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Arteriopatia Periferica: che cos’è, sintomi, cause, diagnosi e possibili cure

Arteriopatia Periferica: che cos'è, sintomi, cause, diagnosi e possibili cure

L’arteriopatia periferica, oppure PAD in inglese, risulta essere una malattia che prevede il restringimento del lume ai vasi arteriosi, o arterie, ovvero di quei vasi che trasportano il sangue ossigenato e con i nutrienti dal cuore alla periferia del corpo, come:

  • Arti superiori
  • Arti inferiori, parte del corpo maggiormente colpita da arteriopatia periferica
  • Organi della testa, quale cervello
  • Organi del tronco, come intestino, stomaco e così via.

Una diminuzione nelle dimensioni delle arterie, può essere problematico, e quindi risultare un problema per l’afflusso sanguigno, che arriverà sicuramente in quantitativi ridotti ai vari tessuti, e quindi avranno anche meno ossigeno e minori nutrienti.

Le forme più lievi sono sicuramente asintomatiche, mentre se l’ostruzione progredisce, si noteranno:

  • Dolori ai muscoli
  • Intorpidimento e formicolio
  • Temperatura dell’arto in questione alterata.
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La diagnosi e quindi il successivo trattamento risultano essere davvero importanti, così da prevenire un possibile sviluppo di rischi cardiovascolari, tipo ictus. 
La prognosi, a sua volta, è strettamente legata alla velocità con cui si effettua la diagnosi, alla gravità dell’ostruzione e dalla risposta alla terapia.

Per migliorare la prognosi, è opportuno seguire alcune accortezze, come:

  • Evitare di fumare
  • Tenere sotto controllo il peso, e dimagrire laddove necessario
  • Tenere sotto controllo la pressione, la glicemia, il colesterolo e i trigliceridi.

Sintomi dell’arteriopatia periferica

I sintomi dell’arteriopatia periferica sono causati dalla scarsità del flusso sanguigno per l’ostruzione e per il ridotto numero di nutrienti ed ossigeno: questi però si hanno quando ben il 70% del lume è ostruito, altrimenti la patologia risulta del tutto priva di sintomi.

I sintomi si differenziano tra di loro in base alla parte del corpo intaccata, anche se quella con maggior predisposizione resta di sicuro agli arti inferiori, ovvero alle gambe. Il sintomo per eccellenza qui risulta essere la claudicatio intermittens, ovvero la sensazione di dolori crampiformi dopo qualche sforzo, quale sito varia dall’arteria intaccata, solitamente un polpaccio, anche se può anche cambiare.

Il dolore si percepirà dunque ad un polpaccio durante una camminata, smettendo nell’istante in cui ci si va a fermare, motivo per cui quando l’arteriopatia si verifica alle gambe viene denominata malattia delle vetrine. Partendo da questo presupposto, quindi, risulta importante valutare quanti metri si riesce a percorrere prima della manifestazione del dolore, che ci porta a smettere il movimento, in quanto, quando ci si recherà dal medico, verrà di norma chiesto da quest’ultimo; normalmente ci si aggira intorno ai 150-200 metri.

I casi più gravi manifesteranno sicuramente i seguenti sintomi:

  • Pelle fredda e pallida
  • Arto arrossato
  • Crescita di peli ed unghie alterata
  • Percezione del dolore stando anche a riposo
  • Ulcere
  • Disfunzioni erettili

Ulteriori distretti che non sono di certo immuni all’arteriopatia periferica sono:

  • Arteriopatia vasi del capo, quali sintomi sono sempre vari e comprendono:
    ➜ sincope
    ➜ capogiri
    ➜ vista ridotta
    ➜ debolezza o incapacità nel muovere un distretto del corpo.
  • Arteriopatia vasi del tronco, che può comprendere molteplici organi. Uno dei sintomi principali, tipico dell’occlusione di uno dei vasi che va ad irrorare l’intestino, è la claudicatio abdominis, che prevede l’insorgenza di un dolore addominale molto acuto, dopo aver mangiato. L’intestino, entrando in azione per il processo digestivo, richiede maggiore ossigeno, che però non arriverà mai, vista l’ostruzione dei vasi. Questa carenza fa sì che i muscoli intestinali soffrano provocando un dolore crampiforme.

