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Dislessia: che cos’è, cause, sintomi, diagnosi e possibili cure

Dislessia: che cos’è, cause, sintomi, diagnosi e possibili cure

La Dislessia risulta essere un fastidio connesso all’acquisizione, conferisce rigorose complessità nell’azione del leggere e difficoltà nello scritto, nell’intonazione e nella lettura metrica.

Il movente non risulta comprensibile. Determinati pensieri affermano che l’ereditarietà e determinate anormalità connesse al sistema nervoso condizionano notevolmente la patologia. Ciascun soggetto affetto da dislessia ha una patologia differente, poichè i problemi tendono a cambiare da soggetto a soggetto. Generalmente, l’adolescenza è la fascia d’età più vantaggiosa per la prognosi della dislessia. C

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iò nonostante, determinati soggetti presentano evidenti tracce sin dai primi anni d’età. Ad oggi, vi sono diversificate tecniche capace di assistere i soggetti affetti da dislessia. La riuscita spesso risulta alquanto positiva. Pertanto, risulta opportuno tenere a mente che tale patologia risulta essere un handicap durevole.

Secondo molti tale patologia colpisce principalmente persone aventi un scarseggiante intelletto e risulta alquanto apatico. Ma tale opinione risulta essere illegittima ed approssimativa in quanto tale patologia non si presenta come una traccia di scarsa efficienza razionale nè tantomeno una traccia dell’essere pigro.

Pertanto, i soggetti affetti da dislessia rientrano nella media per quanto concerne la capacità intellettiva e presentano le medesima possibilità di risultato nei vari settori ugualmente ai soggetti non affetti da dislessia.

Tale patologia risulta durevole, tuttavia mediante le metodologie odierne, i soggetti affetti da dislessia sono capaci ugualmente di gestire uno stato vitale regolare.

Fastidi di acquisizione della dislessia

I fastidi di acquisizione risultano essere handicap inerenti a tangibili difficoltà di esercizio del leggere, di stesura e di conteggio. Fra gli svariati fastidi vi è dunque la disortografia, la discalculia e la disgrafia.

Disciplina Biomedica

Determinate considerazioni dichiarano che la percentuale rappresentante i soggetti affetti da dislessia è compresa fra il 5 ed il 17%. Sorgenti riscontrate nel Regno Unito affermano che un paziente affetto da dislessia colpisce 10-20 soggetti.

Causa della dislessia

Ad oggi non ci sono studi specifici su tale patologia ed i corrispettivi moventi. Pertanto, determinate opinioni affermano che la fuoriuscita di tale patologia sia connessa ad una ereditarietà o a determinate anormalità del sistema nervoso.

Dislessia ereditaria

Risulta prestabilito che svariati soggetti affetti da tale patologia a loro volta facciano parte di una famiglia al cui interno vi sono soggetti affetto dal medesimo fastidio. Pertanto, ciò ha portato specialisti ad indagare sull’ereditarietà fra ambo le parti. Attualmente, gli studi attestano che:

  • Vi sono molteplici geni connessi alle potenzialità del leggere e del modo di esprimersi. Pertanto, i difensori di tale sistema sostengono che la scorretta manifestazione di tali geni è capace di compromettere le potenzialità connesse e dunque si presenti come un probabile movente di tale patologia;
  • Circa il 49% dei procreatori aventi un figlio affetto da dislessia presentano a loro volta un fastidio affine;

Ricerca dei fastidi anatomici del sistema nervoso

Molteplici studi attestano che determinati soggetti affetti da dislessia hanno una struttura nervosa lievemente differente contrariamente a soggetti non affetti da tale patologia. Analizzando il tutto con maggior cura, ricerche hanno evidenziato che i fastidi nervosi di tali soggetti sono posti all’altezza dei due lobuli la cui funzione è quella di tenere sotto osservazione la potenzialità dell’esprimersi.

Sintomi della dislessia

Ciascun soggetto affetto da tale patologia ha un discorso a parte. Difatti, è capace di spingere il soggetti a sintomatologie e tracce capaci magari in altri soggetti di non comportare nulla. La complessità dell’azione del leggere risulta una delle sintomatologie maggiormente evidenti e peculiari.

Ciò nonostante, risulta opportuno tenere a mente che i soggetti affetti da dislessia spesso presentano fastidi nella scansione dei vocaboli, nella scrittura e nel fare una conversazione chiara con vocaboli esatti e tonalità corrette. Generalmente, un soggetto dislessico manifesta le primarie sintomatologie e tracce di tale fastidio sin dai primi anni di scuola. Realmente, tale sintomatologia spesso non risulta evidenziabile sin dal primo momento, e ciò rende le cose difficili soprattutto per i genitori.

