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Cannabis diventa legale nei discount svizzeri: preoccupazione negli Usa

Cannabis diventa legale nei discount svizzeri: preoccupazione negli Usa

In Svizzera la Lidl, una famosa catena di supermercati presente anche in Italia, ha recentemente aperto la vendita di due prodotti a base di cannabis, che possono essere facilmente reperiti nel reparto di tabaccheria.

Il primo prodotto è un pacchetto da 1,5 grammi con cannabis coltivata in terreno, ad un costo di 15€ (17,99 franchi svizzeri).
Il secondo prodotto, invece, è un pacchetto da 3 grammi con cannabis coltivata in serra, ad un costo di 17€ (19,99 franchi svizzeri).

In entrambi i casi, la coltivazione è svolta e controllata dalla società The Botanicals, che si ispira ai principi dell’agricoltura sostenibile e rifiuta l’utilizzo di sostanze chimiche o sintetiche.

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Tale tipo di cannabis contiene un’elevata percentuale di cannabidiolo (CBD), che svolge un’azione rilassante, e meno dell’1% di THC, una sostanza psicotropa.

La preoccupazione riguardo la legalizzazione della cannabis, però, viene dagli Stati Uniti, dove in 29 Stati è legale la vendita di marjuana commestibile ad uso medico, ed in 9 è legale anche ad uso ricreativo.

Il problema principale, infatti, risiede nella mancanza di sicurezza alimentare di tale prodotto, come afferma anche Kimberly Stuck, dapprima dipendente del dipartimento di sicurezza alimentare di Denver, ed in seguito consulente per la sicurezza della coltivazione di cannabis.

Molto spesso può capitare che sulle foglie si trovino virus, batteri, muffe ed agenti patogeni, ed è per questo importante controllare che: le foglie siano pulite da residui di sostanze chimiche; ogni fase della produzione sia eseguita correttamente, tra cui produzione, imballaggio, conservazione e vendita; i prodotti siano manipolati correttamente.

Proprio sulla base di queste preoccupazioni, il popolo d’America è sempre più convinto che la scelta migliore sia quella di legalizzare la marijuana a livello federale. In tal modo la sua produzione e la sua vendita sarebbero sottoposte direttamente al controllo della Food and Drug Administration (FDA), togliendo il potere dei singoli stati di provvedere a regolamentare queste fasi autonomamente.

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