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Echinacea: che cos’è, proprietà, utilizzi e controindicazioni

Echinacea: che cos'è, proprietà, utilizzi e controindicazioni

L’echinacea, il cui nome botanico è Echinacea purpurea ed Echinacea angustifolia, è una pianta officinale appartenente alla famiglia delle Asteraceae, nativa del Nord America. Si tratta di una particolare pianta erbacea perenne dalle potenti proprietà immunostimolanti, che la rendono una valida alleata nel rafforzare le difese immunitarie e nel contrastare i sintomi tipici delle malattie da raffreddamento, quali naso chiuso, secrezione nasale abbondante, starnuti ripetuti, lacrimazione fastidiosa, mal di gola e tosse.

Non ci resta che scoprire insieme le proprietà, i benefici ed i modi d’uso dell’echinacea!

Proprietà e benefici dell’echinacea

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L’echinacea è una pianta ampiamente conosciuta ed utilizzata al fine di rafforzare le difese immunitarie prevenendo i sintomi delle malattie da raffreddamento, causate dal fatto che durante i periodi più freddi il nostro corpo sia più sensibile all’attacco dei patogeni esterni.

La famosa proprietà immunostimolante di questa pianta officinale le è conferita dai polisaccaridi contenuti nella sua radice; l’echinacea è infatti in grado di stimolare e favorire l’attività fagocitaria dei linfociti tramite un incremento dei leucociti in grado di fagocitare (di qui il nome della proprietà) i patogeni esterni.

Non solo, all’interno della pianta sono contenuti diversi flavonoidi e derivati dell’acido caffeico, dei quali il più importante è sicuramente l’echinacoside, poiché in grado di svolgere un’azione batteriostatica: riesce cioè ad arrestare la replicazione dei batteri. La presenza di acido cicorico ed acido caffeico insieme, invece, consente una potente azione antivirale in grado di ostacolare l’infiltrazione dei virus nelle cellule non infette.

Come usare l’echinacea

Introdurre l’utilizzo dell’echinacea nella propria quotidianità al fine di beneficiare delle sue numerose utilità risulta estremamente facile, vediamo come fare!

In primo luogo, consumare un decotto di echinacea nei mesi più freddi potrebbe rivelarsi veramente salvifico. Per ottenerlo vi occorreranno una tazza d’acqua ed un cucchiaio raso di radici di echinacea, reperibili in erboristeria.
Dovrete semplicemente sminuzzare la radice con attenzione e riversarla nell’acqua ancora fredda, che poi porterete ad ebollizione. Dopo qualche minuto dovrete spegnere il fuoco, coprire la bevanda e lasciarla in infusione dai dieci ai venti minuti. Alla fine filtrate l’infuso e bevete il composto ottenuto.

È anche possibile fare uso dell’estratto secco in forma di capsule o compresse, anche questo reperibile in erboristeria: si consiglia un dosaggio di 500-750 mg di estratto secco due volte al giorno lontano dai pasti oppure di 400 mg una volta al giorno al fine di arginare il rischio di stato influenzale.
Allo stesso scopo è possibile consumare 30-40 gocce di tintura madre di echinacea due volte al giorno lontano dai pasti.

L’echinacea, per uso esterno, viene utilizzata nella preparazione di specifiche creme, pomate e lozioni per la pelle per favorire la guarigione di afte, ulcere e dermatiti, grazie alla sua capacità cicatrizzante.

Controindicazioni ed effetti collaterali dell’echinacea

L’echinacea non presenta controindicazioni specifiche o effetti collaterali degni di nota. Tuttavia, prima di procedere all’uso prolungato della pianta, sinceratevi che non sussista un’allergia all’echinacea attraverso una prova allergica.
L’utilizzo della pianta officinale echinacea è sconsigliato nelle seguenti situazioni:

  • In gravidanza o in allattamento;
  • in età pediatrica o neonatale;
  • se ci si sta sottoponendo ad una terapia immunosoppressiva, quali trapianti e malattie autoimmuni.

Inoltre è bene prestare attenzione al fatto che alcune specie di echinacea contengono composti tossici per il fegato.

Habitat e descrizione della pianta

Echinacea purpurea e l’Echinacea angustifolia sono piante native del continente Americano: nella fattispecie sono provenienti dal Messico, dalla Florida e dalla Lousiana. Qui in Italia vengono entrambe coltivate principalmente per scopo medico, ma anche ornamentale.

Echinacea purpurea e l’Echinacea angustifolia sono due piante erbacee perenni il cui fusto, a portamento eretto, può variare in altezza dai 50 ai 150 cm. Le foglie, basali e picciolate, sono riunite in rosette basali e si presentano solcate da diverse nervature, da 3 a 5; la differenza è che l’echinacea purpurea presenta foglie più ampie dell’echinacea angustifolia, che invece ha foglie più strette.
I fiori sono di lunghezza e tonalità variabili dal bianco-rosato al rosa-purpureo, mentre i frutti sono degli acheni il cui colore è marrone chiaro all’apice ed è fornito di un’appendice piumosa.

Curiosità e cenni storici

La tradizione vuole che l’echinacea fosse una pianta già conosciuta ed utilizzata dai Nativi Americani presenti in America del Nord, i quali la utilizzavano nella cura di ferite ed ustioni, ma anche per curare tosse e mal di gola. L’echinacea si suddivide in nove specie, delle quali le più efficaci sono sicuramente l’echinacea purpurea e l’echinacia angustifolia, poiché contengono la maggior concentrazione di acido cicorico.

L’echinacea fu studiata per la prima volta nel 1915, al fine di evidenziate le sue numerose azioni sul sistema immunitaria, e negli anni ’80 del 900 furono i ricercatori tedeschi a detenere il primato nello studio della pianta.

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