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Tumore al Seno: che cos’è, sintomi, cause, diagnosi e possibili cure

Tumore al Seno: che cos’è, sintomi, cause, diagnosi e possibili cure

Il tumore al seno risulta essere la tipologia di cancro femminile ad oggi più sviluppata. Alla sua origine possiamo trovare differenti fattori, come:

  • età avanzata
  • familiarità
  • mutazioni ereditarie di particolari geni
  • obesità
  • terapie ormonali per menopausa.

Ad oggi il tumore al seno si può curare, però quello di cui si necessita è una diagnosi repentina, e susseguente terapia.

Che cos’è il tumore al seno?

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Il tumore al seno, altresì denominato tumore mammario, risulta essere una neoplasia di forma maligna che comporta uno sviluppo privo di controllo di una cellula che compone un tessuto oppure i dotti lattiferi del seno.

Questa condizione la si potrebbe definire più correttamente:

  • Cancro del seno
  • Cancro mammario
  • Carcinoma del seno. 

Il termine corretto che la designa è quindi “cancro”, visto che per “tumore” si intendono tutte le neoplasie, sia di forma maligna che di forma benigna. Da come facilmente si evince, questo tumore è molto diffuso tra i soggetti di sesso femminile, nonostante non sia da escludere una proliferazione anche in quello maschile; il fenomeno colpisce ad oggi 1 uomo su 100.000.

Sintomi del tumore al seno

Tra i sintomi principali che consentono di contraddistinguere la presenza di un tumore al seno troviamo:

  • Sviluppo di un nodulo o di un ispessimento anormale di un tessuto nella zona mammaria, ma anche nei pressi di ascelle o clavicole.
  • Mutazioni di dimensioni, forma od aspetto della mammella.
  • Sviluppo di fossette nella pelle, nell’area superiore delle mammelle.
  • Pelle in prossimità del seno somigliante alla buccia d’arancia.
  • Cute mammaria arrossata e/o irritata.
  • Dolenza a seno o capezzoli.
  • Secrezioni dai capezzoli di liquido non conforme al latte materno, dal colore rosso-rosaceo.
  • Desquamazione od arrossamento del capezzolo od area limitrofa; il fenomeno è noto come malattia di Paget del capezzolo.

Quelli sopra elencati risultano essere i sintomi più comuni in presenza di tumore al seno, nonostante sia importante sapere che ogni soggetto differisce, per cui i segni possono variare. Vi sono però delle manifestazioni che sogliono presentarsi con maggiore frequenza, come nel caso dei noduli, oppure dell’ispessimento dei tessuti, che rappresentano proprio i sintomi primari.

Cause del tumore al seno

Così come succede per le neoplasie di forma maligna, allo stesso modo il tumore al seno risulta essere l’esito di cambiamenti genetici del DNA, delle cellule che compongono l’organo in questione, come in questo caso, la mammella. Questi cambiamenti generano lo sviluppo privo di controllo che sono proprio all’origine della nascita e crescita di questi tipi di tumori.

Ad oggi, in seguito a molteplici studi, non sono state ancora del tutto chiarite quali sono le cause principali della sua formazione, anche se sono state osservate delle congruenze tra la neoplasia ed alcuni fattori, come:

  • Età avanzata, in quanto il tumore al seno risulta essere più consueto nelle donne di fascia d’età superiore ai 50 anni.
  • Familiarità, e quindi tutti quei soggetti che nella loro famiglia hanno avuto uno o più casi di neoplasie.
  • Ereditarietà, osservate prevalentemente sui geni BRCA1 e BRCA2, che conferiscono maggiore probabilità di ereditare il tumore.
  • Esordio precoce del ciclo mestruale ed esordio tardo della menopausa, sempre inerente ad alcuni studi, i quali hanno dedotto che le ragazze le quali hanno avuto il primo ciclo mestruale prima dei 12 anni d’età, e menopausa successivamente ai 55 anni, hanno maggiore predisposizione al tumore al seno.
  • Seno denso, ovvero con maggiore quota del tessuto ghiandolare e connettivo, a discapito di quello adiposo.
  • Passate neoplasie alle mammelle, siano esse benigne che maligne.
  • Passate radioterapie a livello del petto.
  • Obesità sedentarietà, prevalentemente per quanto riguardo le donne in età avanzata.
  • Terapie ormonali effettuate successivamente alla menopausa, le quali sono risultate dannose, soprattutto se effettuate più a lungo di 5 anni.
  • Abuso di alcolici. 

Questi fattori sono stati enunciati in base a vari studi ed osservazioni eseguite ovviamente su donne che hanno presentato un tumore al seno. Ciò non vuol però significare che in presenza di uno dei sopra citati, si debba per forza incorrere in un tumore al seno, anzi, si può vivere serenamente senza accusare alcun malore. Le ricerche sono tutt’oggi in corso, per scovarne la vera causa.

Diagnosi del tumore al seno

Una diagnosi per il tumore al seno esordisce sempre con un comune esame obiettivo ed anamnesi. Si procede poi con la diagnostica per immagini, la quale prevede:

  • Ecografia mammaria
  • Mammografia
  • Risonanza magnetica
  • Biopsia. 

