La sindrome di Ménière è una patologia che coinvolge l’orecchio interno, ed è la causa portante di fenomeni ripetuti quali vertigini, nausea e perdita di udito.
Con il trascorrere del tempo, il ripetersi di questi fenomeni fa sì che vi sia un peggioramento alla salute generale di chi ne è soggetto: si è in qualche caso arrivati anche alla sordità completa.
Ad oggi non è stata ancora scoperta una cura adeguata alla patologia, anche se esistono alcuni interventi terapeutici i quali hanno lo scopo di aiutare a migliorare in parte la qualità di vita del paziente.
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Che cos’è la sindrome di Ménière?
Come appena osservato, la sindrome di Ménière è una patologia che interessa l’orecchio interno, ed è caratterizzata da un eccessivo accumulo di endolinfa nel labirinto, provocando un’alterazione al segnale nervoso fra orecchio e cervello.
Le più importanti ripercussioni che si possono avere sono:
- perdita di udito
- vertigini
- perdita di equilibrio
- percezione di rumori o fischi all’orecchio, o acufeni.
La sindrome di Ménière può insorgere a qualsiasi individuo di qualsiasi età, anche se la popolazione più colpita ad oggi è quella maschile, avente tra i 40 e i 60 anni d’età.
Nella maggioranza dei casi, la sindrome di Ménière colpisce soltanto un orecchio, e parliamo in questo caso di sindrome monolaterale. Nel momento in cui vengono interessate entrambe le orecchie, avremo dinanzi la sindrome bilaterale, e i sintomi veri e propri faranno la loro comparsa al secondo orecchio soltanto dopo 2 o 3 anni.
Sintomi della sindrome di Ménière
Tra i più importanti sintomi associati alla sindrome di Ménière abbiamo:
- Ipoacusia o perdita di udito soltanto all’orecchio in questione
- Vertigini con susseguente perdita di equilibrio
- Nausea e vomito seguiti da sudorazione fredda e da ipertensione arteriosa
- Acufeni o “fischi” all’orecchio
- Chiusura dell’orecchio oppure orecchio chiuso o ancora fullness auricolare.
Tra i sintomi meno comuni ci sono invece il nistagmo e l’improvviso svenimento, senza perdita però di coscienza.
PRIMA FASE DELLA SINDROME DI MÉNIÈRE
Nella loro prima fase, i suddetti sintomi si presentano solo in maniera episodica e durano dai 20 minuti a qualche ora (3 o 4 circa).
I sintomi compaiono all’improvviso e in maniera acuta solitamente soltanto ad un orecchio.
Al termine di questi episodi, seguirà un periodo di pausa che verrà poi interrotto da un’altra scarica di attacchi.
Le vertigini possono manifestarsi senza essere seguite necessariamente dalla perdita dell’udito, il nistagmo, invece, ha durata molto breve: c’è da dire però che potrebbe succedere anche l’opposto, è perciò importante specificare che i sintomi variano per ogni soggetto.
FASE AVANZATA DELLA SINDROME DI MÉNIÈRE
Nel momento in cui la sindrome di Ménière si troverà già ad una fase più avanzata, i sintomi avranno un carattere permanente: un esempio specifico è la perdita dell’udito. In quanto ripetuti, gli attacchi faranno sì che il danno al paziente sarà irreversibile, soprattutto al labirinto e alla coclea. La conseguenza più grave è per l’appunto, la sordità completa all’orecchio in questione.
Nonostante l’acufene, o sensazione di “fischi” alle orecchie sia meno comune, anch’esso può tramutarsi in un sintomo permanente, così come la mancanza di equilibrio, anche se le vertigini non sono molto frequenti.
Diagnosi della sindrome di Ménière
Una diagnosi completa e accurata della sindrome di Ménière si può avere attraverso:
- Diagnosi differenziale
- Analisi dei sintomi clinici
- Test audiometrici
Si ricorre alla diagnosi soltanto nel momento in cui vi siano i sintomi aspecifici, come quelli sopra elencati, e che possono presentarsi anche in seguito ad ulteriori circostanze patologiche.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
Un’attenta diagnosi differenziale può rivelarsi molto utile al fine di escludere ulteriori patologie somiglianti alla sindrome di Ménière e che presentano i medesimi sintomi.