Complessità dell’azione del leggere

Pazienti affetti da dislessia hanno difficoltà nella comprensione di quanto è scritto nei testi, poiché tale patologia è capace di complicare vari requisiti, come:

  • La connessione dei vocaboli alla tonalità degli accenti. Ciò difatti complica l’azione del leggere e dunque la comprensione;
  • La decodificazione di un brano. In quanto ha difficoltà a capire il significato di ciascun vocabolo e ciò è capace di comportare problemi nel decodificare un testo;
  • L’ identificazione dei vocaboli al solo guardarle. Ciò è strettamente connesso ai vocaboli conosciuti già precedentemente. Questo perché avendo difficoltà nel leggere, un dislessico non è capace di dare vita ad un dizionario di parole che ha già incontrato;
  • La fluidità dell’azione del leggere. La lettura fluida varia a seconda dei propri requisiti precedentemente intrapresi. Pertanto, risulta essere un fattore chiave per quanto concerne la comprensione di un brano;

Sintomi sin dai primi anni dell’infanzia

I soggetti affetti da dislessia sin dai primi anni infantili, manifestano sintomatologie e tracce che prevedono:

  • Ristretta attitudine di individuazione e comprensione dell’alfabeto;
  • Problemi connessi alla comprensione e all’uso di diversi vocaboli, dunque dizionario ristretto;
  • Problemi nel pronunciare le parole specialmente quei vocaboli composti da più lettere;
  • Rallentato accrescimento della lingua contrariamente a soggetti aventi la stessa età ma non affetti da dislessia;
  • Problemi nel formare periodi con l’uso delle rime;
  • Difficoltà legate all’uso di vocaboli giusti;

Sintomi in età primaria

Le sintomatologie e le tracce che si manifestano nei soggetti dislessici sono evidenti sin dai primi anni di scuola dell’infanzia. É durante questi primi anni che i sintomi maggiormente popolari risultano essere:

  • Problemi di lettura e scansione dei vocaboli;
  • Confusione alfabetica, specie nel corso dell’azione del leggere o della stesura;
  • Uso delle nozioni grammaticali;
  • Difficoltà nell’apprendimento di termine e tonalità di suono;
  • Problemi nello stringere penne o matite,
  • Pigrizia nell’azione del leggere e nello scrivere;
  • Difficoltà di rispondere a quesiti che precedentemente avevano avuto risposta veloce e corretta;
  • Incapacità nel memorizzare vocaboli che non sono stati visti precedentemente;
  • Incapacità di comprendere la successione di informazioni;
  • Sensazione che i vocaboli presenti si muovano o si vedano in maniera sfocata;
  • Incapacità di redigere un riassunto;
  • Difficoltà a memorizzare termini di una nuova lingua;
  • Difficoltà di identificazione di espressioni simpatiche;
  • Difficoltà nella comprensione di vocaboli in successione come giorni della settimana, lettere dell’alfabeto, mesi dell’anno ecc

Sintomi nell’adolescenza e in età matura

Durante l’adolescenza e l’età matura, i soggetti affetti da dislessia presentano sintomatologie precedentemente evidenziate durante l’età prematura ed in più:

  • Incapacità nell’appuntare nozioni dettate o nel ricopiare un brano;
  • Incapacità nel redigere una mappa per la scrittura di una lettera, una relazione o un tema;
  • Incapacità nel tenere a mente i PIN, i numeri di telefono ecc;
  • Incapacità nel ricordare le date di scadenza;

Durante tale fascia d’età, il soggetto dislessico è consapevole delle capacità e dei problemi che esso presenta e dunque si comporta in maniera particolare al fine di non mostrare le proprie incapacità e difficoltà. Ad esempio, ovvia la lettura o la scrittura dinanzi a persone specialmente estranee.

Ulteriori problemi

Spesso tale patologia tende ad essere connessa alla discalculia, alla disgrafia, alla mancante attitudine nel memorizzare, così come ad ammanchi di concentramento ed inquietudine. In aggiunta tende ad essere associata alla incapacità di pianificare le tempistiche ed a connettere i movimenti. Ad oggi, specialisti del caso non hanno ancora riscontrato collegamenti fra la dislessia e le ulteriori problematicità.