Non sono però da escludere ulteriori test, come nel caso delle analisi del sangue, della scintigrafia ossea, della PET TAC, i quali sono richiesti per maggiori approfondimenti, oppure nel caso vi fosse qualche tumore metastatico, al fine di meglio capire in quale organo queste cellule tumorali stiano diffondendosi.

Uno degli scopi principali a cui deve mirare la diagnosi è quello di capire in che stadio di avanzamento, o stadi azione, si trovi la neoplasia maligna, e quale sia il suo grado. In base a queste informazioni si può comprendere la gravità ed eventuali approcci terapeutici da intraprendere.

Ecografia mammaria

Per quel che concerne l’ecografia mammaria, ci troviamo dinanzi ad un esame strumentale non completamente invasivo, il quale usa gli ultrasuoni per dare immagini dei tessuti molli coinvolti. Grazie a questa è possibile scovare probabili noduli, specificandone la consistenza, e quindi se sono molli o solidi.

Mammografia

La mammografia risulta essere un esame a raggi X, che consente di scovare zone o noduli non chiarificati, che potrebbero aver esordito in seguito proprio ad una neoplasia. Questo esame risulta essere anche un test di screening, che consente di diagnosticare repentinamente il tumore al seno.

Risonanza magnetica

Così come l’ecografia mammaria, anche la risonanza magnetica risulta essere un test strumentale non invasivo, il quale permette di osservare immagini relative ai tessuti molli e duri dell’organismo. Mediante questa è inoltre possibile scovare e descrivere probabili ispessimenti e noduli.

Biopsia

Mediante la biopsia è possibile capire se nodulo o tessuti sospetti siano precisamente una conseguenza di un tumore al seno. Fra tutte, questa consente di ottenere una conferma della diagnosi, che con tutti gli altri test risultava essere solo ipotesi.
Per effettuare una biopsia, è necessario ricorrere a 2 procedimenti:

  1. Prelievo, il quale avviene con uno specifico ago, con il quale si andrà ad estrarre un quantitativo di tessuto incriminato. Solitamente, lo specialista, per capire quale parte di tessuto prelevare, si serve di uno strumento-guida, tipo i raggi X od ulteriori test per diagnostica per immagini.
  2. Esami laboratoriali, effettuati proprio sul tessuto appena prelevato, che consentono di capire se è un tumore maligno ed in quale stadio e grado si trova.

Stadi del tumore al seno

La stadiazione del tumore maligno, concerne le informazioni che si sono ottenute in seguito alla biopsia, e le quali stabiliscono le dimensioni della massa tumorale, forza infiltrante e tenore metastatizzante.

Con il sistema di stadiazione classico è possibile identificare i 5 stadi del tumore al seno, e quindi:

  1. Stadio 0, che è la forma in situ, e concerne le neoplasie duttuali intraepiteliali e le neoplasie lobulari intraepiteliali.
  2. Stadio 1, che prevede i tumori al seno non metastatici, dalla grandezza minore di 2 cm, e che non hanno toccato i linfonodi nelle loro vicinanze, ovvero i linfonodi dell’ascella.
  3. Stadio 2, all’interno del quale troviamo i tumori al seno non metastatici, aventi dimensioni tra 2 e 5 cm ma che hanno però toccato i linfonodi dell’ascella vicina.
  4. Stadio 3, che prevede i tumori al seno non metastatici, con dimensioni tra 2 e 5 cm, che sono entrati all’interno del tessuti delle mammelle e limitrofi, e che hanno anche toccato i linfonodi dell’ascella.
  5. Stadio 4, al quale appartengono tutti i tumori al seno aventi ogni grandezza, e le quali metastasi hanno ormai raggiunto altri organi.

Sistema TNM

E’ possibile stabilire in quale stadio si trova il tumore al seno mediante ulteriore metodologia, denominata sistema TNM. 
Mediante questo è possibile la valutazione di:

  • Dimensioni del tumore, con la quale si pone la lettera T, e la si descrive con una scala che va da 1 a 4; ovviamente 1 è per quelli minori, mentre 4 per i maggiori.
  • Coinvolgimento dei linfonodi, con la quale si pone la lettera N, e lo si descrive con una scala che va da 0 a 3; 0 si pone quando non c’è alcun coinvolgimento, mentre 1,2 e 3 nel caso il coinvolgimento vada crescendo.
  • Metastasi, con la quale si pone la lettera M, e la si descrive con una scala da 0 a 1; con 0 se ne designa l’assenza, mentre con 1 la presenza.

Gradi del tumore al seno

gradi del tumore maligno designano tutte le informazioni ottenute durante la biopsia, le quali indicano lo stadio di tramutazione delle cellule tumorali maligne, al contrario di quelle integre. E’ possibile fare una divisione fra 3 gradi del tumore al seno, e quindi:

  1. Grado 1, che vede un accrescimento lento e le cellule leggermente di forma maligna.
  2. Grado 2, laddove le cellule abbiano già assunto sembianze maligne in forma maggiore della precedente.
  3. Grado 3, nel momento in cui le cellule siano completamente divenute maligne, con importanti differenze da quelle sane.

