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Rafano: che cos’è, proprietà, benefici, utilizzi in cucina e controindicazioni

Rafano: che cos’è, proprietà, benefici, utilizzi in cucina e controindicazioni

Il Rafano dal latino Armoracia rusticana, è conosciuto anche con gli pseudonimi di barbaforte o cren, ed è una pianta perenne erbacea facente parte della famiglia delle Crocifere.

Ha origine in Russia meridionale, mentre qui in Italia nasce spontaneo in prevalenza in zone umide presso i corsi d’acqua. Nonostante sia una pianta perenne e spontanea, il rafano viene spesso coltivato per utilizzo come specie annuale.

Proprietà e Benefici del Rafano

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All’interno della radice del rafano è possibile rintracciare delle proprietà salutari e curative, se grattugiata e poi tramutata in salsa. Tra le più note ricordiamo:

  1. Stimolante gastrico: ridotto ad olio essenziale, risulta molto aromatico, e permette la produzione dei succhi gastrici facilitando così la digestione e andando a stimolare la fame;
  2. Fonte di Vitamina C contenuta in esso in grandi quantità.

Nel rizoma e nelle radici sono invece rintracciabili proprietà terapeutiche, ma solo nel momento in cui questi si presentino carnosi e dal forte odore: è questa la ragion per cui è da utilizzarsi fresco.

Il rafano aiutando a secernere le mucose gastriche, permette una migliore digestione, favorendo una migliore produzione degli acidi importanti dello stomaco. Permette inoltre di eliminare il ristagno di gas, visti gli effetti diuretici. 
E’ un ottimo antisettico per le vie urinarie e polmonari.

La radice del rafano si è rivelata, inoltre, alleata numero uno contro le malattie delle vie biliari. Aiuta a combattere il raffreddore seguito da catarro bronchiale, ma anche la sindrome influenzale.
Molto efficace anche nell’alleviare i dolori causati dalla sciatica.

Valori Nutrizionali del Rafano

Un rafano dal peso di 100 grammi, racchiude in sé almeno 48 kcal. 

All’interno della radice del rafano è possibile trovare:

All’interno della medesima radice è anche presente un olio essenziale volatile, il quale racchiude al suo interno molteplici sostanze, tra cui:

  • solfocianato di allile,
  • solfocianato di fenilproprile,
  • solfuro di diallile.

Sono proprio queste sostanze a dare al rafano il suo particolare sapore acre e piccante, simile a quello della senape e del peperoncino.

Utilizzi del Rafano

Prima di consumare il rafano è bene specificare il fatto che di esso viene utilizzata solo la radice di colore bianco, che presenta la forma di un fittone ed un gusto succoso.
Nel momento in cui si va a tagliare o grattugiare la radice del rafano, questa va ad emanare un’essenza abbastanza piccante, ideale per donare sapore ai piatti.

Il rafano ha sì fama di pianta officinale, ma anche di aromatizzante di cibi: il succo da esso rilasciato permette infatti la preparazione di una salsa piccante che prende il nome di crenQuesta salsa, oltre che utilizzata come vivanda, può essere adoperata anche ad uso esterno, o per meglio dire, a scopo terapeutico contro:

  1. dolori reumatici applicando la radice grattugiata e poi arricchita con qualche cucchiaio di aceto di vino rosso, sulla zona dolorante;
  2. bronchite riducendo in pappa la radice e facendone poi un impacco da porre sul petto, agisce da anticatarrale.

Controindicazioni del Rafano

Come già detto, il rafano produce un forte aroma, è questo il motivo per cui si deve adoperare con cura. Il suo aroma risulta essere infatti tanto potente da provocare lacrimazione, irritazione delle congiuntive e cefalea, ma anche tosse e stanchezza nei soggetti che ne hanno adoperato ingenti quantitativi.

Un uso eccessivo della stessa, infine, può causare irritazioni gastriche ed enteriche.

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