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Ghiandole di Skene: cosa sono, sintomi, diagnosi e possibili cure

Ghiandole di Skene: cosa sono, sintomi, diagnosi e possibili cure

Risultanti essere duplici strutture di conformazione tonda, poste all’interno dell’ispessimento cutaneo che copre il vestiolo vaginale, in adiacenza della fuoriuscita dell’uretra distale, sono le ghiandole di Skene.

Che cosa sono le ghiandole di Skene?

A differenza dell’ostio del condotto della vagina, le ghiandole di Skene risultano presenti nell’area superiore e risulta poste simmetricamente. Le ghiandole di Skene risultano attorniate da tessuto epiteliale, il quale forma le piccole labbra e il clitoride.

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Alla vulta, codeste strutture risultano coese mediante i condotti escretori di Skene. Codeste strutture, in caso di eccessivo eccitamento sessuale, iniziano ad essudare un liquido viscoso che contribuisce la lubrificazione della vagina nel corso della copulazione.

Le ghiandole di Skene risultano di ridotte dimensioni e non possono essere toccate. Le stesse risultano essere conosciute ulteriormente col denominativo di:

  • Ghiandole parauretrali.
  • Ghiandole periuretrali esocrine.
  • Ghiandole vestibolari minori.
  • Prostata femminile.

Il denominativo ghiandole di Skene si deve al ginecologo scozzese Alexander Skene, il quale diede codesto nome nel 1880,sebbene il rapporto paterno risulti alquanto discusso. Ugualmente, le ghiandole di Bartolini così come quelle di Skene, essudano una sostanza mucosa, viscida e limpida, la quale favorisce la conserva dei processi lubrificanti del condotto della vagina, nel momento in cui il soggetto femminile risulta alquanto eccitato.

Nel corso del coito, un ridotto quantitativo di codesto liquido addensato favorisce l’inumidificazione dell’effrazione vaginale, donando conforto durante il rapporto sessuale. In determinati soggetti, le ghiandole di Skene risultano essere causa dell’eiaculazione femminile.

Difatti, nel corso dell’istigazione sessuale, determinati soggetti manifestano l’uscita incontrollata di liquido dall’uretra durante o antecedentemente all’orgasmo. Le ghiandole di Skene risultano prese in considerazione specialmente a seguito di infiammazioni e produzione di cisti. Codesti fattori risultano comunitari nei soggetti femminili nel corso dell’età riproduttiva.

Le ghiandole di Skene risultano essere causa di:

  • Infiammazioni.
  • Infezioni.
  • Trauma.

Le ghiandole di Skene risultano inoltre essere causa di malattie sessualmente trasmissibili, quale: gonorrea, clamidia e tricomoniasi. Nel momento in cui occludono i condotti escretori, risulta possibile evidenziare la produzione delle cisti di Skene.

Le stesse restano per lunghi lassi temporali senza sintomatologia, sebbene, in caso di infezione, si aggravano causando ascessi. In rari casi, le ghiandole di Skene risultano essere causa di tumori e malformazioni congenite, causa della formazione ignota dei tessuti genitali. Le ghiandole di Skene risultano compromesse specialmente a seguito di infiammazioni e produzioni di cisti.

Le cisti di Skene risultano essere cisti vulvari formatosi susseguentemente all’occlusione dei condotti escretori. La motivazione per cui il liquido ha complessità a confluire non risulta essere chiaro. Spesso, le cisti risultano coese a traumi, infezioni ed infiammazioni. Le cisti maggiormente grandi causano senso fastidievole, specialmente nel corso dei rapporti sessuali e della deambulazione. Nei soggetti in peri-menopausa, inoltre, le ghiandole di Skene manifestano fisiologie che non si evolvono. Per tale motivazione, la fuoriuscita di noduli o di masse vulvare hanno bisogno di biopsia escissionale, al fine di ovviare la compresenza di tumori maligni. Nel momento in cui il liquido presente internamente alla cisti di Skene manifesta infezione, risulta possibile evidenziare ascessi.

