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Biofeedback: che cos’è, benefici e come funziona

Biofeedback: che cos'è, benefici e come funziona

Il biofeedback risulta essere un trattamento fatto privo di farmaci, il quale permette l’apprendimento nel controllo delle funzioni del corpo che solitamente si manifestano di maniera involontaria, tipo:

  • tensione muscolare
  • pressione sanguigna
  • ritmi elettroencefalografici
  • frequenza cardiaca.

L’obiettivo del trattamento è quello di apportare migliorie alla salute, con annessi miglioramenti alle prestazioni sia sportive che fisiologiche e combattere al contempo patologie e condizioni varie. Visto che non si va a fare uso di farmaci, per cui trattamento non invasivo, è esclusa la presenza di qualsiasi effetto collaterale. 

Che cos’è e come funziona il biofeedback

Nel corso di una sessione di biofeedback, al soggetto si andranno ad attaccare degli elettrodi alla cute, quale scopo è quello di inviare delle informazioni al un computer, riguardanti le attività fisiologiche. Le varie misurazioni compariranno poi su questo monitor, ed in base a queste sarà possibile capire quali sono gli atteggiamenti fisici/emotivi annessi alle modifiche delle azioni visionate.

Al termine il soggetto saprà in che modo controllare i processi, senza dover di volta in volta essere monitorato. Queste sessioni hanno durata minore di 1 ora. Se il caso è molto semplice, allora il sollievo si otterrà in sole 8/10 sedute; al contrario, i casi più complicati, per ottenere evidenti migliorie, necessiteranno almeno di 20 sedute.

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I soggetti che vanno ad approcciarsi al biofeedback, oltre che lavorare soltanto con il terapista, dovrà anche eseguire delle tecniche di rilassamento standosene ovviamente in casa, con tempistiche che vadano dai 5 ai 10 minuti giornalieri. E’ possibile praticare il biofeedback anche per contrastare gli effetti psicologici delle videochat. 

Benefici del biofeedback

Praticando il biofeedback, si andrà incontro a numerosi benefici. All’origine del trattamento vi è l’idea che ogni soggetto possa riportare migliorie all’interno della propria vita mediante l’acquisizione della capacità di autoregolare le funzioni del corpo. I disturbi sul quale il trattamento ha manifestato importanti incidenze sono molteplici.
Scopriamoli insieme!

Stress

A della della University of Maryland Medical Center, con l’acquisizione del biofeedback si potrebbe apportare migliorie a molteplici condizioni di stressCiò succede in quanto un soggetto sotto stress alcuni processi fisiologici, come nel caso della pressione del sangue, tengono ad irregolarizzarsi, e con l’acquisizione del trattamento di capisce come tenerli a bada, mantenendoli dunque nei giusti parametri.

Emicrania

Il biofeedback ha manifestato importanti benefici anche contro l’emicranianonostante vi siano anche delle ipotesi contrarie. A detta del Michigan Headache and Neurological Institute, la suddetta terapia aiuterebbe ad apportare migliorie a quelli che sono i sintomi annessi a mal di testa ed emicrania soltanto nel 40/60% dei soggetti, proprio così come avviene con l’uso di farmaci.

Ciò però è soltanto annesso ad un’emicrania legata allo stress, mentre un’emicrania generata da fattori differenti sarebbe meno propensa a passare seguendo il biofeedback.

ADHD e Disturbo post traumatico da stress

Secondo alcuni studi, il biofeedback pare possa essere molto benefico anche se usato sul soggetti manifestanti ADHD, quale disturbo da deficit di attenzione iperattiva, ma anche per tutti coloro i quali devono gestire differenti forme di disturbo da stress post-traumatico. 

Malattia di Raynaud

Per chi non ne fosse a conoscenza, la malattia di Raynaud risulta essere una condizione la quale dona sensazione di intorpidimento e raffreddamento di alcune aree del corpo, in quanto risposta a condizioni come stimolo di freddo oppure stress emotivo.

All’origine della malattia troviamo una problematica all’afflusso sanguigno alla cute, per cui, secondo alcuni studi, il biofeedback termico pare sia molto indicato per alleviarne i sintomi. Secondo la Raynaud’s Association, circa l’80/90% dei soggetti che l’hanno praticato hanno riscontrato importanti migliori alla circolazione con riduzione dei sintomi.

Costipazione cronica

Secondo un team dell’Università dello Iowa, sita negli Stati Uniti, la terapia dello biofeedback pare apporti importanti migliorie per quanto concerne la risposta muscolare che genera stitichezza cronica. Gli studi hanno dimostrato che i miglioramenti in seguito alla terapia siano stati riscontrati sull’80% dei soggetti.

Bruxismo notturno

Il bruxismo notturno risulta essere una contrazione involontaria dei muscoli della faccia che in genere vengono implicati nella masticazione. Questo si ha durante il riposo notturno, manifestandosi mediante digrignamento dei denti, con sfregamento dunque delle 2 arcate dei denti, oppure mediante stringimento vigoroso delle mascelle.

Studi effettuati da un team del Turner Hospital di Manchester, sito nel Regno Unito, hanno riscontrato importanti benefici su ben 19 partecipanti ad un test, ai quali è stato chiesto di portare, ogni notte per 5 settimane, un dispositivo. Questi soggetti hanno affermato di avere un ridotto mal di testa e fastidio muscolare alle mascelle ogni mattino, ed ovviamente alcun effetto collaterale.

Aprassia della parola infantile

Per aprassia infantile si intende un disordine in quello che è il linguaggio motorio, dove l’infante riproduce difficoltosamente suoni, sillabe e parole. Coloro che lamentano il disturbo hanno bene in mente le parole da dire, con il problema che il cervello manifesta difficoltà nella coordinazione dei movimenti dei muscoli implicati proprio nella pronuncia.

Alcuni ricercatori degli Haskins Laboratories siti nel Connecticut, hanno effettuato ricerche sul biofeedback, dichiarandolo efficace in un programma da 18 sessioni, operato su ben 6 bambini riscontranti la problematica.

Ulteriori disturbi

Altri disturbi che hanno dimostrato migliorie successivamente al trattamento del biofeedback sono:

  • mal di schiena
  • depressione
  • ansia
  • asma
  • ipertensione
  • diabete
  • dolore forte
  • anoressia nervosa
  • difficoltà nell’apprendimento
  • spasmi ai muscoli
  • chinetosi
  • incontinenza urinaria
  • terapie cognitive e comportamentali
  • dolore cronico al retto
  • prestazioni sportive.
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