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Anemia: che cos’è, sintomi, diagnosi e possibile cure

Anemia: che cos'è, sintomi, diagnosi e possibile cure

L’Anemia è una diminuzione da parte del sangue della possibilità di spostare l’ossigeno all’interno dei tessuti. Dato che tutto dipende dalla riduzione di globuli rossi, l’anemia viene pensata come diminuzione dei globuli rossi al di sotto dei limiti regolari. Questi valori però non vengono misurati con molta semplicità, per questo l’anemia viene pensata come diminuzione dei globuli rossi al di sotto della norma, oppure come una riduzione dei normali livelli di emoglobina.

È importante anche concentrarsi sulla ritenzione dei liquidi, capaci a loro volta di estendere il volume plasmatico; un loro calo potrebbe contrarlo avendo come conseguenza delle irregolarità nei valori misurati in clinica.
Normalmente le varie tipologie di anemie si classificano tenendo conto delle trasformazioni riguardanti la morfologia degli eritrociti o globuli rossi, e degli indici eritrocitari. A seconda della tipologia di anemia, questa diminuzione da parte della massa eritrocitaria e delle successive possibilità di spostamento di ossigeno, nel caso in cui avessero una cartella in maniera sufficiente grave, determina delle peculiarità a livello clinico ben definite.

Anemia con perdita di sangue

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Vi possono essere emorragie più acute quando si perde sangue in poco tempo, si parla quindi di minuti ed ore, e di emorragie più gravi quando queste avvengono per mesi o anni. Le reazioni cliniche quindi dipenderanno maggiormente dalla gravità e rapidità di perdita di sangue, ma anche se questa avviene a livello esterno o interno. Il peggioramento è dovuto quindi al fatto che si ha più una riduzione del sangue rispetto all’emoglobina. Si può avere come conseguenza stato di shock o morte.

L’emodiluzione o diluizione del sangue, andrà a diminuire l’ematocrito; verrà innescata quindi una formazione di eritropoietina con un aumento di eritropoiesi da parte del midollo.

Se si hanno emorragie interne come nella cavità addominale, il ferro perso potrà essere ripreso; a livello esterno invece, una corretta ricostruzione della massa ertitrocitaria, potrebbe essere intralciata dalla mancanza di ferro. In seguito ad una forte emorragia, i globuli rossi si presenteranno dalle dimensioni ottimali; si parla di normocitici e normocromici. Nel momento in cui il midollo proverà a rigenerarsi, all’interno del sangue periferico vi sarà un aumento dei reticolociti, che arriveranno al 10/15% dopo soli 7 giorni.

Si ha l’emorragia cronica con conseguente anemia, nel momento in cui si perdono più percursori eritroidi rispetto a quelli generati, oppure quando il ferro accumulato risulterà esaurito. Ad ogni modo, qualsiasi carenza marziale e quindi di ferro può portare ad una manifestazione anemica; tra queste troviamo: malnutrizione, malassorbimento di ferro ed aumento di richiesta dello stesso, soprattutto durante il ciclo mestruale o in gravidanza.

Sintomi dell’Anemia

Nel caso in cui un soggetto soffra di anemia, i sintomi sono ben precisi: viso pallido, stanchezza, indisposizione e affaticamento repentino. E’ la riduzione di apporto di ossigeno che genera proprio la dispnea o mancanza d’aria, anche se si vanno a fare dei brevi sforzi. Anche dalle unghie si può capire, visto che andranno a diventare più gracili assumendo una forma concava, a cucchiaio o coilonichia. 

La mancanza di ossigeno o anossia, potrebbe generare regressione grassa nel fegato, ma anche nel cuore e nei reni, con conseguente ammassamento nelle cellule di grandi quantità di lipidi. Nel momento in cui questa regressione grassa che avviene nel miocardio o meglio nel cuore, risultasse essere di forma più grave, si potrebbe incorrere in insufficienze cardiache con conseguente difficoltà respiratoria; ciò sempre legato al limitato trasporto di ossigeno.

In caso di intensa emorragia, vi potranno essere delle alterazioni a livello renale con conseguente oliguria o bassa produzione di urina, ed anuria o mancanza totale di urina, dovute alla mancanza di sangue nei reni; si parla di ipoperfuso.
L’ipossia a livello nervoso, si manifesta attraversi cefalee, riduzione della vista e svenimenti.

Diagnosi dell’Anemia

L’anemia, di qualunque natura essa sia, in genere si diagnostica nei seguenti modi:

  • In clinica;
  • Attraversi esami di laboratorio di vario genere;
  • Attraverso l’aspirazione di midollo con un ago, al fine di procedere ad un esame citologico;
  • Ulteriori esami specifici che vadano a mostrare un sanguinamento gastrointestinale.

Possibili cure dell’Anemia

Curare l’anemia implica il riportare alla normalità i livelli di emoglobina e ferro, andando a incoraggiare una buona eritropoiesi.
Prima di tutto si può effettuare una terapia marziale, che vede l’ingestione di sali ferrosi per via orale, dopo e lontano dai pasti.
In caso di gastriti atrofiche, in genere viene somministrato il solfato ferroso, che si assorbe anche senza acido cloridrico.
I soggetti che non riescono ad ingerire i sali ferrosi per via orale, possono scegliere anche la via endovenosa o intramuscolare.  

Assumere questi farmaci antianemici però molte volte genera anche degli effetti collaterali, e tra i principali vediamo: bruciore allo stomaco, crampi addominali o diarrea. Diminuendo il dosaggio, e facendo in modo che il paziente possa adattarsi agli stessi, scongiurerà di gran lunga la comparsa di questi sintomi.

In caso di terapia marziale, dovrà presentare, già dopo la quinta e la settima giornata, un aumento dei reticolociti. Senza valutare i soggetti che soffrono di ingenti perdite ferrose, i risultati, si possono ottenere già dopo 2 mesi dall’inizio della terapia.
Nonostante l’anemia sia stata migliorata, si consiglia di continuare con la cura altri 6 mesi al fine di garantire un buon accumulo di ferro.
Lesioni epiteliali di unghie e lingua verranno corretti nei successivi 3 o 6 mesi, anche se i miglioramenti si avranno già dopo le prime 2 settimane dall’inizio della terapia.

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