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Meningioma: che cos’è, sintomi, cause, diagnosi e possibili cure

Meningioma: che cos'è, sintomi, cause, diagnosi e possibili cure

Che cos’è il meningioma?

Quando si parla di meningioma si intende un tumore cerebrale che nasce nelle meningi. Questo può essere sia di natura benigna, per cui non cancerosa, sia di fenotipo maligno.

Non si sa esattamente da cosa siano causati i meningiomi, anche se all’origine della patogenesi pare vi siano fattori sia ambientali che genetici.
Per quanto riguarda i sintomi, pare che questi varino a seconda di:

  • area di insorgenza,
  • dimensioni della massa tumorale
  • coinvolgimento o meno di ulteriori tessuti o strutture.
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Il meningioma va trattato tramite osservazione, chirurgia o radioterapia. Non è di norma necessario un approccio terapeutico, può infatti risultare adeguato chiedere l’intervento medico soltanto laddove i sintomi siano davvero cronici.

Meningi craniche e meningi spinali

Le meningi altro non sono che delle membrane protettive che vanno a ricoprire e difendere cervello e midollo spinale. Queste sono suddivise in tre differenti strati, che partendo dall’esterno prendono i seguenti nomi: dura madre, aracnoide pia madre. 

Il meningioma nasce a partire delle cellule aracnoidee, le quali comprendono lo strato intermedio, somigliante ad una massa che si sta espandendo lentamente, ed è strettamente ancorata alla dura madre. Il tumore è collocato sovente nella testa, prevalentemente nel cranio, proprio sopra il midollo spinale, o tronco cerebrale, all’intorno della guaina del nervo ottico.

I meningiomi rari nascono invece nel canale vertebrale.

Classificazione e stadio del meningioma

Come già detto, i meningiomi altro non sono che un insieme di tumori. 
Dividendoli per caratteristiche istologiche, rischio di recidiva e tasso di crescita, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, o OMS, ha dato vita ad una classifica che ne stabilisce i differenti gradi:

  • Grado I o meningiomi benigni, 90%: sono quelli a basso rischio di recidiva e a crescita lenta;
  • Grado II o meningiomi atipici, 7%: sono quelli a maggiore rischio di recidiva e/o a crescita rapida;
  • Grado III o anaplastico/maligni, 2%: sono quelli ad alti tassi di recidiva e a crescita aggressiva, tendono ad invadere anche i tessuti limitrofi.

Sintomi del meningioma

I meningiomi benigni hanno lenta progressione. Quelli di piccole dimensioni, e quindi minori di 2 centimetri, risultano essere privi di sintomi: i sintomi si manifestano soltanto nel momento in cui il meningioma cresce, andando a comprimere parte del cervello o midollo spinale. La maggior parte dei meningiomi, ad ogni modo, vanno a porsi al di sotto della sommità del cranio oppure in mezzo agli emisferi cerebrali.

Laddove il tumore sia posizionato in una di queste aree sopra citate, i sintomi previsti sono: mal di testa, svenimenti, vertigini, problematiche di memoria e/o mutamenti a livello comportamentale. Nei casi più rari, vediamo il meningioma posto nei pressi delle aree sensoriali del cervello, quali nervo ottico oppure orecchie; tutti costoro andranno sicuramente a soffrire di diplopia, o visione doppia, e di perdita dell’udito.

Si può sospettare di meningioma anche quando si riscontra la presenza di ipertensione endocranica, crisi epilettiche e mancamenti a livello neurologico. Il meningioma che va a svilupparsi all’interno comprime, ma non invade il parenchima cerebrale; un estensione verso l’esterno può apportare ad iperostosi, ovvero il tumore va ad invadere e poi distorcere l’osso limitrofo. Solo in alcuni casi questo può andare a comprimere vasi sanguigni o fibre nervose.

