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Piede Diabetico: che cos’è, cause, sintomi, diagnosi e possibili cure

Piede Diabetico: che cos'è, cause, sintomi, diagnosi e possibili cure

Il piede diabetico, altresì noto come piede neuropatico, risulta essere una grave complicazione del diabete. Stiamo parlando di una stato morboso che va a manifestarsi in quanto neuropatia ed arteriopatia. La neuropatia diabetica può generare insensibilità ma anche incapacità di sentire dolori e sbalzi termici ai piedi.

Con questo si vuole intendere che un soggetto con diabete non andrà a notare se vi sono o meno delle ferite, ustioni, congelamento od altro ai piedi, in quanto non andrà proprio a percepirlo. Se a questa problematica si aggiunge poi l’arteriopatia e le lesioni vascolari, sarà sempre peggio, in quanto anche piccoli graffi ai piedi possono generare gravi danni, ulcere sanguinanti e portare lo stesso alla cancrena. 

E’ dunque fondamentale tenere sempre il diabete sotto controllo e non sottovalutarlo, visto che rappresenta un bel rischio non solo per i piedi ma per l’organismo intero del soggetto.

Che cos’è il piede diabetico?

Per piede diabetico si suole intendere e classificare i problemi clinici che colpiscono il piede dei soggetti con diabete, e la causa di base è ovviamente il diabete. Parliamo quindi di 2 malattie croniche diabetiche che colpiscono i piedi, e dunque:

  1. Neuropatia diabetica
  2. Vasculopatia periferica. 

Questa si manifesta prima di tutto mediante ulcerazione del piede, altresì nota come ulcera diabetica. Oltre questa si manifestano anche molteplici condizioni cliniche, tra cui possiamo distinguere secchezza della cute e deformazioni a dita e piedi. Questa infezioni risulta essere anche una complicazione di origine neuropatica ed ischemica e la si suole definire altresì come piede infetto. 

Vi sono ulteriori manifestazioni, seppur meno note, del piede diabetico, quale esempio può essere il piede di Charcot. Risulta questa essere una patologia che coinvolge i tessuti molli fino alle ossa del piede. Infragilitesi, le ossa tendono a fratturarsi anche se non si subiscono particolari traumi. La particolarità di questo malessere è se anche solo un osso va incontro a frattura, può generare la caduta di tutta la volta plantare, così da far assumere al piede l’aspetto tozzo e deforme.

Cause del piede diabetico

All’origine del piede diabetico possiamo trovare:

  • Arteriopatia diabetica, dove la circolazione periferica non sufficiente, o vasocostrizione, che non consente al sangue di affluire correttamente agli arti inferiori, genera una insufficiente ossigenazione e transito delle sostanze nutritive a tutti i tessuti. Come conseguenza avremo una scorretta riparazione dei danni, indebolimento e deformazione di ossa ed arti e sporgenze con tendenza a fratturare la cute, generando così ulcerazioni che fanno difficoltà a guarire.
  • Neuropatia diabetica, dove l’alta concentrazione in glucosio fa sì che si abbiano danni all’intero sistema nervoso periferico, con scarsa sensibilità, per cui il soggetto non riuscirà più ad avvertire correttamente gli stimoli pericolosi agli arti. Non sentirà più dolore anche in presenza di ferite o scarpe strette, né tanto meno caldo o freddo.

Sintomi del piede diabetico

Abbiamo dunque capito che il piede diabetico non si manifesta in tutti quei soggetti affetti da diabete, ma solo in coloro che manifestano complicazioni croniche dello stesso, come nel caso di neuropatie oppure vasculopatie periferiche. 

Prima che si vada a sviluppare un piede diabetico però avremo alle spalle sempre un diabete non curato da tempo, o perlomeno curato male, con sbalzi glicemici alti. Ciò vuol dire che la manifestazione avviene in tutti coloro che non erano consapevoli di essere diabetici, ed il piede diabetico ne può essere proprio una valida manifestazione.

