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Intestino Pigro: che cos’è, cause, sintomi, diagnosi e possibili cure

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Si parla di intestino pigro in quanto lento transito intestinale che provoca delle problematiche per quel che concerne la corretta evacuazione. Questo fenomeno trova largo riscontro prevalentemente nei soggetti anziani, nonostante la manifestazione non sia improbabile anche in soggetti giovani, dovuto a fattori dalla differente origine.

Si parla per lo più di una problematica non particolarmente grave, per cui può essere risolta semplicemente servendosi di alcuni accorgimenti che vadano ad apportare modifiche allo stile di vita personale. Non sono però da escludere, all’origine dell’intestino pigro, delle patologie prive di diagnosi. 

Che cos’è l’intestino pigro?

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Come appena visto, si parla di intestino pigro in quanto lento transito intestinale, che può indurre ad avere problemi nel corso dell’evacuazione, che via via diviene meno frequente e quindi non regolare, generando di conseguenza dei sintomi fastidiosi nel soggetto.

Anche se fastidiosa, la problematica non viene inserita nella lista delle patologie, ma resta semplicemente una condizione occasionale, ovvero dalla manifestazione occasionale, come nel caso di vacanze o spostamento dal luogo in cui si risiede. Non sono però da escludere anche le forme acute, la quale manifestazione si può avere assumendo medicinali o in seguito ad operazioni. La forma cronica è quella che si ha per un tempo esteso.

Il disturbo dell’intestino pigro colpisce indistintamente qualsiasi soggetto, nonostante vi sia in lieve maggioranza il popolo femminile insieme agli anziani.

Cause dell’intestino pigro

All’origine dell’intestino pigro possono esserci differenti cause, come abitudini sbagliate oppure patologie intestinali. 

Taluni casi hanno visto all’origine delle problematica delle cause fisiologiche, come nel caso dell’età avanzata o gravidanze. Invecchiando, infatti, si va incontro ad una lenta motilità dell’intestino, per cui il fenomeno viene definito del tutto normale. Qualcosa di simile avviene per le donne in gravidanza, il quale organismo va incontro a dei cambiamenti sia ormonali che fisici, che possono a loro volta generare un rallentamento nella motilità dell’intestino.

Quando in ballo non vi è né anzianità né tantomeno una gravidanza, all’origine dell’intestino pigro possiamo avere:

  • Alimentazione sbagliata
  • Assunzione di poca acqua
  • Stress psicofisico, come nel caso di ritmi lavorativi elevati, eccesso di preoccupazioni, nervosismo e così via
  • Vita sedentaria
  • Patologie a carico del tratto enterico, come la sindrome del colon irritabile
  • Eccesso di farmaci come quelli antipertensivi, antidepressivi, antiacidi e così via.

L’intestino pigro si può avere anche in seguito ad un’operazione, prevalentemente se avvenuta all’addome. La peristalsi dell’intestino può diventare più lenta anche a causa degli anestetici adoperati durante l’intervento.

Sintomi dell’intestino pigro

Come più volte ribadito, l’intestino pigro può generare una lenta motilità proprio dell’intestino, generando poi irregolarità annessa a problematiche di evacuazione. Da questo ne può scaturire quindi un lento transito dell’intestino, facendo sì che le feci restino fermi nel tratto enterico per molto tempo, divenendo dunque più dure e disidratate. In seguito a ciò, l’evacuazione potrebbe divenire davvero difficoltosa.

Tra i principali sintomi annessi all’intestino pigro troviamo:

  • Gonfiore all’addome
  • Nausea e pienezza
  • Dolore nel corso dell’evacuazione
  • Senso di non avvenuto svuotamento in seguito all’evacuazione
  • Alitosi, prevalentemente quando ci si sveglia.

Laddove all’origine della problematica vi sia una patologia intestinale, è possibile la manifestazione di ulteriori sintomi ovviamente annessi alla patologia indicata.

Diagnosi dell’intestino pigro

La diagnosi dell’intestino pigro non risulta essere sempre facile. Infatti, come già detto più volte, la problematica prevede una lenta motilità dell’intestino ed annessa scarsità nell’evacuazione. Il numero di evacuazioni risulta però essere soggettivo, in quanto ogni soggetto presenta la sua. Un esempio può essere il fatto che alcuni soggetti vadano ad evacuare in regola 2 o 3 giorni a settimana, considerando la cosa normale, a patto che non si provi dolore. La diagnosi può avvenire soltanto se ci si rivolge ad uno specialista.