I sintomi dell’arteriopatia periferica sono in genere lenti e graduali. Laddove queste manifestazioni siano improvvise o peggiorino velocemente, è necessario rivolgersi repentinamente ad un medico, in quanto le cause potrebbero essere molteplici, ed anche più urgenti.

Cause dell’arteriopatia periferica

Questo restringimento ai vasi è provocato prevalentemente da una placca aterosclerotica, ovvero un pezzo di colesterolo e materia fibrosa che va a deporsi nella parete dell’arteria, che tende a diventare più spessa, riducendo di conseguenza il lume del vaso.
L’arteriopatia periferica può esser dovuta da differenti condizioni, quali:

  • Fumo delle sigarette
  • Uomini più che le donne
  • Età
  • Trigliceridi alti
  • Colesterolo alto
  • Omocisteina alta
  • Diabete
  • Ipertensione, o pressione alta
  • Patologie infiammatorie
  • Lupus eritematoso sistemico
  • Radiazioni ionizzanti
  • Obesità
  • Vita sedentaria.

Ulteriori cause, seppur più rare, possono essere:

  • Vasculite, ovvero un’infiammazione della parete del vaso
  • Traumi
  • Anomalie anatomiche, dove muscolo, tendine o ulteriori vasi possono andare a comprimere l’arteria
  • Spasmi alla muscolatura liscia, i quali partecipano alla formazione della parete arteriosa.

Diagnosi dell’arteriopatia periferica

Affinché avvenga un’adeguata diagnosi dell’arteriopatia periferica, sono necessari differenti esami, quali:

  • Anamnesi, dove il medico prende quante più informazioni può dal soggetto, così da arrivare alla giusta diagnosi e poi terapia.
  • Esame obiettivo, dove il medico andrà ad osservare il distretto in questione, cercando polsi periferici, ovvero il battito cardiaco in differenti posti, quali:
    ➜ popliteo, retro del ginocchio
    ➜ femorale, piega dell’inguine
    ➜ tibiale, retro del malleolo mediale del piede
    ➜ pedidio, dorso del piede
    ➜ brachiale, piega del gomito
    ➜ radiale, parte esterna della facciata ventrale del polso
    ➜ ulnare, parte interna della facciata ventrale del polso
    ➜ indice caviglia/braccio, misurazione della pressione arteriosa a caviglia e braccio, principale limite se è uguale a 1.
  • Esami del sangue, che permettono di osservare:
    ➜ colesterolo
    ➜ glicemia
    ➜ trigliceridi
    ➜ omocisteina.
  • Esami strumentali, tra cui:
    ➜ ecodopper
    ➜ angiografia
    ➜ angio-RM
    ➜ angio-TC.

Possibili cure all’arteriopatia periferica

Le forme più leggere di arteriopatia periferica, richiedono uno stile di vita più sano, attraverso:

  • giusta alimentazione
  • attività fisica regolare
  • smettere una volta per tutte di fumare.

Laddove questi semplici rimedi non bastino, si dovrà ricorrere ad una cura farmacologica, che prevede l’assunzione di:

  • Anti-aggreganti, che servono ad evitare la formazione di trombi sulla placca aterosclerotica, fenomeno che potrebbe restringere ulteriormente il lume del vaso.
  • Ipocolesterolemizzanti, per ridurre il colesterolo e l’accumulo nella parete del vaso.
  • Farmaci per ridurre la pressione arteriosa, laddove il soggetto sia iperteso, ci può essere un incremento della placca aterosclerotica.
  • Farmaci per il controllo glicemico, soprattutto nei soggetti con il diabete, l’iperglicemia può essere uno dei fattori base per lo sviluppo della placca.
  • Farmaci per dilatare i vasi arteriosi, così da incrementare in diametro il lume vasale.

I casi più gravi, dovranno invece ricorrere ad una terapia chirurgica, attraverso:

  • Angioplastica percutanea, che prevede la dilatazione del vaso, andando a posizionare uno stent, ovvero un tubicino fatto in rete metallica.
  • Bypass, inserendo un nuovo vaso, che sia sintetico o di un’altra parte del corpo, che vada ad unire l’area del vaso a monte con quella dell’ostruzione.
  • Amputazione, soltanto nel caso in cui ci sia eccessiva gravità agli arti inferiori, con susseguente sviluppo della cancrena.
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