È noto a tutti che esistono diversi tipi di parto: naturale, indotto o cesareo. Il parto naturale si divide in parto eutocico e distocico; la differenza tra i due è che il parto eutocico è un parto naturale spontaneo, nel quale il bambino viene espulso attraverso il canale vaginale senza l’aiuto di strumenti, come il forcipe o la ventosa, e senza dover indurre il travaglio con tecniche come la somministrazione di ossitocina. Il parto distocico o operativo è quello in cui il bambino viene espulso utilizzando strumenti come la ventosa o forcipe.
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Come funziona il parto eutocico
Il parto eutocico si divide in quattro fasi:
- Fase prodromica o preparatoria: in questa fase si hanno contrazioni irregolari e poco dolorose, mentre i tessuti si preparano all’espulsione del bambino.
- Fase dilatante: in questa fase inizia il travaglio con contrazioni sempre più forti, frequenti e regolari e la dilatazione del collo dell’utero.
- Fase espulsiva: ultima fase del travaglio durante la quale avviene l’espulsione del bambino.
- Secondamento: fase nella quale viene espulsa la placenta.
Differenze tra: parto eutocico, parto indotto e parto cesareo
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Abbiamo accennato nella parte iniziale la differenza tra parto eutocico, parto indotto e parto cesareo, ma vediamoli più nel dettaglio:
- Parto eutocico: è il parto naturale (spontaneo), senza induzione del travaglio e senza utilizzo di strumenti per facilitare l’espulsione del bambino.
- Parto distocico, detto anche parto operativo: si interviene con manovre manuali o con l’utilizzo di strumenti per facilitare l’espulsione del bambino. Gli strumenti utilizzati in questo tipo di parto sono la ventosa e il forcipe. Inoltre è possibile ricorrere alla manovra Kristeller che consiste nel dare una spinta sul pancione per far fuoriuscire il bambino.
- Parto indotto: in questo tipo di parto il travaglio non comincia spontaneamente ma viene provocato dalla somministrazione di farmaci (ossitocina, gel, fettuccia) oppure con una manovra manuale di scollamento delle membrane.
- Parto cesareo: consiste in un intervento chirurgico, nel quale il bambino viene estratto dal ventre della madre effettuando un’incisione addominale.
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