Prognosi della dislessia

Generalmente, la prognosi di tale patologia vede la partecipazione di svariati specialisti del campo e l’analisi di un triplice step fondamentale:

  • Primario step – e dunque un analisi realistica avente come fine la previsione salutare del soggetto dislessico. Ottime risultano le ricerche visive ed acustiche. Difatti, primario step di uno specialisti è quello di analizzare le complessità inerenti all’azione del leggere, alla stesura e alle difficoltà visive e di udito. Laddove risultano regolari, la percentuale connessa all’eventuale patologia o ad ulteriori fattori accresce. In quanto, solitamente, i pazienti analizzati sono tendenzialmente piccoli ed è pertanto abituale che lo specialista si serva della collaborazione dei familiari;
  • Secondario step – e dunque il consiglio di un medico specializzato in fastidi della comprensione. Quest’ultimo difatti pone il soggetto a test come la capacità di lettura con supposto spelling e scrittura del brano. Successivamente a tale test lo specialista è capace di affermare una prognosi conclusiva. Nel momento in cui a tale test viene sottoposto un soggetto prematuro risulta fondamentale porre ai parenti un quesito al fine di estrapolarne la deficienza e la potenza del dislessico. Tale quesito risulta fondamentale per confrontare quanto compreso dal test al quale è stato sottoposto il bambino e dunque decidere se porre il paziente ad ulteriori analisi specifiche;
  • Terziario step – e dunque previsione conclusiva tenendo conto alle analisi precedentemente svolte. Durante il terzo step, gli specialisti congiungono le proprie conoscenze dicendosi a vicenda le proprie interpretazioni. In aggiunta, danno al soggetto dislessico un voto inerente alle potenzialità constatando il trattamento maggiormente appropriato;

Fascia d’età adatta

Per quanto concerne i fastidi connessi alla comprensione, gli specialisti evidenziato una fascia d’età indicata per svolgere delle analisi appropriate. Pertanto risulta essere una delimitazione laddove una definizione prematura starebbe a significare ulteriori problemi. Laddove si parla di dislessia, la fascia d’età indicata non deve superare nè precedere gli 8 anni d’età del soggetto.

Prognosi in età adulta

Laddove un soggetto adulto manifesta fattori connessi alla dislessia può svolgere analisi particolari capaci di individuare la provenienza. Per appunto svolgere tali analisi, deve chiedere informazioni al proprio dottore. Molti ritengono insensata la presenza di una diagnosi concreta specialmente se si parla di una patologia duratura. Ciò nonostante risulta attestata la presenza di un primario trattamento capace di diminuire i problemi e l’inattitudine connessa alla patologia.

Possibili cure della dislessia

Precedentemente all’analisi dei trattamenti opportuni per un soggetto dislessico, risulta opportuno sottolineare determinati fattori. Tale patologia risulta essere una patologia durevole ma non una malattia. Tuttavia, allegare a tale patologia cure o trattamenti risulta inopportuno in quanto capace di portare il soggetto all’idea del riacquistare la salute. Pertanto, un soggetto affetto da dislessia non sarà mai a tutti gli effetti in grado di riottenere l’attitudine nell’azione del leggere che magari può avere un soggetto non affetto da tale patologia.

Odiernamente, i soggetti però hanno a disposizione differenti trattamenti capaci di conferire al soggetto una maggior acquisizione nonostante le problematicità del leggere e dello scrivere. Tali metodologie, secondo gli specialisti, pertanto, risultano essere tecniche capaci di bilanciare gli svariati ammanchi. Praticamente, le tecniche di trattamento per i soggetti affetti da dislessia prevedono provvedimenti che lavorano soprattutto sull’educazione e nell’uso di attrezzi aggiornati, aventi il denominativo di attrezzi compensativi.

Provvedimento che lavorano sull’educazione

I provvedimenti sull’educazione risultano essere strumenti di istruzione il cui fine è quello di perfezionare le diversificate potenzialità, come:

  • La potenzialità di collegare lettere alfabetiche alla tonalità;
  • La potenzialità di un ottimale lettura;
  • La potenzialità di capire quanto presente all’interno di una lettura;
  • La potenzialità di ricordare i termini presenti nei brani letti precedentemente al fine di dare vita ad un dizionario conoscitivo;

Coloro che si dedicano di tali provvedimenti risultano essere docenti specializzati in problemi della comprensione.

Gli attrezzi cosiddetti compensativi comprendono soprattutto software e dispositivi da computer capaci di utilizzare le abilità della voce. Oppure ulteriore attrezzo risulta la mappa concettuale o anche libri numerici o anche ardesie ipermediale. Al fine di comprendere al meglio tali tecniche, gli specialisti del campo li denominano come “occhiali per un persona miope“. Nello Stato Italiano, l’adoperamento di tali tecniche sotto forma di dispositivo per dislessici risulta presagito dalla legge 170/2010.

Trattamento per dislessici maturi

Nel caso di soggetti dislessici maturi, i trattamenti risultano uniformi con i trattamenti ideati per soggetti infantili affetti da dislessia.

 

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