1 Stella2 Stelle3 Stelle4 Stelle5 Stelle Vota
Loading...

Kigelia Africana: che cos’è, utilizzi, benefici e controindicazioni

Kigelia Africana: che cos'è, utilizzi, benefici e controindicazioni

Conosciuto anche come arbusto del salsicciotto, la Kigelia africana risulta essere un arboscello che proviene dallo stato africano, e che è di proprietà, così come anticipato dal denominativo, della Kigelia. Le corrispettive peculiarità e i corrispettivi utilizzi risultano essere meno predicibili seppur sono alquanto interessanti per quanto concerne lo stato salutare personale e il rispettivo aspetto.

Kigelia africana

Tale arbusto, generalmente noto come “del salsicciotto”, tende a svilupparsi sino al raggiungimento di un altitudine di 20 mt, il cui troncato tende ad essere rivestito di un tegumento grigiastro e levigato che con l’avanzamento del tempo si squama. Data la grandezza, presenta un esito scenografico alquanto peculiare. In molteplici aree nel quale è possibile trovare tale albero, è permanente, seppur in realtà tende ad avere un “temperamento” continuamente acerbo e lo mantiene se si sviluppa in periodi nel quale pioviggina di continuo.

Pubblicità

Tale albero non fa nascere effettivamente salsicciotti, seppur produca dei raccolti che tendono ad essere frutti a forma di bacca mature e consistenti. Ciascun raccolto di tale albero può raggiungere 1 mt di lungaggine e 18 cm di grandezza, con un peso di circa 10 Kg. Tale frutto tende a pendere dalle fronde che naturalmente sono massiccie, permettendo al frutto di rimanere annodato da fibre somiglianti a delle fune.

Coltura

Nello stato italiano l’arbusto di Kigelia africano non è comune seminarlo poichè tende ad essere coltivato specialmente nello stato africano dei tropici, nello stato della Sibilla Eritrea e nell’Africa centro-settentrionale, o anche nell’Africa del sud e nel territorio del Senegal, nello stato dell’Africa meridionale. Il denominativo tende ad ingannare la provenienza dalla città del Mozambico, la Kigelia africana infatti discende dal denominativo in lingua bantu utilizzato nell’area “Kigeli-kaia“. Nella lingua afrikaans l’arbusto tende ad avere il denominativo di Worsboom, che ricorda il nome dato dallo paesi occidentali, ricordando l’aspetto somigliante ad un salsicciotto delle sue bacche.

Successivamente all’apertura, tende ad avere una pasta filamentosa con molteplici semini rappresentando un cibo per svariati generi di mammiferi (ossia paviani, facochero, pachiderma, giraffa, balene e spinosi). Mediante i corrispettivi escrementi, tali belve disseminano i semini di tale albero sul suolo incoraggiandone la formazione in maniera volontaria e genuino.

Pomata a base di Kigelia africana

Rintracciare tale arbusto è estremamente difficoltoso, seppur meno difficoltoso risulta essere il rintracciare la pomata a base di essenza di tale arbusto. Tende ad essere abbondante di bioflavonoidi e steroli dunque si tende ad avere un risultato antiradicali, emolliente, tonificante e stimolante della microcircolazione.

La pomata e gli stessi cosmetici aventi come componente principale l’essenza della Kigelia africana, hanno la capacità di alimentare l’epidermide e lo strato dermico, andando a diminuire il danneggiamento causato dai raggi UV. L’essenza estratta dall’arbusto del salsicciotto tende ad essere stimata anche per quanto concerne il contrastare il sovraffaticamento combinato con l’ossigeno dai radicali liberi e gli elementi flogistici e poichè tende a rendere la cute maggiormente flessibile ed energetica.

Lubrificante

Ulteriore possibilità sostitutiva della pomata, ugualmente a base di essenza di Kigelia, è il lubrificante. Soggetti tendono a preferire tale prodotto, poichè dato che è a base delle medesime essenza, tende ad avere peculiarità benefiche analgesiche, emollienti, solidificanti, anti-battericida, anti-fungino, e dunque utilizzato al fine di rigenerare danneggiamenti causati da dermatosi, brufoli e lesioni.

Avvertenze

Prendendo in considerazione il raccolto appena colto, è opportuno precisare che è estremamente tossico per la specie umana e dunque solo se sottoposto a processo di essiccazione, tostato o sottoposto a processo di fermentazione può essere adoperato nell’ambito culinario folcloristico e nell’ambito medico pubblico. L’essere alquanto “pericoloso” come frutto tende ad abolirne l’adoperamento, preferendo tale arbusto come pianta d’ornamento: poichè tende a produrre bacche colorate alquanto vistose.

Petto

Nello stato africano e nei territori isolati dell’Africa occidentale, la pasta di tali bacche di Kigelia tende ad essere utilizzato da soggetti femminili al fine di accrescere le proporzioni del petto, specialmente le genitrici producevano delle mescolanze con tali frutti, da far assimilare alle corrispettive bambine.

Altrettanto, nell’ambito medico dello stato africano, è possibile rintracciare le bacche di Kigelia utilizzate al fine di guarire reumi, addentature di boa, lue e addirittura l’autorità di demoni. É possibile ottenere una bibita inebriante similmente alla bevanda al malto d’orzo se sottoposto a processo di fermentazione.

 

Pubblicità

LASCIA UN COMMENTO

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.