Alcuni tumori posseggono cisti oppure depositi minerari calcificati, mentre altri possono rivelarsi vascolarizzate e contenenti molteplici vasi sanguigni dalle piccole dimensioni. Un singolo soggetto può inoltre manifestare meningiomi multipli o ricorrenti; gli ultimi sono di natura benigna, anche se il metabolismo e molto aggressivo, somigliante a quello della forma atipica.

Quando si parla si meningioma anaplastico/maligno stiamo parlando senza dubbio di un tumore aggressivo che va a metastatizzare nell’organismo; aspetto molto importante visto che i tumori cerebrali, in genere, non hanno questi comportamenti, vista la presenza della barriera emato-encefalica. Questi meningiomi vanno a svilupparsi nella cavità cerebrale, connettendosi ai vasi sanguigni, cosicché le cellule possano immettersi all’interno del flusso circolatorio: le metastasi cominciano generalmente a partire dei polmoni. 

I meningiomi appartenenti al midollo spinale sono sovente posizionati all’interno del canale vertebrale, e quindi tra collo ed addome. Quest’ulteriore forma di tumore è di solito benigna, e si presenta attraverso dolori, incontinenza, periodiche paralisi parziali, debolezza e rigidità di braccia e gambe.

Cause del meningioma

Ad oggi non si è ancora ben capito da cosa possano essere causati i meningiomi. La maggior parte di essi si manifesta in maniera casuale, mentre altri si trasmettono in famiglia. Questi possono manifestarsi a qualsiasi età, anche se i casi più comuni si hanno dai 40 ai 60 anni d’età.

Tra i fattori di rischio più comuni troviamo:

  • Esposizione a radiazioni. Molti soggetti hanno scoperto la presenza di meningioma proprio in seguito all’esposizione alle radiazioni da radioterapia, soprattutto quella effettuata al cuoio capelluto.
  • Ormoni femminili. La maggior parte dei meningiomi va a svilupparsi nel popolo femminile, per cui, alcuni esperti hanno pensato che gli ormoni sessuali femminili, quali estrogeni e progesterone, abbiamo un ruolo primario nella sua progressione. L’ipotesi è però ancora sotto esame.
  • Lesioni al cervello. Molti meningiomi sono stati ritrovati nei pressi di precedenti traumi cranici, come le fratture. Anche questa ipotesi è ancora sotto esame.
  • Predisposizione genetica. I soggetti con neurofibromatosi del tipo 2 (NF-2), ovvero una rara malattia di tipo genetico che va ad intaccare il sistema nervoso, posseggono maggiori possibilità di contrarre 1 o più meningiomi. Questo perché posseggono un gene che può portare le cellule normali a tramutazione neoplastica.

Diagnosi del meningioma

La diagnosi avviene attraverso alcuni test di imaging, quindi allo stesso modo per constatare la presenza di ulteriori tumori al cervello. Solitamente, la massa neoplastica si scopre attraverso una risonanza magnetica, o RMN, con mezzo di contrasto, come ad esempio il gadolinio. Questa risonanza magnetica fa sì che il soggetto venga esposto a delle onde radio e ad un campo magnetico, i quali mostrano delle immagini del cervello e della colonna vertebrale: qui sarà visibile la posizione e la dimensione della massa tumorale.

E’ possibile diagnosticare il meningioma anche attraverso la tomografia computerizzata, o TC. Questa permette di constatare a che grado ha invaso le ossa, l’atrofia cerebrale e l’iperostosi.

Succede in altri casi che attraverso la biopsia venga constatato se il tumore sia benigno o meno. In molti non presentano sintomi fino al loro decesso, quindi restando inconsapevoli della neoplasia: la certezza si ha soltanto mediante l’autopsia.

