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Lavanda Vaginale: che cos’è, a cosa serve e come effettuarla

Lavanda Vaginale: che cos'è, a cosa serve e come effettuarla

Si suole utilizzare le lavande vaginali per la pulizia e l’igiene della vagina, in quanto si va a sfruttare direttamente l’azione detergente del getto d’acqua inferto nelle pareti interne del canale muscolomembranoso.

Per fare ciò, si adoperano in genere dei semplici dispositivi, ponendo nella vagina una piccola cannula in gomma, unita ad una borsa o peretta, all’interno del quale è inserito il liquido con cui si va ad irrigare.

Il procedimento, denominato anche doccia irrigazione, può essere effettuato adoperando determinati adattamenti, anche per pulire ulteriori parti del corpo, tipo se si desidera praticare un clistere. 

Per questo meglio non adoperare il medesimo dispositivo che si utilizza per lavande vaginali ed edemi, così da evitare che qualche batterio sopravvissuto alla precedente pulizia, provochi infezioni.

A cosa serve la lavanda vaginale?

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Le donne che decidono di ricorrere ad una lavanda vaginale, possono farlo per differenti motivi, come ad esempio rimuovere alcuni residui del ciclo mestruale, combattere il cattivo odore oppure per ragioni psicologiche, e questo è il caso di soggetti che soffrono di ossessioni per l’igiene intima, di coloro che vogliono rimuovere il ricordo di un atto sessuale appena compiuto, e così via.

Sono in molte le donne, ad oggi, ad utilizzare le lavande vaginali in seguito ad un rapporto sessuale, pensando che funga da contraccettivo oppure semplicemente per difendersi da patologie trasmissibili con il sesso. Entrambe le ipotesi sono oltremodo sbagliate e possono rivelarsi in qualche caso anche pericolose, questo perché i liquidi con cui si bagna la vagina possono sconvolgere in qualche modo la microflora locale, fondamentale per la prevenzione delle infezioni.

Andando ad impoverire i batteri utili, si può favorire la proliferazione dei patogeni, e quindi la loro ascesa all’utero e alle tube, mettendo così a rischio di infezioni i genitali: si possono verificare anche gravi conseguenze, prima fra tutte la malattia infiammatoria pelvica. 
Altrettanto sbagliato è utilizzare le docce vaginali per combattere i cattivi odori, i quali devono esser trattati dal medico o ginecologo: i cattivi odori sono una condizione tipica della vaginosi batterica ed infezione da Gardnerella. 

Effettuare una lavanda gastrica può significare anche l’introduzione nella vagina di probabili batteri pericolosi, posti proprio sulla superficie della cannula.
La loro efficacia contraccettiva, non è stimata al 100% ma soltanto al 15-30%. Lo stesso vale anche per le docce vaginali a base di sostanze spermicide. L’oggetto più efficace risulta essere di gran lunga il preservativo, se utilizzato bene.

Ad ogni modo, comunque, l’irrigazione vaginale viene molto consigliata dai ginecologi per il trattamento di alcune condizioni, tipo infezioni croniche ad origine batterica o fungina. I liquidi medicanti da adoperare, vengono prescritti dal medico, e vanno altrettanto adoperati sotto la sua supervisione.

Lavande e patologie sessualmente trasmissibili

Come già detto, le lavande vaginali non prevengono l’insorgenza di malattie veneree. Quando si manifestano, queste patologie generano dei sintomi tipo leucorrea prurito, irritazione, arrossamento, bruciore e dolore vulvo-vaginale. In queste occasioni si deve evitare l’utilizzo delle lavande per rimuovere le perdite anomale, così da scongiurare un aggravamento dell’infezione, ed evitare un ritardo nella diagnosi.

Laddove si notino problemi a livello ginecologico, quello che si deve fare, è allertare il ginecologo preventivamente. Anche se i sintomi di alcune malattie veneree, almeno negli stadi iniziali, risultano lievi, con il passare del tempo possono poi portare all’insorgenza di conseguenze gravi, come:

  • Infertilità
  • Rischio di gravidanze ectopiche
  • Dolori, anche forti, al basso ventre e pelvi.

Come effettuare la lavanda vaginale?

Per una corretta igiene intima, si deve sempre andare a combinare acqua tiepida a sapone delicato, preferibilmente di Marsiglia, oppure determinate formulazioni a pH fisiologico. Si sconsiglia vivamente l’utilizzo di prodotti cosmetici, tipo spray, profumi, polveri o schiume non idonee per l’igiene intima: queste possono provocare irritazione oppure reazioni allergiche. 

Mentre ci si lava, l’ideale sarebbe iniziare dalla vagina, fino ad arrivare all’ano, e non il contrario, così da scongiurare il contatto dei batteri fecali con i genitali esterni. 
E’ alquanto semplice reperire lavande e docce vaginali, in quanto, normalmente, non necessitano di prescrizione medica. Questa diventa necessaria nel momento in cui si deve acquistare lavande da adoperare per pratiche terapeutiche o per la preparazione a determinati esami diagnostici.

Prima di passare ad una lavanda vaginale, si deve procedere a sterilizzare l’irrigatore vaginale all’interno di acqua calda, per almeno 15 minuti. Si deve poi procedere a riempire la peretta della soluzione con cui si desidera effettuare la doccia. Il procedimento dovrà avvenire all’interno di un bidet o di una doccia, ponendo il beccuccio nella cavità e spingendo poi il liquido all’interno. Una volta terminata l’operazione, si deve andare a pulire l’area in questione e l’irrigatore, mediante sapone delicato ed acqua.

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