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Ammi Visnaga: che cos’è, proprietà, utilizzi, benefici e controindicazioni

Ammi Visnaga: che cos'è, proprietà, utilizzi, benefici e controindicazioni

Facente parte del complesso familiare delle Apiaceae, erbe provenienti dall’Europa centro-meridionale, è l’Ammi/visnaga. Quest’ultima risulta essere un’erba per la cura dentale, gengivale, annetta denti, denominata in questo modo in quanto i bagliori dell’infiorescenza, aventi gusto aromatico, tendono ad essere adoperati in Spagna sotto forma di stuzzicadenti. Tendono ad essere prevalentemente adoperati i frutti, poiché ricchi di oli essenziali, flavonoidi, furocromoni e furocumarine.

Risulta essere una pianta annuale erbacea, avente altura pari a 80 cm ed una radica allungata, lignea e di tonalità grigia.

Presenta caule verdognolo chiaro oppure grigiastro, dritto, dalla conformazione a cilindro e ricco di rami e striature. Il fogliame di tonalità verdognola scura, presenta molteplici sessioni lineari-mucronate, con una membrana striata e verdognola.

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I boccioli risultano essere biancastri e raggruppati in grossi ombrelle aventi molteplici raggi. La bratta presenta sezioni triforcute. La coppa si presenta gamosepalo con lunghi tubuli epiteliali legati all’ovario. Vanta di ben 5 petali aventi licinia fletta. Le antere sono di ridotte dimensioni e dalla conformazione a cerchio. Il frutteto è levigato e ovoidale. Presenta una duplice sementa con una struttura filiforme. Predilige zone terrose, campi e montagne. In Italia tende ad essere presente nei terreni ricchi di argilla . Sboccia durante il periodo compreso tra Giugno e settembre.

Proprietà e benefici

Ugualmente l’Ammi Visnaga, così come l’Ammi majus, discendono dal campo medico popolare e tradizionale dell’Egitto, dove risulta essere conosciuta con la denominazione araba di Gazar Shitani, Bijr El Kella oppure soltanto Kella.

Codesta droga, conosciuta da anni, tendeva ad essere adoperata dai popoli Egizi e Orientali, dove gli specialisti della medicina tendevano ad utilizzare i medesimi frutteti per la preparazione di infusi, dalle proprietà favorenti la diuresi e la rimozione di spasmi al fine di incentivare la rimozione dei calcoli renali e vescicali.

Nel campo medico europeo fu adoperata susseguentemente agli studi in ambito clinico di Kenawy e Barsom svolte durante il 1945 e studi in ambito farmacologico e clinico di Anrep, Barsoum, Kenawy e Misrahy svolte l’anno seguente, i quali sottolinearono la funzione vasodilatatrice per quanto concerne le coronarie e la funzione terapeutica per le sindromi anginose.

La visnaga svolge funzione spasmolitica per quanto concerne la muscolatura levigata delle arterie coronariche, bronchiali e alle vie urinarie. Tende ad essere prescritta principalmente per la cura di catarro spastico (cosiddetta pertosse), per l’asma bronchiale, per coliche biliari, intestinali e renali, per l’angina pectoris, per le bronchiti asmatiche e spastiche, sebbene non venga adoperata sotto forma fitoterapica.

Mediante la funzione fotosensibilizzante, e dunque la capacità di ripristinare la pigmentazione cutanea in compresenza di chiazze biancastre sulla cute, tende ad essere adoperata nell’ambito della cosmesi. Le funzioni fitoterapiche peculiari risultano essere:

  • broncodilatatore antiasmatico
  • diuretico
  • spasmolitico
  • antispasmodico
  • spasmolitico coronarico
  • fibre muscolari lisce
  • intestinale
  • vie renali
  • vie respiratorie
  • stimolatore della circolazione cerebrale
  • tossifugo
  • vasodilatatore coronarico

Gli organi maggiormente soggetti alla funzione fitoterapica risultano essere: le arterie, le coronarie, i bronchi e bronchioli, il cervello, il cuore, l’esofago, le ghiandole salivari, la gola, l’intestino, gli organi digestivi, gli organi emuntori, i reni, il sistema nervoso autonomo e centrale, lo stomaco, il tubo gastro-enterico, la vescica, le vie aeree superiori, le vie respiratorie e le vie urinarie.

Tende ad essere adoperata al fine di trattare problematicità, quali: asma, bronchite asmatica, fastidi stenocardici leggeri, litiasi urinaria, acidità, angina, bronchite, calcolosi ruinaria reni-vescicale, colite, coronaropatie, infezioni gastrointestinali, salivazioni eccessiva, tosse convulsiva, pertosse e ulcere.

Inoltre, la khellina presente all’interno dell’Ammi Visnaga svolge funzione spasmolitica ugualmente alla visnagina contrariamente alla visnadina, la quale risulta essere un vasodilatatore coronarico avente la funzione di causare l’accrescimento del circolo coronarico.

Utilizzi

Il campo medico popolare tende ad usare il frutteto di codesta pianta al fine di curare dissenteria e infiammazioni all’intestino. Nel campo dell’erboristeria e naturopatia, invece, tende ad essere adoperata congiuntamente alla tintura madre estratta dalla sementa della pianta, al fine di curare l’angina pectoris e l’asma.

Inoltre, le sostanze furocumariniche, conosciute ugualmente col denominativo di psoraleni, risultano composte da una funzione fotosensibilizzante che causa eritemi, abbronzatura oppure pigmentazione della cute susseguentemente all’esporsi ai raggi UV.

Se utilizzare con luce UV bassa, risultano vantaggiosi al fine di curare problematicità di psoriasi, vitiligo e micosi fungine. Sembra che comportino il cancro della pelle, sebbene i pareri scientifici risultino discordanti.

Sicuramente, le furucumarine causano la modificazione del DNA cellulare, dunque risulta opportuno non eccedere con l’esposizione solare susseguentemente al contagio oppure all’aver utilizzare superficialmente alla pelle estratti di piante aventi codesti principi attivi.

Controindicazioni

Non vi sono particolari effetti collaterali in merito ai dosaggi raccomandati. Eccessivi dosaggi di Ammi visnaga causano cefalee, vertigini, rigurgito e dissenteria con annessi crampi intestinali. Dato il ridotto uso nel campo terapico, non vi sono particolari interazioni farmacologiche in merito alla visnaga.

Tuttavia, se somministrata per lunghi lassi temporali, è possibile causi fastidi quali: voltastomaco, mancato appetito, mancato assopimento, problematicità che vanno via susseguentemente alla sospensione del prodotto. Codesta pianta fa parte del gruppo del Ministero della Salute per l’utilizzo non concesso nel campo degli integratori alimentari. Risulta opportuno precisare che la letteratura non sottoscrive effetti ulteriori in merito alle dosi terapeutiche.

La dannosità risulta ridotta, sebbene eccessive dosi per lunghi lassi temporali comportano effetti collaterali che non arrivano tuttavia a rischiosità tali da causare morte.

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