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Uva Ursina: che cos’è, proprietà, utilizzi e controindicazioni

Uva Ursina: che cos'è, proprietà, utilizzi e controindicazioni

Risultante essere un arbusto rientrante nel gruppo delle Ericaceae, è l’Uva ursina. Tende ad essere conosciuta per le caratteristiche antinfiammatorie ed antisettiche, alquanto ottimali per trattare fastidi alle vie urinarie.

La pianta dell’Uva ursina

Si presenta come una pianta di ridotte dimensione capace di giungere ad un’altura pari ai 30 cm con ramificazioni untuosi. Il fogliame si presenta obovate, consistente, perenne e di tonalità verdastra, la quale tramuta al passare dei 3 anni. Il bocciolo si presenta rosato, pendente e radunato in gruppi che presentano bractee sul basamento del peduncolo. Il prodotto ricavabile risulta essere composto da vischi di ridotte dimensioni di colore rossastro e aventi una sapidità non estremamente piancevole in quanto per certi versi amarognola e non mangiabile.

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Tende a svilupparsi nell’Europa del nord, nel continente Asiatico e nell’America del nord sebbene sia possibile trovarla anche nel Nord e nel centro dell’Italia, principalmente su terre sassose e aree forestali, specialmente sul montano e sul sistema appenninico.

Durante l’antichità, il popolo greco e latino non conosceva l’Uva ursina, la quale si dice sia provenuta dal continente Asiatico ed individuata dal francese Michel Adanson durante il 1763 catalogandola con il denominativo Arctostaphilos in quanto si diceva che gli orsi ne mangiavano in quantità abnormi. Una delle primarie ricerche nell’ambito della scienza fu attuato sulle caratteristiche di tale arbusto ed avvennero nel Padovano durante il 1764 grazie a Girardi. Quest’ultimo affermò la funzione fluidificante specie per i calcoli ai reni.

Caratteristiche benefiche

Il fogliame di tale arbusto tende ad essere adoperato nel campo fitoterapico per contrastare batteri causa di sepsi al tratto urogenitale, poiché capace di cooperare contro infiammazioni e sepsi. Difatti tale arbusto risulta capace di svolgere funzione antimicrobica, antinfiammatoria e sedativa mediante la stimolazione costante dell’orinazione.

Fra gli svariati principi attivi presenti al suo interno troviamo: fitocomplessi, arbustina, la quale si disgiunge sotto forma di glucosio ed idrochinone mediante l’adiacenza con il tratto urinario. Tale procedimento avviene data l’alcalinità urinaria, dunque laddove i batteri causano aree basiche, l’utilizzo di tale pianta si presenta fondamentale, contrariamente all’urinazione acidognola laddove risulta opportuno alcalinizzare in maniera artificale mediante l’utilizzo di bicarbonato di sodio.

Tale idrochinone, congiuntamente all’eterosido fenolico, opera funzione antibatterica, specie per quanto concerne gli stafilococchi e l’escherichia coli, garanti della sepsi al tratto urogenitale. Coloro che invece salvaguardano la mucosa urogenitale, è il tannino gallico, il quale contrasta l’adesione microbica all’epitelio. Presentano caratteristiche lassative poichè combattono l’elevata formazione di muco. Tale funzione, tende ad essere ottimale per contrastare dissenteria la quale il più delle volte è legata ai problemi di cistite.

Alfine, la presenza di triterpeni e flavonoidi cooperanano congiuntamente con l’arbutina, operando funzione di orinazione ed antinfiammatoria, alquanto efficiente per combattere sepsi, causa di eccessiva irritazione e che hanno bisogno di essere lavate. Tale pianta dunque tende ad essere consigliata laddove il soggetto presenta problemi di cistite acuta e cronica, di uretrite e di colobacillosi. Informazione fondamentale risulta essere l’ipertrofia prostatica e la cistite da catetere.

Utilizzi

INTERNAMENTE

Ottimale risulta essere la produzione di infusioni, insolventi o marinato freddo. La consumazione di liquefatti congiuntamente alla funzione di diuresi opera funzione risciacquante per il tratto delle urine, fortificando la funzione antimicrobica dell’arbutina.

INFUSO: Basta prendere un cucchiaio di fogliame di tale piante ed una tazza di acqua.

Bisogna porre tali foglie all’interno di acqua rovente e spegnere la fiamma. Porre un coperchio e portare ad infusione per una decina di minuti. Depurare il composto ed abbeverarsi di quattro tazze giornaliere distanti dalla consumazione delle pietanze.

TINTURA MADRE A BASE DI UVA URSINA: Basta prendere 80 gocce e porle all’interno di 1 litro e 1/2 di acqua minerale. Abbeverarsi durante il giorno distanti dalla consumazione delle pietanze.

Avvertenze

Tale pianta tende a non essere prescritta a soggetti in fase di gestazione, nutrizione del neonato o affetti da insufficienza ai reni. In aggiunta, non bisogna utilizzarla per lunghe tempistiche in quanto capace di comportare rossori alla mucosa gastrica, voltastomaco e rigurgito.

 

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