Mediante l’uso di specifici test è possibile stabilire con esattezza il rischio in cui ciascun soggetto può correre, in maniera tale di prevenirlo correttamente, prima di incorrere in processi ulcerativi. Come detto, per incorrere in piede diabetico sarà necessario incorrere in complicanze croniche tipo neuropatie e vasculopatie periferiche:

  1. La neuropatia farà sì che si perda sensibilità agli arti inferiori, per cui li renderà più vulnerabili ai fattori esterni, come nel caso di scarpe strette, temperature elevate e così via. Con questa si andrà anche a camminare diversamente in quanto comparirà un’iper-carico plantare con comparsa proprio di ulcere neuropatiche.
  2. La vasculopatia periferica farà sì che gli arti inferiori siano maggiormente vulnerabili, ciò dovuto ad uno scarso apporto sanguigno alle varie strutture e prevalentemente alla cute, vista la scarsa ossigenazione. La pelle si indebolirà con probabilità di incorrere in ulcerazioni che difficilmente guariranno, vista proprio la scarsità di sangue.

Il rischio di incorrere in ulcerazioni sarà comunque essere stabilito in base all’entità delle due complicanze. Ogni soggetto, essendo a conoscenza della propria condizione ed entità, potrà provvedere a prendere precauzioni così da evitare qualsivoglia complicazione.

Diagnosi del piede diabetico

Gestione e frequente monitoraggio del soggetto con diabete risultano fondamentali al fine di ridurre al minimo l’incursione in complicanze gravi, con annesso piede diabetico. Al fine di capire se effettivamente si è in presenza di piede diabetico saranno necessari alcuni esami, tra cui:

  • Anamnesi ed esame fisico, utili al medico per capire quanto sia grave la problematica. L’esame obiettivo include l’osservazione dei segni di vita del soggetto, con misurazione di temperatura, battiti, pressione arteriosa e frequenza del respiro, test di sensibilità a mani e piedi ed esame della circolazione agli arti inferiori.
  • Test laboratoriali, ovvero analisi del sangue, le quali aiuteranno a capire se vi è in corso un’infezione oppure ulteriori malattie ematiche. Laddove sia grave, il medico andrà ad effettuare ulteriori analisi di approfondimento, come test degli enzimi epatici e test di funzionalità dei reni.
  • Radiografia, per capire se vi sono danni alle ossa, come l’artrite, oppure corpi estranei all’interno dei tessuti molli, come gas, quale indice di uno stato di cancrena gassosa in esecuzione.
  • Ecografia, come nel caso dell’Eco Doppler, utile nella valutazione dello stato di salute dei vasi sanguigni.
  • Angiogramma, quale test di screening che mostrerà i vasi sanguigni attraverso l’introduzione di uno strumento di contrasto.

Possibili cure al piede diabetico

In quanto condizione abbastanza grave, al fine di trattare correttamente il piede diabetico, sarà necessario affidarsi ad un team ben scelto fatto di diabetologi, podologi e chirurghi. Fatto ciò, si dovrà seguire alla lettera tutte le prescrizioni di quest’ultimi al fine di scongiurare lesioni agli arti inferiori, come nel caso di calli od infezioni varie.

Alla base del trattamento vi dovrà essere un’accurata pulizia dell’ulcera, così da curarla e prevenire ulteriori danni e complicazioni. Se non si provvederà a ciò, l’ulcera avrà di sicuro meno probabilità di guarire, portando il soggetto a rischiare la cancrena con successiva amputazione del piede. 

Una corretta terapia comprende l’uso in concomitanza di:

  • Antibiotici che agiscano contro il patogeno che ha provocato l’infezione. Solitamente questi soggetti devono adoperare siringhe endovena fatte di antibiotici a largo spettro, come nel caso di penicillina, metronidazolo ed aminoglicosidi. Se l’infezione non è particolarmente grave si può agire con terapia per os, o per meglio dire, per via orale, nonostante il soggetto dovrà restare in ospedale per qualche giorno.
  • Bende garze le quali serviranno a bloccare emorragie dovute da lesioni, ferite oppure ulcere, in maniera tale da non consentire ai batteri di entrarvi.
  • Terapia del dolore, che prevede l’assunzione di analgesici ed antidolorifici, nel caso in cui si avvertano dolori.
  • Rivascolarizzazione arteriosa, la quale servirà ad apportare migliorie alla circolazione sanguigna nei piedi.
  • Debridement chirurgico, ovvero un trattamento invasivo mediante il quale, attraverso operazione chirurgica, si passerà alla rimozione del tessuto con infezione.
  • Ossigenoterapia iperbarica, quale pratica medica che garantisce maggiore ossigeno così da bloccare lo sviluppo batterico anaerobico e consentire la cicatrizzazione più veloce delle ferite.
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