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Dismorfofobia: che cos’è, cause, sintomi, diagnosi e possibili cure

Dismorfofobia: che cos’è, cause, sintomi, diagnosi e possibili cure

Con dismorfofobia si intende una patologia mentale, la quale prevede un’ossessiva preoccupazione, sovente senza ragioni, che una parte del corpo, tipo il naso, sia imperfetta al punto tale da dover essere nascosta dalla vista degli altri.

A scovarne le cause, gli esperti sono tutt’oggi in fase di studio, nonostante le più recenti ricerche abbiano messo in evidenza il fatto che all’origine vi siano vari fattori di natura genetica, sociale, culturale e anche psicologica. Il portatore di dismorfofobia andrà a:

  • nascondere in ogni modo il “difetto fisico”
  • provare ansia quando è con altre persone, pensando che possano notare la sua imperfezione
  • fare ricorso ad un chirurgo estetico così da eliminare l’imperfezione.

La dismorfofobia viene diagnosticata in seguito a valutazioni mediche e psicologiche, valutazione della storia clinica e confrontando il comportamento del paziente con i criteri diagnostici del DSM-5 riportati nel capitolo dedicato.
Il trattamento prevede infine una psicoterapia cognitivo-comportamentale, con annessa somministrazione di farmaci inibitori della ricaptazione delle serotonina.

Cause della dismorfofobia

A detta di numerosi psichiatri e psicologi, la dismorfofobia, insieme ad ulteriori patologie mentali, nasce in seguito ad una combinazione di fattori dalla differente natura, come:

  • fattori genetici
  • fattori psicologici
  • fattori sociali
  • fattori culturale
  • fattori dello sviluppo.

Delle ricerche hanno dimostrato che la dismorfofobia è più manifesta con:

  • introversione
  • tendenza al perfezionismo
  • visione negativa della propria immagine
  • elevata sensibilità estetica
  • abusi oppure abbandono infantile.

Sintomi della dismorfofobia

La dismorfofobia prevede dei comportamenti anomali molto particolari, e nell’elenco possiamo trovare:

  • Confronto costante del proprio aspetto con quello degli altri
  • Osservazione costante allo specchio oppure evitarli del tutto
  • Passare gran parte del giorno, prevalentemente quando si è accompagnati, a nascondere il difetto
  • Provare ansia quando si è con gli altri, per paura che questi vadano ad accorgersi del difetto
  • Evitare luoghi affollati od eventi e situazioni sociali
  • Fare ricorso alla chirurgia estetica così da eliminare il difetto. In molti casi però anche questo risulta inutile, in quanto il disturbo permane
  • Senso di disagio quando un’altra persona muove osservazioni sul presunto difetto
  • Intraprendere diete restrittive e sport sfiancanti.

Come visto, la dismorfofobia è portatrice di ossessioni sovente infondate, che vanno a  compromettere anche la qualità di vita, e quindi lavoro, rapporti sociali e quotidianità del soggetto.

Diagnosi della dismorfofobia

La diagnosi della dismorfofobia richiede:

  • Esame obiettivo, e quindi valutazione medica, così da escludere ulteriori problematiche
  • Valutazione psicologica, con il fine di valutare comportamenti, pensieri ed immagine di sé del paziente
  • Anamnesi, e quindi storia familiare, personale e sociale del soggetto
  • Confronto dei sintomi del soggetto con i criteri diagnostici del DSM-5.

Criteri diagnostici del DSM-5

Consultando il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione, un soggetto soffre di dismorfofobia laddove:

  • Sia preoccupato di uno o più difetti fisici non particolarmente rilevanti per gli altri
  • Abbia comportamenti ripetitivi oppure rituali, come guardarsi allo specchio o toccare continuamente il difetto
  • Evidenzia degli atteggiamenti mentali, come pensieri ossessivi o confronto costante con gli altri
  • Sviluppo di stress, ansia, calo dell’umore, problemi lavorativi e\o difficoltà nel rapportarsi
  • Preoccupazione per l’aspetto fisico che non può essere attribuito ad una patologia mentale
  • Anche se nutre una consapevolezza nel lamentarsi del difetto, continua a portare avanti questi comportamenti ossessivi.

Possibili cure alla dismorfofobia

E’ possibile trattare la dismorfofobia combinando una terapia psicofisica, quale psicoterapia cognitivo-comportamentale, con una terapia medico-farmacologica, quali inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina. 

Psicoterapia cognitivo-comportamentale

La psicoterapia cognitivo-comportamentale si impone di insegnare al soggetto con dismorfofobia di dominare e prevenire i comportamenti che lo contraddistinguono. La terapia fornisce anche un metodo per individuare i “grilletti della sintomatologia”, quali fattori che portano ai comportamenti patologici.

Per questa terapia è inoltre prevista una parte “in studio” insieme allo psicoterapeuta, ed un’altra “in casa”, dove ci si dovrà esercitare a migliorare le tecniche di dominio della patologia.

Terapia medico-farmacologica

E’ importante specificare prima di tutto che la FDA non ha tutt’ora approvato in maniera specifica nessun farmaco per trattare la dismorfofobia.
Molti esperti sostengono che la dismorfofobia sia dovuta ad un mal funzionamento di neurotrasmettitori del cervello, come la serotonina. 

E’ questo il motivo per cui si sostiene che un trattamento con inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina sia molto d’aiuto per i soggetti con dismorfofobia, ovviamente associato alla psicoterapia.

Rimedi casalinghi ed ulteriori consigli

Al fine di avere miglioramenti dai suddetti trattamenti, si suole consigliare ai soggetti con dismorfofobia di:

  • Seguire consigli medici e terapie con continuità.
  • Conoscere meglio la malattia mentale di cui si soffre.
  • Effettuare anche in casa le tecniche di dominio apprese durante la seduta.
  • Tenersi sempre attivi, magari attraverso lo sport.
  • Evitare alcool e droghe, i quali possono solo peggiorare i sintomi ed interferire con i farmaci.

Ulteriori rimedi possibilmente associabili ai suddetti consigli sono:

  • Frequentare gruppi di supporto, insieme a soggetti aventi lo stesso disturbo
  • Evitare l’isolamento sociale
  • Portare avanti un diario, dove si scrivono le cause della preoccupazione e cosa magari la tiene a bada
  • Con il sostegno di un esperto, imparare tecniche di rilassamento, così da gestire lo stress ed i momenti difficili.
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