Possibili cure al meningioma

Il trattamento per i meningiomi varia per ogni soggetto, e viene stabilito attraverso determinati fattori, come:

  • Posizione. Se il tumore si trova in posizione raggiungibile e manifesta sintomi, allora il medico potrà rimuoverlo tramite chirurgia.
  • Dimensioni. Se si ha un tumore minore a 3 centimetri, si consiglia la radiochirurgia stereotassica.
  • Sintomi. Se si ha un tumore piccolo e privo di sintomi, si può rinviare il trattamento, osservando il soggetto attraverso un test di neuro-imaging periodico.
  • Salute generale. Soggetti che presentano ulteriori patologie, tipo malattie cardiache, possono incorrere in ulteriori rischi legati all’anestesia.
  • Grado. E’ importante considerare anche il grado del meningioma.
    → Quelli di I grado si possono trattare tramite chirurgia ed osservazione continua.
    → Quelli di II grado necessitano di trattamento di prima linea con successiva irradiazione.
    → Quelli di III grado necessitano di chirurgia seguita da un regime radioterapico. Laddove ci sia un ritorno, si può passare a chemioterapia.

Osservazione o monitoraggio delle dimensioni

Vista la progressione lenta del meningioma, non risulta essere indispensabile per tutti il trattamento medico. Laddove il meningioma sia piccolo ed asintomatico, basta osservarlo attraverso la risonanza magnetica, così da esser certi di un probabile ingrandimento.

Escissione e resezione chirurgica

Per trattare i meningiomi con sintomi è necessaria la rimozione chirurgica.
Se si è in presenza di un tumore superficiale e facilmente raggiungibile, basta l’approccio chirurgico, se invece invade vasi sanguigni oppure osso adiacente, sviluppandosi nelle zone più critiche del cervello o midollo spinale, i chirurghi passano ad un’asportazione parziale della neoplasia, rimuovendo quanto più è possibile.

Nel momento in cui non si può rimuovere del tutto il tumore, si può trattare il tessuto rimanente con radioterapia. Per quanto riguarda il trattamento, in seguito ad intervento chirurgico, questo può dipendere da:

  • In assenza totale di residui, basta la costante osservazione senza altri trattamenti;
  • In presenza di residui può risultare raccomandata l’irradiazione e follow-up periodici;
  • In presenza di meningioma atipico o maligno è necessario un regime radioterapico.

Tra i rischi che può comportare la chirurgia abbiamo; emorragie, infezioni e lesioni al tessuto cerebrale normale. Le complicazioni più gravi sono:

  • edema cerebrale, ovvero temporaneo accumulo di liquidi nel cervello;
  • crisi epilettiche;
  • mancanze neurologiche del tipo:
    → debolezza ai muscoli
    → problemi nel parlare
    → difficoltà nella coordinazione.

I suddetti sintomi sono strettamente legati al posto in cui risiede il tumore, e tendono a dissolversi entro qualche settimana. I soggetti con meningioma ricorrente, possono necessitare infine di un secondo intervento chirurgico.

Radioterapia

La radioterapia viene in genere adoperata per eliminare i meningiomi non asportabili tramite chirurgia. Questa si serve dei raggi X ad alta energia, così da diminuire la massa neoplastica, eliminando tutte le cellule tumorali.

Lo scopo del suddetto trattamento è quello di eliminare del tutto le cellule neoplastiche, così da scongiurare un eventuale ritorno di meningioma. I suoi vantaggi sono visibili soltanto con il passare del tempo.

Radiochirurgia

La radiochirurgia stereotassica è un procedimento che mira una o più dosi di radiazioni, così da ridurre al minimo i danni apportati ai tessuti sani limitrofi. Attraverso il trattamento è possibile controllare efficacemente il tumore.

Questa può essere adoperata anche per i meningiomi difficili da raggiungere chirurgicamente, oppure per trattare le cellule neoplastiche rimaste. Il procedimento viene generalmente tollerato bene, apportando minimi danni collaterali, del tipo stanchezza o mal di testa.

Chemioterapia

La chemioterapia si adopera raramente per trattare i meningiomi, visto che chirurgia e radioterapia sortiscono solitamente esiti positivi. L’opzione risulta però necessaria per tutti i restanti che non rispondono con successo ai trattamenti.

In questo caso, la chemioterapia prevede l’utilizzo dell’idrossiurea, che rallenta lo sviluppo delle cellule meningioma.

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