1 Stella2 Stelle3 Stelle4 Stelle5 Stelle Vota
Loading...

Anoressia Nervosa: che cos’è, cause, sintomi, diagnosi e possibili cure

Anoressia Nervosa: che cos'è, cause, sintomi, diagnosi e possibili cure

Di anoressia nervosa, o più semplicemente anoressia, soffrono tutti coloro che temono di prendere peso, ed hanno di conseguenza continui pensieri riguardo al cibo, limitandone sempre più i quantitativi, nonostante siano già abbastanza magri.

Che cos’è l’Anoressia Nervosa?

L’anoressia non riguarda il cibo in se per se, ma il modo in cui questi lo si utilizza, prediligendo anche dei lunghi digiuni, atti ad avere maggior controllo di se, alleviando tensioni, rabbia od ansia.
Ad oggi è per lo più la popolazione femminile a soffrire di anoressia, nonostante si conti un gran bel numero anche in quella maschile.

Pubblicità

Colore che soffrono di anoressia tendono a:

  • ridurre sempre più i quantitativi di cibo
  • essere troppo magri, in rapporto anche all’altezza
  • opporre resistenza laddove gli venga suggerito di raggiungere un normale peso forma
  • temere di ingrassare
  • temere di esser grassi, nonostante la magrezza eccessiva
  • ottenere un’immagine completamente sbagliata del proprio corpo, in relazione alla loro autostima del tutto influenzata da peso e forma corporea.

Possiamo definire l’anoressia e l’anoressia nervosa sinonimi?

Nonostante si soglia adoperare i due termini anoressia nervosa ed anoressia in quanto sinonimi, essi hanno comunque significati diversi.

L’anoressia designa il disagio che porta a rifiutare il cibo, qualunque sia il motivo. Viene sovente adoperato anche con il termine inappetenza, laddove ci si riferisca alla mancanza di appetito, dovuta a molteplici fattori, quali raffreddore, disturbi digestivi, stress, e così via.

L’anoressia nervosa designa il disturbo alimentare, dove si tende a rifiutare il cibo per via di un’ossessione o paura di ingrassare.

Cause dell’anoressia nervosa

Secondo alcune ricerche, circa l’85-90% degli anoressici, appartiene al popolo femminile, nonostante ciò, il disturbo non è escluso anche sul popolo maschile.

All’anoressia non è attribuibile una singola causa, bensì più fattori combinati, sia di origine psicologica che organica: i disturbi alimentari rappresentano delle vere patologie che possiedono fortunatamente delle cure.

I principali fattori che possono indurre un soggetto all’anoressia possono essere:

  • Cultura, soprattutto nei paesi sviluppati, dove le donne mirano ad un’ideale di bellezza. Non è difficile, sfogliando una rivista, imbattersi in immagini di donne dal fisico assolutamente perfetto e snello, che rende ancor più complicato accettare il proprio corpo; lo stesso vale anche per gli uomini.
  • Famiglia, nel momento in cui vi è stata una madre o figlia anoressica. In molte famiglie capita anche che la madre spinga i propri figli ad una dieta, criticandone il corpo, e di conseguenza incrementando i rischi di disturbi alimentari.
  • Traumi stress, tipo stupro o fonti di eccessivo stress, come l’inizio di una nuova carriera, sono considerabili in quanto fattori di rischio per l’anoressia.
  • Personalità, in quanto coloro che soffrono di anoressia, in primis, odiano il proprio fisico o sono nel bel mezzo di una profonda crisi esistenziale. Questi soggetti in genere si impongono degli obiettivi molto complicati, aspirando sempre alla massima perfezione.
  • Fattori biologici, dove patrimonio genetico, ormoni e neurotrasmettitori sono in principali fattori che possono indurre ad anoressia.

Sintomi dell’anoressia nervosa

I soggetti che soffrono di anoressia, sono in genere molto magri, e sovente si sottopongono ad ulteriori metodi, talvolta estremi, pur di perdere ancor più peso; tra questi abbiamo:

  • Indursi a rimettere
  • Assunzione di lassativi o diuretici
  • Assunzione di farmaci per dimagrire
  • Rifiuto dinanzi al cibo
  • Sottoporsi a molto sport, anche all’aperto, nonostante le condizioni meteo avverse, malattie o stanchezza
  • Pesare costantemente gli alimenti, conteggiando le calorie
  • Assunzione minima o insufficiente di cibi
  • Giocare con il cibo, invece di mangiarlo.

