizione.

Quando si parla di lattasi, si vuole infatti considerare l’enzima inducibile, dalla capacità quindi di incrementare a livello numerico la stimolazione del substrato. In parole semplici, nel momento in cui la dieta intrapresa prevede l’assunzione saltuaria o assente di latte e latticini, la stimolazione alimentare può rivelarsi uno stimolo non sufficientemente adeguato alla sintesi del lattasi.

Nel caso vi sia una celiachia non diagnosticata,  una degenerazione del processo che interessa l’intestino, che è specializzato nell’assorbimento dei nutrienti, può provocare un’intolleranza al lattosio.

Diagnosi dell’intolleranza al lattosio

Nel momento in cui si hanno dubbi circa un’intolleranza al lattosio, questa può essere facilmente scoperta e quindi diagnosticata attraverso il test del respiro breath test. Questo esame permette infatti di valutare la concentrazione di idrogeno all’interno dell’aria espirata in seguito ad un carico di lattosio.

Visto che lo zucchero ingerito, fermentando, produce idrogeno poi assorbito dalle pareti dell’intestino ed espulso tramite respirazione, nel caso in cui vi sia un’intolleranza al lattosio, si noterà un aumento della concentrazione di idrogeno nell’aria appena espirata.

Possibili cure e terapie all’intolleranza al lattosio

Nel caso vi sia un’intolleranza secondaria al lattosio, è consigliato assumere latte o latticini in quantitativi ridotti, per poi aumentare mano a mano, così da andare a stimolare la produzione dell’enzima lattasi.

Per fare in modo che tutti possano consumare latticini, anche in presenza di intolleranze, è oggi possibile acquistare prodotti latti delattosati, dove il lattosio, in proporzioni di 70/75%, è già stato scisso in glucosio e galattosio. Ad ogni modo si può anche usufruire di latte di soia o di riso. Lo yogurt, in quanto il lattosio è fermentato ad opera dei fermenti, risulta generalmente tollerato bene.

Ad ogni modo, tutti coloro che soffrono di intolleranze al lattosio, possono tranquillamente consumare alimenti probiotici, come yogurt speciali o ulteriori fermenti lattici liofilizzati.

Farmaci

I sintomi dell’intolleranza al lattosio possono essere controllati moderando l’assunzione di alimenti come latte e formaggi freschi, ad eccezione di yogurt o formaggi stagionati dalla buona tollerabilità.

Il disturbo non può essere contrastato da nessun farmaco, quindi i soggetti intolleranti devono soltanto diminuire i quantitativi di lattosio, facendo attenzione a non andare incontro a carenze di calcio, è perciò consigliato andare ad integrare con integratori di calcio. 

Anche se non vi sono farmaci adatti, è comunque possibile andare a sostituire con degli enzimi formulati con lattasi, così da attenuare i possibili sintomi. Ad ogni modo, prima di assumere qualsiasi integratore o farmaco, è necessario chiedere un parere medico.

  • Calcio Carbonato (es. Idracal, Carbosint, Lubical, Eurocal D3): al suo interno contiene il 40% di calcio (ove in 1 grammo di calcio carbonato sono contenuti ben 400 mg di calcio). L’integratore è disponibile sotto forma di compresse effervescenti, compresse masticabili oppure bustine. L’integratore deve essere assunto durante il pasto o subito dopo; una dose indicativa può essere: 900-2.500 mg al giorno.
  • Calcio citrato: ove in 1 grammo di calcio citrato sono presenti ben 210 mg di calcio. L’integratore deve essere assunto insieme al pasto o subito dopo di esso.
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