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Andropausa: che cos’è, cause, sintomi e diagnosi

Andropausa: che cos'è, cause, sintomi e diagnosi

Per andropausa si vuole indicare il naturale termine delle capacità riproduttive di un uomo, ormai in età avanzata. Il neologismo fa tanto pensare al più comune menopausa nella donna, nonostante “pausa” non ci si addica del tutto.

Questo processo di andropausa maschile non avviene in modo drastico, scontato o veloce, a differenza della menopausa femminile, la quale segue un processo definito, il quale esordisce con la scomparsa delle mestruazioni, accompagnandosi ad un veloce abbassamento nella produzione di estrogeni. 

Nell’uomo non si ha un definito termine delle capacità riproduttive, anzi, l’andropausa potrebbe essere descritta in quanto processo parafisiologico, che si mostra in maniera variabile tra i soggetti. Con questo termine andropausa se ne vuole quindi rendere un’idea, nonostante le discussioni ancora in atto, sulla sua esistenza o meno, siano ancora molteplici.

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La reale andropausa, e quindi la totale perdita delle capacità procreative, non avviene in tutti gli uomini ma solo in una limitata parte di essi; il fenomeno è quindi soggettivo, e legato ad alcuni fattori ambientali, tipo sovrappeso, sedentarietà o tabagismo, dalla forte incidenza sulla fertilità maschile. 

La comunità medica è solita parlare di PADAM, Partial Androgen Deficiency in Aging Male“, che vuol dire sindrome da parziale carenza di androgeni nella terza età. Altri invece la indicano come ADAM, Andorgen Deficiency in Aging Male“, e quindi sindrome da insufficienza androgenica in età anziana. 

Cause dell’andropausa

Tra le principali cause attribuibili all’andropausa ne troviamo molteplici. Vediamo insieme quali.

Calo del Testosterone

L’invecchiamento porta con sé anche un inevitabile calo della testosteronemia, ovvero dei livelli sierici di testosterone. Questo calo è abbastanza lento e graduale, quale esordio si può avere intorno ai 25-30 anni, correlandosi al BMI. Con questo si vuole dire che più è grave il sovrappeso del soggetto, maggiori sono le probabilità di esordio dell’andropausa precoce.

Durante l’ascesa dell’andropausa, si noterà un sensibile abbassamento nei livelli di androgeni come il DHT, diidrotestosterone, il DHEA e l’androstenedione. La sintesi del testosterone maschile è nelle mani delle cellule testicolari del Leyding, quale calo è proprio legato all’andropausa; non sarà quindi un caso se il volume dei testicoli di un anziano risulterà ridotto a dispetto di quelli giovanili. Il centro ipofisario, quale compito è quello di dirigere la sintesi di testosterone rilasciando LH, andrà in deficit.

La ridotta ampiezza della pulsatilità del suddetto ormone, controllata dal GnRH ipotalamico, quale ormone che rilascia le gonadotropine, è un fenomeno tipico dell’invecchiamento. Per chi non lo sapesse, la pulsatilità è un fenomeno dove l’ormone non verrà più prodotto costantemente, ma ad ondate dall’intensità ed ampiezza variabile, ad intervalli regolari o meno. Proprio per questo fenomeno, nei giovani, il livello sierico di testosterone subirà un classico andamento circadiano, alti al mattino e bassi alla sera, scomparendo del tutto nella senescenza.

Ipogonadismo

Ipogonadismo è il termine tecnico con il quale si suole descrivere la scarsa sintesi di testosterone del testicolo; non è quindi andropausa. L’andropausa presenta sempre l’ipogonadismo, nonostante la condizione possa manifestarsi anche in giovane età. Quindi, invece di attribuire i sintomi al mero fenomeno dell’invecchiamento, è sempre bene proporli ad un andrologo. L’ipogonadismo può esser dovuto a molteplici fattori, nonostante la primaria sia sempre la disfunzione erettile. 

Testosterone Totale e Testosterone Libero

E’ importante porre delle differenziazioni tra testosterone totale testosterone libero. 

  1. Il testosterone libero permette una corretta diagnosi, in quanto fornisce la parte di testosterone rilasciate dalla proteine di trasporto, compiendo perciò la propria azione; è questa la forma attiva dell’ormone. Un suo deficit esteso nel tempo, potrebbe divenire “patognomico”.
  2. Il testosterone totale legato alle proteine di trasporto, risulta biologicamente inattivo, ed un livello basso di testosteronemia totale non sono indice di ipogonadismo od andropausa.

