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Escina: che cos’è, proprietà, utilizzi e controindicazioni

escina che cose proprieta utilizzi e controindicazioni

Essendo un composto di glicosidi terpenici di origine vegetale, l’escina è situata nell’Ippocastano ed ha una funzione antinfiammatoria vasoprotettrice e vasocostrittrice, favorevole per la salute dei vasi sanguigni e per contrastare cellulite e problemi di emorroidi.

Cos’è l’escina

Essendo un composto di glicosidi terpenici di origine vegetale, l’escina è riconducibile all’escigenina, e dunque un triterpene pentaciclico. Nello specifico, considerata una molecola colpevole di fattori protettori dei vasi è la ß-escina.

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La funzione dell’escina sui disturbi della circolazione è causato non solo dal cambiamento antinfiammatorio del componente attivo ma anche da un ingrandimento della deiezione dei glucorticoidi, i quali vietano la procedura infiammatoria per quanto concerne la nascita di edemi.

Causa della funzione tensioattivo data dalla sostanza, è la diminuzione di edemi, causati da un accrescimento degli eritrociti per quanto concerne il mantenere acqua, mediante un baratto tra i settori dei liquidi extra-intracellulari.

L’escina- dov’è situata

Ricavata dal tegumento (circa 1%) e dal fogliame (0,2%) nonchè dal chicco (13%) dell’Ippocastano (noto anche col denominativo di Aesculus Hippocastanum), l’escina il più delle volte viene confusa con un frutto poichè somigliante alla tonalità del marrone della caldarrosta alla quale sono attribuite diversificate funzioni terapeutiche.

Proprietà e utilizzi

Tale composto tende ad operare attività antinfiammatorie per quanto concerne la circolazione, nonchè un’azione vasoprotettrice e vasocostrittrice dei vasi. Svolge inoltre un’azione coagulante del sangue.

Tale principio ha la capacità di interporsi sul cambio elettrolitico localizzato, andando a fronteggiare la produzione di edemi. Ciò permette un’aumento della robustezza dei vasi capillari andando a diminuire la penetrabilità dei vasi e dunque agevolando la scomparsa di liquidi intestinali accumulati.

L’escina inoltre favorisce un’azione antiedemigena capace di garantire un effetto benevolo per quando concerne la circolazione sanguigna scagionandone l’utilizzo durante la cura di gonfiori, pesantezza, spossatezza e ristagnamento linfatico.

Consigliata anche per chi soffre di carenza cronica delle vene, l’escina tende ad innalzare la proprietà di contrarsi delle vene, andando a diminuire il ristagnamento ematico posto negli arti inferiori e dunque conferendo lo spostamento di sangue all’apparato cardiaco. Dunque, il concentrato ricavato dall’ippocastano standard nonchè l’escina stessa fungono da aiuto nel caso in cui debbano essere varici e/o patologie postflebitiche. Nel caso in cui, inoltre, debbano essere problemi di emorroidi, di adiposità e delicatezza dei capillari.

Sul mercato è inoltre possibile reperire integratori contenenti estratti di ippocastano, per utilizzo dunque interno, al fine di assicurare dosi quotidiane pari ai 100 mg di escina. Nella maggior parte dei casi questo dosaggio consiste in 500-730 mg di ricavato di ippocastano che può a sua volta essere assimilato in due dosaggi, al fine di rendere reattivo il livello gastrico.

Inoltre, esternamente, è possibile utilizzare l’escina sotto forma di creme e/o pomate al fine di progredire nella cura di edemi, vene varicose, problemi di emorroidi, ematomi, contusioni e ecchimosi.

Controindicazioni

Ulteriori dosaggi di tale composto possono perdi più causare problemi per quanto concerne il glomerulo e il tubulo renale. Pertanto, si consiglia l’uso dei ricavati dell’ippocastano, solo nel caso in cui debbano esserci problemi di nefropatie e/o rilevante carenza renale.

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