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Cisti di Baker: cosa sono, sintomi, cause, diagnosi e possibili cure

Cisti di Baker: cosa sono, sintomi, cause, diagnosi e possibili cure

Al fine di comprendere tale condizione, risulta fondamentale prendere il considerazione l’articolazione del ginocchio. Questa risulta presente fra il femore e la tibia e presenta differenti complessi, aventi la capacità di permette il moto e di mantenere il peso del corpo.

Cosa sono le Cisti di Baker?

Tale articolazione risulta demarcata dalla membrana sinoviale e presenta al suo interno il fluido sinoviale.

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Quest’ultimo svolge azione lubrificante, ovviando pertanto l’attrito fra la zona cartilaginea del femore e la tibia ed agevolando notevolmente il moto tendineo e dei legamenti del ginocchio. Essi difatti risultano fondamentali e permettono il moto degli arti inferiori conferendo fermezza all’articolazione.

Anteriormente e posteriormente al ginocchio vi sono delle ridotte borse aventi al loro interno fluido sinoviale. Essi risultano essere separati dal fluido sinoviale articolare ed hanno una membrana posta esternamente. Funzionalità risulta essere quella di abbassare lo strofinamento fra i legamenti ed i tendini.

Posteriormente presente è la sacca denominata sacca poplitea. Anteriormente risultano essere due: la sacca pre-rotulea e la sacca infra-rotulea. Alfine, vi è il menisco laterale e mediale. Quest’ultimi risultano essere complessi aventi cartilagine. Sono posti superiormente alla tibia ed assimilano le spinte che il femore dà sulla tibia. Dunque, agevolano la fermezza e l’equilibrio.

Per tale motivazione, risultante essere un nodulo posto alle spalle delle ginocchia e similare alla noce è la ciste di Baker. Questa si forma principalmente nella zona che unisce il muscolo semimembranoso della gamba ed il gastrocnemio del polpaccio. La grandezza della cista cambia a seconda del posizionamento.

Il denominativo risulta connesso al dottor William Baker, il quale fu uno dei primi studiosi a parlare di tale patologia durante il 1877. Tale ciste subentra nei soggetti di età compresa fra i 35 ed i 70 anni, in quanto connessa ad ulteriori fastidi dell’articolazione (come ad esempio, artriti), i quali agevolano l’uscita del fluido sinoviale. Tuttavia, la patologia solitamente compromette anche gli infanti, specialmente i soggetti fra i 4 ed i 7 anni.

Causa delle cisti di Baker

Il movente di tale condizione risulta legato all’idiopatia oppure ad ulteriori condizioni articolari. Nel primo caso, subentra nei soggetti di età compresa fra i 4 ed i 7 anni e subentra ovviando causa peculiari, poiché l’articolazione risulta essere in buon salute.

Tuttavia, spesso risulta connessa allo sconosciuto decorso del fluido sinoviale del ginocchio alla borsa poplitea. Nel secondo caso, essa subentra principalmente nei soggetti di età compresa fra i 35 ed i 70 anni a seguito di una contigua condizione patologica al ginocchio. Difatti, nei casi in cui il soggetto presenta artriti e contratture del menisco, risulta possibile che abbia un elevata produzione di fluido sinoviale.

Ciò nonostante, l’accatastamento del fluido causa l’incremento della compressione internamente alle compresse articolari, compressione che porta il fluido all’interno della sacca poplitea causando la produzione di cisti. Risultano tuttavia presenti differenti patologie connesse a tale condizione, come:

  • Osteoartrite;
  • Artrite reumatoide;
  • Artrite psorisiaca;
  • Artrite settica;
  • Osteocondrosi dissecante;
  • Gotta;
  • Contratture del menisco;
  • Contratture ai legamenti;

Sintomi delle Cisti di Baker

Le peculiari sintomatologie risultano connesse alla fuoriuscita di un complesso similare ai noduli nella parte dietro del ginocchio. Le sintomatologie maggiormente frequenti risultano essere:

  • La fuoriuscita di complessi similari ai noduli nell’area dietro le ginocchia;
  • Rigonfiamento del ginocchio;
  • Ginocchio dolente;
  • Irrigidimento;
  • Scricchiolio;

Tali sintomatologie subentrano a seconda della gravità e della contiguità della dolenza. In rari casi, spesso accade che soggetti non abbiano sintomatologie caratteristiche. Dunque, le cisti risultano visibili a seguito di risonanze magnetiche oppure per ulteriori problematicità. La complicanza maggiormente comunitaria prevede la spaccatura della membrana sinoviale della medesima ciste, causando l’uscita del fluido in esso presente.

Nel momento in cui il liquido compromette il muscolo gastrocnemio del polpaccio, quest’ultimo forma un rigonfiamento alquanto rosso e che causa prurigine. La spaccatura causa la trombosi venosa profonda (conosciuta anche col denominativo di tromboflebite). Dunque, risulta fondamentale saper identificare il movente di base, in quanto la trombosi venosa profonda risulta maggiormente rischiosa e dunque necessita di cure peculiari.