Gli anoressici, poi, hanno una visione del tutto distorta della propria immagine fisica, e questa si manifesta principalmente con:

  • Assoluta convinzione di esser grassi
  • Tendenza ad indossare soltanto abiti larghi
  • Pesarsi più volte in una giornata
  • Timore di prendere peso.

Il disturbo anoressico induce molte volte anche ad avere dei comportamenti insoliti, quali:

  • Parlare di continuo del proprio peso e del cibo
  • Rifiuto nel mangiare dinanzi ad altri
  • Sbalzi d’umore
  • Tristezza continua e rifiuto nel voler uscire con altri.

Ulteriori problemi fisici e psichiatrici che possono colpire un soggetto anoressico sono:

  • Depressione
  • Ansia
  • Comportamenti ossessivi
  • Abuso di sostanze
  • Problemi sia cardiaci che cerebrali
  • Problemi nello sviluppo fisico.

Diagnosi dell’anoressia nervosa

Per diagnosticare l’anoressia, si necessita di segni clinici della patologia.
Il sintomo per eccellenza è la negazione, laddove il soggetto non voglia sottoporsi a test o trattamenti; vengono infatti condotti dal medico dai parenti o per via di ulteriori patologie concomitanti.

Alla base della diagnosi persiste una chiave “timore della pienezza”, che non tende a ridursi nemmeno perdendo peso. Le donne con amenorrea necessitano di diagnosi più approfondite.

I casi più gravi, aventi sintomi legati ad ulteriori disturbi, come schizofrenia, necessitano invece di una diagnosi differenziale. I casi rari, e quindi patologie somatiche tipo l’enterite regionale o un tumore cerebrale, vengono sovente diagnosticati come anoressia nervose, seppur erroneamente: casi del genere possono avere come conseguenza un utilizzo scorretto di anfetamine.

Possibili cure all’anoressia nervosa

E’ possibile guarire dall’anoressia, affidandosi anche ad una qualificata équipe di medici, nutrizionisti e psicologi. Con l’aiuto dei medici è possibile:

  1. Recuperare il corretto peso corporeo
  2. Curare i problemi psicologici annessi
  3. Superare qualsiasi pensiero o comportamento in grado di causare un disturbi alimentare.

Seguendo questi 3 passaggi è possibile guarire del tutto dall’anoressia, senza incappare in ricadute. Anche alcuni farmaci, tipo antidepressivi, antipsicotici stabilizzatori dell’umore, possono tornare molto utili nella cura. Si ritiene infatti che i suddetti farmaci aiutino ad alleviare i sintomi di ansia ed umore.

Esistono ulteriori ricerche, le quali hanno dimostrato quanto gli antidepressivi siano inutili per prevenire ricadute. Ad ogni modo, alcun farmaco è funzionante al 100% nella fase di recupero del peso. Ad ogni modo, ulteriori ricerche sono tutt’oggi in corso.

Delle forme di psicoterapia, si stima siano risultate funzionanti nell’alleviale le causanti psicologiche del disturbo. La psicoterapia, o “terapia della parola”, mediante differenti tipi di comunicazione, vuole correggere sia il comportamento che il pensiero del soggetto anoressico. La terapia si è rivelata particolarmente utile nei giovani soggetti, che non hanno sofferto l’anoressia per molto tempo, curandone così i disturbi alimentari.

Molto utile si è rivelato il counseling individuale su alcuni soggetti, mentre in quelli più giovani, si è reso utile convocare l’intera famiglia. Nella terapia sono compresi anche i gruppi d’aiuto al quale può partecipare il singolo paziente e l’intera famiglia, così da condividere con altri le personali esperienze.

A detta di alcuni ricercatori, l’assunzione di farmaci contemporanea alla psicoterapia si è rivelata molto più funzionante, rispetto alla singola terapia. Ad ogni modo, il buon esito è sempre legato alla volontà del soggetto di volerne uscire, in quanto non esiste un’unica psicoterapia efficace per tutti.

Terapia in casa

E’ possibile optare anche per una terapia domiciliare, dove un’équipe di medici visiterà il soggetto in casa, nonostante non siano esclusi anche dei controlli periodici in ambulatorio.

Per alcuni è prevista l'”ospedalizzazione parziale”, stando durante la giornata in ospedale e dormendo poi di sera in casa propria.

Alcuni soggetti, infine, richiedono un ricovero in ospedale, per ricevere la terapia, ed al termine di questa, verranno assistiti a casa dai medici, divenendo così pazienti domiciliari. 

Pubblicità

LASCIA UN COMMENTO

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.