Analisi ed esami

Se la condizione del soggetto è cronica, senza alcuna risoluzione, con sintomi differenti da quelli classici dell’intestino pigro, è possibile che lo specialista richieda delle analisi oppure esami approfonditi, così da capire cosa si cela all’origine della problematica.

Ci si può anche sottoporre ad una visita medica specialistica rivolgendosi ad un gastroenterologo oppure ad un proctologo, i quali possono passare alla prescrizione di analisi sanguigne ed esami di diagnosi, come nel caso di:

  • colonscopia
  • radiografia all’addome
  • clisma opaco
  • analisi delle tempistiche relative al transito dell’intestino, mediante esami radiografici con marker radiopachi, i quali dovranno essere assunti dal soggetto.

Di solito questi esami vengono effettuati nel momento in cui la condizione risulta essere duratura nel tempo, ed anche alimentandosi correttamente non si vedono risultati.

Possibili cure all’intestino pigro

Sovente la risoluzione dell’intestino pigro può avvenire semplicemente mediante dieta equilibrata ed adozione di uno stile più sano. Laddove questo non bastasse, ci si può servire anche di rimedi naturali, e all’occorrenza farmaci; nell’ultimo caso si consiglia sempre di chiedere parere medico.

Qualora all’origine della condizione vi sia una patologia, è bene allora seguire un trattamento indicato per la stessa, ed, in questo specifico caso, è basilare rivolgersi ad uno specialista.

Alimentazione

Nel caso di dieta non equilibrata ed intestino pigro, la problematica può essere risolta facilmente mediante l’alimentazione. 

Con una dieta equilibrata si mira ad attivare nuovamente la regolare motilità dell’intestino. Ciò può avvenire andando prima di tutto ad assumere più fibre e quindi consumando verdure, legumi, cereali e frutta. Non dimentichiamoci però di bere molta acqua. Infatti, assumere fibre e non acqua, può generare effetti contrari peggiorando la problematica.

Assumere eccessivamente fibre potrebbe anche andare ad apportare problematiche nell’assorbimento di nutrienti, generando così disturbi vari. Si può scegliere fra gli altri alimenti anche lo yogurt, in quanto vanta un’azione regolatrice della flora batterica e quindi sulle funzioni dell’intestino. E’ molto importante invece escludere degli alimenti raffinati e ricchi di grassi, insieme a quelli astringenti, come nel caso di limone, riso, banane e così via.

Rimedi naturali

Laddove la sola dieta non dovesse sortire alcun risultato, è possibile servirsi di integratori rimedi naturali. Un esempio possono essere gli integratori di fibre laddove mancanti. Nonostante l’esistenza di questi ultimi, il miglior apporto in fibre è sempre quello che avviene dall’alimentazione, in quanto più naturale.

Al fine di consentire una corretta evacuazione, ci si può servire anche di rimedi naturali fatti da sole piante lassative, come quelle maggiormente adoperate:

  • Psillioquali semi vantano proprietà lassative derivanti dalle mucillagini che vanno a rivestirli. Giunte nell’intestino, le mucillagini vanno ad assorbire l’acqua così da favorire la peristalsi dell’intestino.
  • Ispagula, i cui semi posseggono lo stesso moltissime mucillagini dall’azione simile alla precedente. Le due piante appartengono difatti alla stessa famiglia, ovvero i Plantago. 
  • Sennadefinita pianta lassativa, quali azioni vanno attribuite ai glicosidi antrachinonici, ovvero i sennosidi, che si trovano proprio all’interno dei frutti. Questi glicosidi consentono il riassorbimento dei liquidi e degli elettroliti dell’intestino crasso, così da permettere la peristalsi.
  • Succo di aloe dall’azione lassativa dovuta prevalentemente ai glicosidi antrachinonici, ovvero aloina ed aloe-emodina. Questo però non fa parte della categoria degli integratori alimentari.

Cura farmacologica

Se lo specialista lo ritiene opportuno per la buona salute del soggetto, e consentire così una corretta evacuazione, qualora non avvenga con i precedenti rimedi, può avvalersi di farmaci lassativi. Con l’intestino pigro ci si può servire di lassativi osmotici, come nel caso di macrogol e lattulosio.

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