Possibili cure delle Cisti di Baker

Poiché tale condizione non comporta sintomatologie e fastidi rilevanti, non risulta fondamentale ricorrere a trattamenti curativi. Solitamente, tale patologia non si aggrava e la ciste tende ad assimilarsi da sola, ovviando ricorsi.

Solitamente ciò accade nei soggetti infanti e in età adolescenziale, in quanto le articolazioni non hanno malattie. Ciò nonostante, i soggetti aventi artriti ed ulteriori fastidi che causano lo sviluppo di cisti necessitano di cure terapiche, in quanto spesso la problematicità si aggrava.

Questo perché il menisco rotto oppure il legamento rotto non tendono a sanarsi da sole, dunque risulta fondamentale il ricorso ad operazioni di chirurgia. In tal caso, dunque, il trattamento terapici ha un duplice scopo:

  • Abbassare i danneggiamenti alle articolazioni, movente che accresce la formazione di cisti;
  • Affievolire le sintomatologie connesse alle cisti di Baker;

Alfine, laddove le cisti presentano grandezze preponderanti e dolenza eccessiva, risulta opportuno sottoporre il soggetto ad operazioni chirurgiche. Poiché, i danneggiamenti articolari causano la produzioni di cisti, risulta fondamentale riporre rimedio a tali fastidi, anche se non hanno trattamenti curativi peculiari, agevolando in tal modo l’allentamento degenerativo delle medesime cisti.

Ad esempio, risulta alquanto vantaggioso ricorrere a delle accortezze che abbassano l’infiammazione e dunque l’eccessiva formazione di fluido. Dunque bisogna:

  • Fare punture a base di cortisone al fine di abbassare l’infiammazione;
  • Succhiare il fluido sinoviale;
  • Riposarsi prestando attenzione a mantenere alto il ginocchio;
  • Sottoporsi a trattamenti curativi peculiari come l’artroscopia;

Al fine di affievolire la dolenza e dunque l’ingrandimento delle cisti di Baker, risulta opportuno utilizzare:

  • Calze e fasce contenitive, al fine di ridurre il rigonfiamento e dunque che le cisti si rompano;
  • Utilizzare prodotti farmacologici antinfiammatori non steroidei, in quanto aventi la capacità di abbassare l’infiammazione e dunque la dolenza,
  • Utilizzare ghiaccio, al fine di ridurre il rigonfiamento e la dolenza;
  • Utilizzare le stampelle, al fine di ridurre il peso corporeo sul ginocchio, causa dell’eccessivo esaurimento articolare e dunque produzione di fluido sinoviale;
  • Svolgere fisioterapia, al fine di rafforzare la muscolatura e favorire la flessuosità;

Laddove però le cisti non dovessero scomparire mediante tali accorgimenti, risulta fondamentale sottoporre il soggetto a chirurgia. Alquanto favorevole risulta essere l’artroscopia, poiché in minor misura infestante e laddove risulta possibile eliminare l’eccedenza di fluido.

Laddove la ciste risulta legata a danneggiamenti alle articolazioni, risulta opportuno soluzionare ciascun disturbo con l’artroscopia. Ulteriore operazione risulta essere la recisione, sebbene essa sia maggiormente infestante. Difatti, tende ad essere consigliati nei casi in cui, nonostante il soggetto si sia sottoposto all’artroscopia, non ha ottenuto risultati efficienti.

Diagnosi delle Cisti di Baker

Al fine di identificare tale problematicità, risulta opportuno studiare la tumefazione posta anteriormente all’articolazione del ginocchio. Nel caso in cui la ciste si vivacizza, risulta opportuno evidenziare il liquido posto internamente. Ciò nonostante, nel caso in cui dovessero esserci ancora perplessità o nel caso in cui la ciste non sia visibile, risulta opportuno sottoporre il soggetto a:

Nel primo caso, risulta possibile evidenziare il complesso posto internamente all’area affetta da tumefazione e dunque ovviare l’eventuale probabilità di trombosi venosa profonda. Nel secondo caso, invece, risulta possibile evidenziare l’area affetta e dunque ovviare la probabilità che l’aria tumefatta sia un tumore.

Tuttavia, poiché le cisti hanno sintomatologie similare ad ulteriori maggiormente preponderanti, risulta opportuno studiare il veritiero movente ponendo il soggetto a test specifici. Tali condizioni spesso tendono ad essere scambiate con:

  • Trombosi venosa profonda;
  • Emangioma;
  • Artropatia emofilica;
  • Neoplasie benigne dei tessuti molli;
  • Neoplasie maligni, come: Liposarcomi (nei soggetti adulti), lipoblastomi (negli infanti), linfangiosarcoma, sarcoma di Kaposi;
  • Cisti meniscali;
  • Cisti gangliari;
  • Contratture muscolari gastrocnemio del polpaccio;

Per tale motivazione, i soggetti affetti da un maggior numero di cisti, varia a seconda di svariati moventi. Ad esempio, soggetti in età giovanile così come infanti, tendono a stare meglio ovviando trattamenti curativi peculiari.

Tuttavia, in tal caso, la prognosi risulta essere vantaggiosa. Nei soggetti di età avanzata, contrariamente, così come anziani affetti da fastidi alle articolazioni hanno bisogno di trattamenti curativi oppure operazioni chirurgiche.

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