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Rettocele: che cos’è, cause, sintomi, diagnosi e possibili cure

Rettocele: che cos'è, cause, sintomi, diagnosi e possibili cure

Il rettocele è un fenomeno per cui il retto si sposta (prolassa) fino dentro la vagina, a seguito di un indebolimento del pavimento pelvico.

Il pavimento pelvico è formato da un insieme di muscoli, legamenti e tessuto connettivo posti nella zona dell’addome. La sua funzione è quella di sostenere l’uretra, la vescica, il retto e l’utero.

Che cos’è il rettocele?

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Generalmente, appunto, il retto è mantenuto dal pavimento pelvico nella parte finale dell’intestino. Esso è lungo circa 15 cm ed è il ponte che collega il colon con l’ano. Infatti, la funzione del retto è quella di espulsione delle feci. Retto e vagina sono separati da un tessuto connettivo-fibroso chiamato setto retto-vaginale.

Gradi di rettocele

A seconda della gravità dello scivolamento è possibile distinguere tre stadi di rettocele:

  • Rettocele di 1°/lieve: soltanto una piccola porzione di retto finisce nella vagina
  • Rettocele di 2°/moderato: la porzione di retto che finisce nella vagina raggiunge l’apertura vaginale
  • Rettocele di 3°/grave: il retto invade completamente la vagina fino a fuoriuscire

Epidemiologia

Non c’è un’eta definita per l’insorgenza del rettocele, anche se la fascia maggiormente colpita è quella compresa tra 40 e 60 anni.
Fenomeni che possono favorire il rettocele sono il parto, e la menopausa.
Generalmente si presenta nella sua forma lieve.

Cause e fattori di rischio del rettocele

Tra le principali cause del rettocele possiamo annoverare:

  • parti vaginale a seguito di un lungo travaglio
  • espulsione di un feto di grandi dimensioni
  • stitichezza
  • obesità
  • abitudinario sollevamento di oggetti pesanti
  • bronchite cronica

Tali fattori, infatti, provocano uno stiramento traumatico a carico del pavimento pelvico, che si indebolisce. Tuttavia, è quasi impossibile che il verificarsi di una sola di queste cause porti al rettocele, solitamente c’è bisogno della concomitanza di almeno due di esse.

I fattori di rischio, che espongono maggiormente l’organismo alla possibilità di rettocele sono:

  • numerosi parti vaginali, in quanto ciascun parto indebolisce il pavimento pelvico in modo irreversibile e progressivo, fino a portare alla lacerazione delle sue strutture
  • l’invecchiamento naturale dell’organismo, che comporta la menopausa e quindi un calo della produzione di estrogeni, i quali alimentano per l’appunto il pavimento pelvico
  • sottoposizione ad interventi chirurgici, come l’isterectomia (rimozione dell’utero) che sicuramente hanno effetti sul pavimento pelvico
  • malattie congenite che alterano la struttura del collagene (proteina fondamentale per la formazione del tessuto connettivo)

Sintomi del rettocele

I sintomi sono differenti a seconda del grado di rettocele da cui si è affetti. Generalmente il rettocele di primo grado è asintomatico, e di sintomi che riporteremo qui di seguito sono proprio del rettocele di secondo e terzo grado.
Tra i principali ricordiamo:

  • sporgenza di una porzione di retto dall’apertura vaginale
  • difficoltà a defecare
  • sensazione di non essersi liberati del tutto dopo la defecazione
  • sensazione di pressione sul retto
  • dolore durante i rapporti sessuali
  • sanguinamento vaginale

Sarà necessario rivolgersi ad uno specialista, e quindi sottoporsi ad una visita ginecologica, qualora tali sintomi diventino così grandi ed impedenti da affliggere la vostra vita quotidiana.
Comincerete, infatti, ad avvertire dolori sempre più forti e arriverete ad un punto di stitichezza tale da dover eseguire un’evacuazione manuale.
Al rettocele possono anche accompagnarsi altri prolassi, come la cistocele o il prolasso uterino.

Diagnosi del rettocele

Per avere una diagnosi completa del rettocele è necessario un esame pelvico e, talvolta, anche un’ecografia e una defecografia.

L’esame pelvico serve per capire se il prolasso è del retto o di un altro organo del pavimento pelvico. Dopo aver sdraiato la paziente il ginecologo usa uno speculum per osservare il canale vaginale e la incita a spingere, in modo tale da evidenziare un eventuale prolasso del retto.

L‘ecografia, invece, serve ad arricchire il quadro diagnostico e verificare la precisa posizione del retto in prolasso e l’eventuale scivolamento di altri organi.

La defecografia, infine, da immagini in tempo reale del processo di defecazione del paziente. Viene effettuata attraverso uno strumento chiamato fluoroscopio. Circa tre ore prima di effettuarla, però, viene praticato sul paziente un clistere e viene iniettato un liquido di contrasto grazie al quale si riescono a osservare le contrazioni dell’intestino, e la fase di evacuazione.

Talvolta, il medico può anche chiedere al paziente di compilare dei questionari relativi ai sintomi avvertiti ed alla loro intensità, in modo tale da capire da quale tipologia di rettocele è affetto il paziente analizzato.

Possibili cure del rettocele

Il trattamento del rettocele è diverso a seconda dell’intensità del prolasso.

Trattamento del rettocele di 1°

Dato che è asintomatico generalmente si scopre la sua presenza durante esami di routine. Per esso non sono previsti trattamenti specifici o particolarmente invasivi, sono per lo più indicati alcune precauzioni e misure da rispettare:

  • praticare gli esercizi di Kegel per il rafforzamento del pavimento pelvico
  • controllare il peso corporeo, evitando accumuli eccessivi di grasso e di arrivare ad una condizione di obesità
  • non sollevare oggetti pesanti

Trattamento del rettocele di 2° e 3° grado

Per queste tipologie possono essere previsti trattamenti chirurgici e non.
I trattamenti non chirurgici, a base ormonale, sono:

  • Il pessario: un anello di gomma da inserire nella vagina per evitare il prolasso. Può avere misure diverse a seconda delle esigenze
  • Assunzione di estrogeni che favoriscono la formazione e il mantenimento dei muscoli del pavimento pelvico
  • esercizi di Kegel

Tali rimedi, tuttavia, sono solo temporanei in quanto a lungo andare possono portare ad effetti collaterali. Ad esempio l’uso del pessario per un tempo eccessivo potrebbe irritare la vagina.
E’ per questo che, spesso, alla fine si ricorre al trattamento chirurgico colo-rettale. 
La procedura di questo intervento può essere eseguita per via vaginale o addominale: si riporta il retto alla posizione in cui dovrebbe essere e si rinforza il setto retto-vaginale.

Sicuramente se si vuole eseguire questo intervento, ma si è in dolce attesa, bisogna attendere che la gravidanza sia portata a termine.

Prognosi e prevenzione

Naturalmente la prognosi del rettocele è tanto più grave quanto è grave l’entità del prolasso.
Per quanto riguarda la prevenzione, è possibile attuare diverse misure utili:

  • praticare gli esercizi di Kegel
  • avere una dieta ricca di fibre per prevenire la stitichezza
  • non sollevare pesi
  • curare la tossa ed evitare di fumare
  • mantenere un peso equilibrato
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