Questa diagnosi risulta molto utile per escludere patologie del tipo:
- Neurinoma acustico
- Attacchi ischemici transitori o TIA
- Anormalità alle arterie del labirinto
- Effetti tossici che possono avere dei farmaci sull’apparato vestibolare
- Emicrania
- Spondilosi cervicale
- Patologie sistemiche come anemia, sifilide e così via
Queste manifestazioni possono solitamente causare soltanto uno dei sintomi simili alla sindrome di Ménière. Al fine di ricevere maggiori dettagli, è consigliato sottoporsi ad ulteriori test come:
- Esame del sangue
- Risonanza magnetica nucleare
- Elettrococleografia
ANALISI DEI SINTOMI CLINICI
Per quanto riguarda vertigini ed acufeni, sono stati impostati ulteriori criteri di diagnosi.
→ Le vertigini devono avere una durata minima di 20 minuti, e l’episodio non deve essere isolato; deve essere quindi seguita da un’altra crisi di vertigine. Soltanto così si capirà se si tratta in effetti della sindrome di Ménière. Si può effettuare la prova di Romberg per meglio valutare coordinazione ed equilibrio del soggetto.
→ Gli acufeni vengono associati al celeberrimo “orecchio chiuso” o fullnes auricolare.
TEST AUDIOMETRICI
I test audiometrici risultano molto utili per valutare in che stato si trova la capacità uditiva del soggetto in questione. Le prove più gettonate sono:
- Test di Rinne
- Test di Weber.
Cause della sindrome di Ménière
Ad oggi non è stata ancora scoperta l’esatta causa della sindrome di Ménière, e si stanno prendendo in considerazione alcuni fattori. Dagli studi effettuati sull’orecchio interno dei soggetti malati, è venuto fuori però un aspetto comune, ovvero un accumulo di endolinfa nell’apparato vestibolare e della coclea.
Analisi della patologia
Un accumulo di endolinfa o idrope, causa uno spostamento delle strutture in cui essa si trova, ovvero il labirinto e la coclea. Le conseguenze possono essere:
- Danneggiamento delle cellule che combinano l’epitelio del labirinto e della coclea
- Innalzamento della pressione interna
- Alterazione nel trasmettere segnali nervosi tra orecchio interno e cervello
Vi sono ben due tesi che sembrerebbero approvare le idee secondo il quale sia l’idrope a provocare la sindrome di Ménière:
- In quanto transitorio, l’accumulo di endolinfa, al suo termine va a ristabilire la regolare percezione di udito e di equilibrio.
- Un ripetuto accumulo di endolinfa nel labirinto e nella coclea, col passare del tempo, va a peggiorare l’udito, danneggiandolo irrimediabilmente.
Da ciò la domanda che nasce spontanea è: Da quali fattori è provocata l’idrope?
Terapia
Come già detto, non esiste una cura alla sindrome di Ménière, anche se i sintomi possono essere attenuati tramite alcuni interventi terapeutici.
Si passa prima di tutti a trattare e quindi prevenire gli attacchi vertiginosi e la nausea. Nel momento in cui questo trattamento dovesse rivelarsi inutile, si può procedere con gli interventi chirurgici.
Importanti sono anche i trattamenti per perdita di udito, acufeni e disturbi dell’equilibrio. Questi hanno lo scopo di recuperare, anche se non del tutto, l’udito e la capacità posturale.
Uno stile di vita sano può aiutare molto ad evitare peggioramenti della sindrome, così come lo sport ed una corretta nutrizione.
Come trattare vertigini e nausea
Per il trattamento di vertigini, nausea e vomito, risulta molto utile l’assunzione di farmaci antiemetici ed antivertiginosi come:
- Proclorperazina
- Cinnarizina
- Ciclizina
- Prometazina
E’ consigliato assumere i suddetti farmaci nelle prime manifestazioni di vertigini e nausea. Qualora non si intervenisse in maniera repentina, vi è il rischio che la compressa venga espulsa con il vomito; in questi casi si consigliano ulteriori medicine tipo chewing gum o supposte. Consigliato è anche il trattamento a base di steroidi.
Chirurgia
Nel momento in cui i farmaci non sortissero i risultati sperati, si può ricorrere alla chirurgia. Ci si può affidare a ben 4 interventi chirurgici, quali:
- Labirintectomia
- Decompressione del sacco endolinfatico
- Sezione del nervo vestibolare
- Terapia a micropressione
Ulteriori prevenzioni
Come già detto, uno stile di vita sano può aiutare molto a migliorare i sintomi della sindrome di Ménière. Si raccomanda perciò:
- Dieta iposodica per tenere pressione dei fluidi corporei ed endolinfa bassi.
- Divieto di fumare.
- Divieto di abuso di alcool e caffeina.
- Esercizio fisico, per tenere attivo il soggetto.