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Uno studio rivela che le donne incinte dovrebbero rinunciare a caffè, tè, bibite e altre fonti di caffeina

Uno studio rivela che le donne incinte dovrebbero rinunciare a caffè, tè, bibite e altre fonti di caffeina

Coloro a cui si consiglia di evitare il consumo di caffè, tè, bibite ed ulteriori sostanze contenenti caffeina, risultano essere le donne in stato gravido e chiunque abbia in procinto il concepimento di un bambino.

Uno studio odierno, difatti, ha affermato che codesta sostanza abbia la capacità di apportare danni alla gestazione e a coloro che sono in procinto di incorrere in una gravidanza. Analizzando all’incirca 48 ricerche, esposte su CMJ Evidence Based Medicine, la consumazione di caffè e derivati risulta essere coesa ad un elevato accrescimento di eventualità di risultati negativi nel corso dei mesi di gestazione, dal ridotto peso all’avvento del neonato, al parto pretermine sino all’obesità dell’infante.

Inoltre, per i soggetti in stato gravido non vi è una delimitazione certa di somministrazione.

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L’autore dello studio Jack James, professore alla Reykjavik University dichiara:

“Le prove scientifiche cumulative supportano la tesi secondo cui alle donne incinte e alle donne che contemplano l’idea di una gravidanza andrebbe consigliato di evitare la caffeina.”

Gli esiti hanno destato controversie in relazione agli odierni consigli degli specialisti di organizzazione quali l’Nhs, il Servizio Sanitario Nazionale Britannico, l’American College of Obstetricians and Gynecologists, le Dietary Guidelines for Americans e anche per Efsa (ossia l’Autorità europea per la sicurezza alimentare).

Codesti consigli raccomandano che la consumazione di un ridotto quantitativo di caffeina giornalmente, ovviando il superamento dei 300 mg, non causi danneggiamenti al feto.

Lo studio

Jack James ha studiato ben 37 ricerche osservazionali e 17 meta-analisi esposte dal 1998 al 2019 e che congiungono la caffeina a circa 1 di 6 risultati passivi di gestazione: aborto spontaneo, mortalità alla nascita, ridotto peso alla nascita oppure per età gestazione, parto pretermine, leucemia acuta e obesità infantile.

All’incirca 32 di 37 ricerche osservazionali hanno evidenziato che la caffeina ha incrementato il pericolo di risultato negativo della gestazione, contrariamente alle meta-analisi, di cui 14 attestano un pericolo di danneggiamento coeso alla consumazione da parte della madre di un elevato tasso di caffeina, 4 un pericolo maggiore di aborto spontaneo, 2 stanno ad indicare pericoli alti di mortalità alla nascita, 5 di ridotto peso alla nascita oppure per l’età gestazione e 3 meta-analisi indicano un pericolo alto di leucemia infantile. James ha evidenziato che ogni singolo dato durante l’analisi si ricava da ricerche osservazionali, e dunque che non risultano alla base di progetti al fine di redigere movente e risultato.

Il medesimo responsabile ha rammentato che probabilmente vi sono maggiori cause aventi la capacità di condizionare gli esiti, ad esempio il fumo materno. Prendendo in considerazione svariati fattori, codesti esiti ricavati risulterebbero essere per l’artefice bastevoli al fine di controllare totalmente i consigli sulla somministrazione di caffeina in fase di gestazione e per raccomandare ai soggetti in fase di gestazione e che vogliono provare a rimanere incinte di ovviare la caffeina. Prendendo in considerazione questo, resta una maggiore letteratura scientifica che posiziona il caffè in uno stile di vita frenetico e in un regime alimentare regolare e salutare.

L’Efsa aveva evidenziato l’operosità della caffeina in relazione agli esiti positivi che essa aveva sulla psiche (vigilanza e concentramento) e sul corpo (riluttanza). Ulteriori attestazioni raccomandano ulteriormente che una corretta consumazione di caffè durante il decorso vitale abbia la capacità di allentare fisiologicamente la caduta di cognizione coesa all’età e abbassare il pericolo di patologie neurodegenerative (quali il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson), il pericolo di diabete di tipo 2 e una vasta sessione di patologie al fegato.

Per quanto concerne i soggetti femminili in fase di gestazione, si raccomanda soltanto di non eccedere coi dosaggi.

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