Possibili cure al tumore al seno

Ad oggi è possibile avvalersi di differenti metodi per quanto concerne la cura del tumore al seno. Effettuare una singola terapia, sceglierne una a discapito di un’altra, oppure addirittura combinarle, viene deciso in merito ad alcuni fattori, quali:

  • Luogo dove nasce la massa tumorale.
  • Stadio grado, del tumore, in quanto gli stadi e gradi iniziali richiedono approcci meno pesanti, al contrario di quelli in fase avanzata che necessitato di approcci invasivi.
  • Stato di salute del soggetto in questione, in quanto uno sano riesce a meglio sopportare i trattamenti invasivi, al contrario di un soggetto più cagionevole che non riesce a sopportare adeguatamente queste terapie pesanti.

E’ possibile scegliere tra differenti approcci terapeutici che consentono si far sì che il tumore rientri. Tra questi abbiamo:

  • Chirurgia
  • Chemioterapia
  • Radioterapia
  • Terapia ormonale antitumorale
  • Terapia mirata
  • Immunoterapia.

Chirurgia

Mediante operazione chirurgica è possibile asportare la massa tumorale, e laddove necessario, anche i linfonodi ascellari rimasti coinvolti. Si procede a questo approccio solitamente quando il tumore al seno si trova nei suoi primi stadi, per cui sufficientemente limitato.

Ad oggi è possibile scegliere fra 2 diversi approcci chirurgici, ovvero:

  1. Lumpectomia, conosciuta anche in quanto chirurgia conservativa del seno oppure mastectomia parziale, ha lo scopo di rimuovere la massa tumorale, senza toccare più di tanto i tessuti limitrofi.
  2. Mastectomia totale, la quale mira a rimuovere tutti i tessuti malati della mammella. In seguito a questo approccio, però, dovrà necessariamente essere effettuata una mastoplastica, per ricostruire il seno ormai rimosso.

Chemioterapia

Per chemioterapia si intende la somministrazione di farmaci chemioterapici, i quali hanno l’obiettivo di eliminare le cellule che si sviluppano velocemente, incluse quelle tumorali.

Per un tumore al seno, si può ricorrere alla chemioterapia in 3 differenti situazioni:

  1. Prima di effettuare l’intervento chirurgico, così da renderne più semplice la rimozione seguente, o chemioterapia neoadiuvante.
  2. Successivamente all’intervento chirurgico, così da rendere migliori i risultati, e si definisce chemioterapia adiuvante. 
  3. Laddove la neoplasia sia metastatica; alcuni approccio chemioterapici sono: ciclofosfamide, doxorubicina, metotrexato fluorouracile. 

Radioterapia

Mediante la radioterapia si va ad esportare la massa tumorale servendosi di radiazioni ionizzanti ad elevata energia, o raggi X, così da eliminare tutte le cellule neoplastiche. Nel caso del tumore al seno, si ricorre a questo approccio successivamente all’intervento chirurgico, così da renderne migliori i risultati.

Terapia ormonale antitumorale

Con la terapia ormonale antitumorale si va a somministrare degli ormoni definiti anche antagonisti ormonali, in grado di bloccare lo sviluppo del tumore. In caso di tumore al seno, questa la si può effettuare sia prima che successivamente all’intervento chirurgico, laddove vi sia una metastasi, oppure nel momento in cui il soggetto sia cagionevole, e quindi non in grado di supportare chirurgia, chemioterapia e radioterapia.

Alcuni dei farmaci che vengono utilizzati durante questo approccio possono essere tamoxifene ed inibitori dell’aromatasi. Non sono comunque da sottovalutare gli effetti collaterali di cui si andrà a soffrire successivamente a chemioterapia, radioterapia e terapia ormonale antitumorale.

Terapia mirata

Con la terapia mirata si va a somministrare dei farmaci capaci di combattere tutti quei fattori che permettono lo sviluppo delle cellule tumorali. Per ciò che concerne il tumore al seno, questo approccio lo si impiega in seguito all’intervento chirurgico, così da scongiurare una ricaduta, ma anche quando la neoplasia ha già raggiunto uno stadio alto, e con questo si va a rallentare lo sviluppo. Uno dei farmaci maggiormente adoperati è lo trastuzumab. 

Immunoterapia

Con l’immunoterapia si fa ricorso a delle cellule oppure a delle proteine del sistema immunitario umano, in grado di separare le cellule tumorali da quelle sane, andando ad aggredirle e poi eliminarle. Nel caso del tumore al seno, l’approccio lo si usa insieme alla chemioterapia, quando ci sono delle forme neoplastiche già ad uno stadio alto, e quindi metastatiche, e che non hanno avuto alcuna reazione dinanzi ad altre terapie. Uno dei farmaci maggiormente adoperati sono gli anticorpi monoclonali. 

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