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Acido Clavulanico: che cos’è, a cosa serve, dove si trova e controindicazioni

Risultante essere un prodotto che ha conformazione strutturale beta-lattamico, l’acido clavulanico risulta essere un bloccante delle β-lattamasi, le quali funzionano internamente ai prodotti medicinali congiuntamente agli antibiotici, come la penicillina. Risulta pertanto essere un prodotto naturale, capace di congiungersi agli enzimi in modo discrezionale, contrariamente alla penicillina.

Esso causa l’acilazione irreversibile dell’ossidrile della serina rintracciabile all’interno dello stato funzionante del medesimo enzima, interdendolo. Con precisione, determinate tipologie di β-lattamasi hanno la capacità di sottoporre a idrolisi l’acido clavulanico.

Pertanto, successivamente all’idrolizzazione, si manifestano reazioni capaci di comportare l’impedimento dell’enzima e comportando dunque il riottenimento di esiti sperati. Data la corrispettiva funzionalità, tale acido fa parte del complesso degli acidi denominati col nome di proibitori suicidi delle β-lattamasi.

A cosa serve l’acido clavulanico

Sebbene tale tipologia di acido abbia la capacità di svolgere azione antibatterica, il corrispettivo uso, internamente a prodotti medicinali operanti funzione antibiotica, tende ad non essere realizzato per la funzione contrastante di microrganismi, al contrario per la potenzialità di bloccare gli enzimi derrati dai differenti ceppi batterici, ossia le beta lattamasi.

Acido Clavulanico: che cos'è, a cosa serve, dove si trova e controindicazioni

Quest’ultime risultano essere degli enzimi formulati da ceppi batterici che attribuiscono ad essa la riluttanza ai prodotti antibiotici. Difatti, la funzione di tali enzimi risulta essere quella di danneggiare l’anello β-lattamico rintracciabile all’interno del complesso di tali antibiotici, implicando la funzione e conferendo la sopravvivenza del battere. Tale acido tende ad essere adoperato congiuntamente all’amoxicillina.

Risultano differenti i preparati contenenti amoxicillina ed acido clavulanico acquistabili in commercio. Pertanto tra i più noti rientrano l’Augmentin ed il Clavulin.

Benefici ed effetti collaterali dell’acido clavulanico

Congiuntamente all’uso di penicillina e dell’amoxicillina, l’acido clavulanico ha raggiunto alti livelli di funzionamento per quanto concerne l’abbattimento di tali batteri causa della produzione di β-lattamasi.

Dunque, è possibile attestare che il congiungimento di tale acido all’amoxicillina ne ha conferito una maggiore amplificazione e la funzionalità. Specialmente, codesto congiungimento tende ad essere efficiente al fine di contrastare:

  • Epidemie alle vie aree, tra cui sinusiti, bronchiti croniche ed otiti causa di ceppi batterici di Haemophilus influenzae e Moraxella catarrhalis creatore della β-lattamasi;
  • Infezioni delle vie urinarie causa di batteri Gram negativi e Staphylococcus saprophyticus;
  • Infezioni causa della flora aerobia ed anaerobia;
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Poiché tale acido non tende ad essere impiegato senza l’aggiunta di altri prodotti, risulta difficoltoso decifrare gli effetti collaterali causa del suo utilizzo. Pertanto, risulta evidenziato che l’utilizzo della sola amoxicillina congiuntamente all’acido clavulanico causa elevati effetti collaterali gastrointestinali, specialmente di dissenteria.

Comunque, codesti effetti possono essere diminuiti mediante l’uso dello stesso dopo la consumazione dei pasti. Inoltre, sembra che il congiungimento dello stesso acido all’amoxicillina comporti l’accrescimento di effetti compromettenti e pericolosi, tra cui: epatite acuta, ittero colestatico, sindrome di Stevens-Johnson e porpora.

Controindicazioni

Spesso, l’utilizzo dell’acido clavulanico congiuntamente alla penicillina tende ad essere sconsigliato al fine di curare infezioni broncopolmonari acute, in quanto ha un basso requisito di acutezza bronchiale.

Ciò nonostante, l’opzione di adoperare la sola amoxicillina o di congiungerla all’acido clavulanico, compete allo specialista, il quale sceglierà il trattamento opportuno a seconda del soggetto affetto.

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