La produzione ascessuale diviene maggiormente grande e causa dolenza attorno alla ghiandola nonché secchezza. In tale situazione, risulta probabile che esso si manifesti con stati febbrili. Gli ascessi della ghiandola di Skene risultano ipersensibili alla tattilità e causano rossori alla mucosa. Gli ascessi coesi alla ghiandola di Skene risultano solitamente polimicrobici.

I fattori patogeni segregati risultano essere: Escherichia coli, Neisseria gonorrhoeae e Chlamydia trachomatis. Codesta patologia necessita di antibiotici previa prescrizione specialistica e dei procedimenti di drenaggio al fine di incentivare l’uscita del pus. Risultante essere un’infiammazione che compromette lo stato salutare delle ghiandole di Skene sono le skenite.

Solitamente, il procedimento causa la tumefazione del terzo superiore delle labbra grandi, congiuntamente alla dolenza acuta e a rossori. Ulteriori sintomatologie coese risultano essere sensazione di pesantezza e prurigine. L’infiammazione risulta dobuta dall’infezione vaginale, causa di rapporti sessuali, poca igiene ed utilizzo contiguo di intimo sintetico. L’infiammazione subentra dopo 3-5 giorni. Ciò nonostante, i procedimenti della patologia causa la produzione di cisti. In rari casi, i tumori della vulva comportano la modificazione delle componenti epiteliali della ghiandola di Skene.

Sintomi delle Ghiandole di Skene

I fastidi alle ghiandole di Skene non comportano sintomatologie, sebbene, nel caso in cui l’accrescimento della voluminosità dovesse essere preponderante oppure dovessero essere tossiche, risulta fastidievole lo stare seduto, passeggiare ed avere rapporti sessuali. Spesso, la produzione di cisti risultano sprovviste di sintomatologie.

Ciò nonostante, le cisti di grandezza elevata comportano un senso fastidievole, specialmente nel corso della deambulazione e del rapporto sessuale. I traumi maggiormente preponderanti risultano connessi, in aggiunta, a:

  • Dolenza.
  • Irritazione della vulva.
  • Dispareunia.

Nel caso in cui le ghiandole di Skene dovessero essere causa di procedimenti infettivi, risulta possibile evidenziare:

  • Rigonfiamenti.
  • Rossori.
  • Dolenza.
  • Stati febbrili.

Le infezioni alle ghiandole di Skene risultano coese alla formazione di essiccazioni baginali. Le infiammazioni comportano irritazioni della vulva e dolenza nel corso dei rapporti sessuali.

I procedimenti d’infezione comportano tensioni cutanee, rossori, prurigine e sensazione di pesantezza. La stessa urinazione diviene complessa. Il tumore delle ghiandole di Skene subentra, solitamente, similmente ad una neoformazione vulvare palpabile.

Col passare del tempo, presenta segni quali: escoriazioni, dolenza e prurigine. I traumi divengono necrotici, comportando la fuoriuscita di sangue e essiccazione vaginale liquida.

Diagnosi delle Ghiandole di Skene

I fastidi che compromettono le ghiandole di Skene necessita di test medico specialistico. Lo specialista della ginecologia svolge diagnosi specifica e prescrive la terapia curativa corretta. Nei soggetti femminili, si svolge una biopsia escissionale, al fine di ovviare tumore della vulva.

Esame pelvico

Nel caso in cui la cisti di Skene dovesse essere grossa oppure dovesse manifestare sintomatologie, lo specialistica ha maggior facilità ad evidenziarla e toccarla nel corso dell’esame. A seconda dell’esteriorità, in aggiunta, lo specialista redige l’eventuale presenza o meno di infezioni. La diagnosi risulta solitamente clinica. Nel caso di secrezioni ignote, lo specialista invia un campioncino in laboratorio, al fine di assodare la compresenza di infezioni, come malattie sessualmente trasmissibili. In caso di ascesso, lo specialista svolge coglimento del liquido, con annessa analisi.