Sintomi dell’andropausa

In medicina la sindrome da carenza di androgeni nella terza età, è vista come un raggruppamento di sintomi che possono ricondurre a diverse patologie ed eziologie. Nell’andropausa i sintomi sono piuttosto complessi, e possono intaccare molteplici funzionalità del corpo. Quella più preoccupante è di gran lunga l’interessamento della sfera sessuale, che porta sovente a chiedere un parere medico.

Tra le principali modifiche fisiologiche nell’attività sessuale, con l’incorrere dell’invecchiamento troviamo:

  • Rallentamento di eccitazione ed erezione
  • Diminuzione della rigidità del pene
  • Offuscamento del senso orgasmico
  • Riduzione di libido e fertilità
  • Calo delle erezioni spontanee, tipo quelle notturne
  • Calo dell’intensità dell’orgasmo e del volume dell’eiaculatom
  • Prolungamento del periodo refrattario.

La riduzione del desiderio sessuale avviene lentamente, motivo per cui non spesso ci si fa caso, oppure viene semplicemente associato con l’arrivo della senilità. Ma anche nei casi dove questa esordisce in modo brusco, ad eccezione di preesistenti patologie, la si lega sempre al suddetti fattori o almeno dovuta a ripercussioni psicologiche.

Tra le principali modifiche delle differenti attività del corpo, si noteranno invece:

  • Incremento della massa adiposa e riduzione della muscolare
  • Diminuzione della densità ossea con incremento nella suscettibilità a fratture
  • Ginecomastia, quale elevato sviluppo delle mammelle maschili
  • Pelle sottile e arresto nella crescita dei peli
  • Ridotte energie e senso di benessere
  • Anemia
  • Insonnia od ulteriori disturbi del sonno
  • Depressione
  • Scarsa concentrazione e calo di autostima.

Aterosclerosi

I sintomi sono in questo caso fisiologici e dovuti in parte al calo del livello di testosterone. Quindi, fenomeni vascolari occlusivi ateromatosi, o meglio aterosclerosi, possono generare una riduzione nell’afflusso di sangue nel pene, e portare a disfunzione erettile.

Tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza della patologia troviamo:

Ognuno di essi può essere fortemente influenzato dalle abitudini del soggetto.

Obesità

E’ possibile associare l’obesità ad un calo nel livello di testosterone sia libero che totale, legato ad un incremento dell’estradiolo, quale ormone femminile. L’incremento del grasso viscerale può portare ad un peggioramento dell’ipogonadismo, che aggrava poi come conseguenza l’obesità.

Nel tessuto adiposo, prevalentemente in quello addominale, vi può essere una concentrazione dell’enzima aromatasi, che si occupa di convertire il testosterone in estradiolo. L’attività del suddetto enzima viene potenziato sia dall’ipertrofia degli adipociti, sia dall’iperinsulinemia che dall’alcolismo.

Diabete

I soggetti con diabete hanno maggiori probabilità di incorrere in disfunzione erettile, in maniera 3 volte maggiore. L’iperglicemia può compromettere le fibre nervose e vasi sanguigni normalmente coinvolti nell’erezione. Questa porta anche ad aterosclerosi, e così come l’obesità, cala la sintesi di ossido nitrico, quale vasodilatatore implicato in fenomeni erettivi.

I sintomi dell’andropausa somigliano molto a quelli dell’ipotiroidismo, quale patologia da insufficiente attività della ghiandola tiroidea.

Diagnosi dell’andropausa

Nel caso in cui si avvertano i suddetti sintomi, e si nutre il dubbio di probabile ingresso in andropausa, è bene sempre sottoporsi a parere medico; così facendo si potranno scoprire le cause e quindi passare ad un trattamento opportuno. In questi casi è bene ricordare 2 importanti concetti chiave:

  1. Si tratta sovente di una condizione fisiologica, la quale si può prevenire od attenuare seguendo uno stile di vita più salutare.
  2. I sintomi legati all’andropausa non sono obbligatoriamente legati all’ipogonadismo, ma possono addirittura nascondere patologie più gravi. Dovrebbe essere quest’ultima eventualità a porre maggiore attenzione nel soggetto e farsi consigliare repentinamente da un andrologo. 

Risulta essere importante la corretta interpretazione dei sintomi dell’andropausa, per ottenere una corretta diagnosi. Con pari livelli di testosterone libero, i sintomi possono variare in ogni soggetto; questo a patto che i livelli ematici di testosterone non siano in deficit. Sarà così complicato diagnosticare l’ipogonadismo od andropausa, mediante mera valutazione della testosteronemia.

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