Biopsia

Le tracce del tumore vulvare risultano essere sinonimo della cisti di Skene. Dunque, lo specialista svolge biopsia al fine di evidenziare mediante uso di microscopio, il campione della lesione e studiarla istologicamente parlando. Solitamente, viene svolta biopsia nel caso in cui il soggetto femminile ha un età superiore ai 40 anni e la cisti si presenta di conformazione non regolare oppure manifesta fluorescenze.

Diagnosi differenziale

La diagnosi differenziale tende a prevedere:

  • Cisti epidermiche da inclusione.
  • Idroadenoma papillare.
  • Fibroma.
  • Lipoma.

Durante gli esami, risulta probabile che lo specialista svolga ecografie e cistoscopie, al fine di attestare la compresenza di diverticoli all’uretra.

Possibili cure delle Ghiandole di Skene

La terapia curativa prevede la salvaguardia della ghiandola di Skene affetta da processo patologico e dalla corrispettiva funzionalità. Solitamente, risulta essenziale svolgere una giusta pulizia alle parti intime, utilizzando protezione durante i rapporti sessuali e consultando specialisti nel momento in cui si evidenziano noduli oppure infiammazioni nella zona dei genitali.

Per quanto concerne l’infiammazione delle ghiandole di Skene, lo specialista sottoscrive trattamenti curativi farmacologici quali antinfiammatori al fine di combattere il procedimento flogistico acuto nonché antibiotici da somministrare per via orale oppure mediante uso di prodotti da utilizzare per via locale. Nel caso in cui l’infiammazione dovesse presentarsi contiguamente nel corso dell’anno, risulta opportuno eliminare la ghiandola attraverso operazione di chirurgia. Solitamente, le cisti delle ghiandole di Skene non richiedono terapie curative, non manifestano disturbi e non sono causa di infezioni.

Nel momento in cui le cisti di Skene dovessero causare fastidi leggeri, risulta opportuno svolgere bagni in acqua rovente, per 15 minuti, ponendo il corpo all’interno dell’acqua sino alle pelvi. Codesta cura permette di alleviare e risulta vantaggiosa al fine di ridurre i processi congestionanti dell’area. Nel caso di inefficienza, risulta consigliabile chiedere consulto specialistico.

Nel caso in cui la cisti dovesse aggravarsi, tende ad essere consigliato sottoporsi a trattamenti curativi con antibiotici, processi drenanti al fine di incentivare l’uscita di pus. Codesto trattamento incentiva la cura rapida della dolenza della vulva. Susseguentemente all’operazione chirurgica, le pareti della cisti si effigiano, causando un orifizio per l’essiccazione. Susseguentemente a codeste operazioni, i soggetti manifestano fuoriuscita di liquido sull’intimo.

Fattore che necessita dello svolgimento dei semicupi tiepidi favorendo l’affievolazione del disturbo e la velocizzazione della remissione. Il trattamento curativo delle lesioni neoplastiche delle ghiandole di Skene necessita dell’espianto chirurgico del tumore localizzato e dell’autopsia dei linfonodi all’inguine e al femore. Codeste cure risultano coese, spesso, alla radioterapia susseguente all’operazione e alla chemioterapia.

Al fine di salvaguardare l’eventuale subentro di cisti di Skene, risultano consigliabile:

  • Svolgere una corretta pulizia intima, avvicendando continuamente l’intimo.
  • Ovviare il contiguo utilizzo di assorbenti e salva slip, al fine di omettere il subentro di infezioni ai genitali. Risulta pertanto opportuno ovviare l’utilizzo di vestiario sintetico e biancheria piccola, causa del contiguo strofinamento.
  • Svolgere rapporti sessuali sicuri, usando profilattici ed incentivando l’eventuale subentro di infezioni di cisti e produzione di maturazioni delle ghiandole di Skene.
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